Pioggia di stelle a Cannes per il nono giorno della 60ma edizione del Festival del cinema, con la presentazione di Ocean's Thirteen da parte di George Clooney, Brad Pitt, Matt Damon, Don Cheadle ed Andy Garcia, supportati da Scott Caan, Elliott Gould ed il cinese Shaobo Qin, nonchè il regista Steven Soderbergh ed il produttore Jerry Weintraub.
Il terzetto di attori è stata inevitabilmente l'attrazione principale della giornata e non si è sottratto alla curiosità dei presenti insieme al regista Steven Soderbergh, che proprio a Cannes aveva vinto la Palma d'Oro nel 1989 per Sesso, bugie e videotape.
Il terzo capitolo dell'originale Ocean's Eleven, ammettono le star, "è stato realizzato soprattutto per la voglia di recitare ancora una volta insieme" ed è evidente dall'affiatamento e dalla complicità tra gli attori presenti che si sono scambiati battute e scherzi anche nel corso della conferenza stampa.
"Ci siamo divertiti molto nel fare il film e siamo felici di averlo potuto portare al Festival di Cannes, che è indubbiamente un grande palcoscenico di livello internazionale", ammette Clooney, ma non sembra solo una questione di visibilità, perchè l'attore si dimostra deciso a sfruttare l'occasione per raccogliere fondi e stimolare le coscienze su temi che stanno loro a cuore, come, nel caso specifico, la causa del Darfur. "Non siamo politici. Non abbiamo il potere di prendere decisioni. Non possiamo fare altro che portare l'attenzione su qualcosa, ed è quello che abbiamo intenzione di fare", ha dichiarato l'attore, mentre Pitt ha aggiunto "i bambini muoiono di diarrea... è qualcosa che non può essere tollerato ai giorni nostri ed è una delle cose che vanno cambiate".
Quattro star dei film - Clooney, Pitt, Damon e Cheadle - ed il produttore Weintraub hanno istituito la Not On Our Watch Foundation per raccogliere fondi ed attirare l'attenzione verso i profughi del Darfur.
Per quanto riguarda il film, George Clooney ha scherzato sul valore della sceneggiatura, che ha giudicato ironicamente "una delle migliori mai scritte, che ricorda il periodo d'oro del cinema", ma ha poi aggiunto che c'è e ci deve essere spazio sia per i film di puro intrattenimento che per film "più piccoli", e che tutti gli attori presenti lavorano anche su piccoli progetti.
Weintraub ha invece posto l'accento sul lavoro degli attori: "Ocean's Thirteen è un lavoro di squadra. Tutti gli attori presenti hanno dato qualcosa agli altri e Steven ha trovato il modo per dare ad ognuno il giusto spazio nel film ed ad ogni personaggio la possibilità di crescere, cosa difficile da fare in questo tipo di progetti. E' dura prendersi cura di tredici attori e tredici personaggi e far funzionare il tutto. Lui l'ha fatto."
"Uno degli aspetti positivi di fare un film come questo," ha spiegato lo stesso Soderbergh, "è di avere la possibilità di comportarmi in un modo che non è adatto per altri tipi di film. In termini di montaggio e movimenti di camera, in questo caso di colori, posso spingermi in un modo che farebbe fuggire la gente dalla sala se fosse un film serio. Si tende a pensare che se si sta facendo un film d'intrattenimento non ci sia la stessa dedizione o la stessa partecipazione di altri generi cinematografici, ma non è così per me e non credo che lo sia per nessuno dei presenti. Amiamo fare film. E dal mio punto di vista, i film di questa serie sono più complessi di molti film seri che ho realizzato ed ho dedicato loro molta più cura. Sono rischiosi! Se avessi realizzato tutti i film in questo modo, o al contrario come Traffic, sarei finito in una trappola."