Annunciato come evento di apertura della 64 mostra di Venezia e atteso con grande interesse da pubblico e critica, Espiazione sbarca al Lido accompagnato dal cast quasi al completo capitanato da una diafana, ma volitiva Keira Knightley fasciata in un abito bianco e blu che ne esalta la magrezza. L'attrice torna a collaborare per la seconda volta con l'inglese Joe Wright dopo aver vestito i panni di Elizabeth Bennet, l'eroina austeniana di Orgoglio e pregiudizio, performance che le ha fruttato una nomination come miglior attrice protagonista alla scorsa edizione degli Oscar. La Knightley ammette di aver letto il romanzo di Ian McEwan solo dopo l'inizio delle riprese, è stato piuttosto il commovente copione dello sceneggiatore Christopher Hampton a convincerla ad accettare il lavoro, anche se inizialmente il ruolo a cui era destinata era quello della protagonista Briony ormai diciottenne. "Quando ho letto lo script mi sono innamorata immediatamente del personaggio di Cecilia, della sua forza, della sua passione, del suo non avere una direzione, così ho deciso di interpretarla anche se, in realtà, non ci sono grosse analogie caratteriali tra lei e me."
Gli elogi per la direzione del regista Joe Wright si sprecano da parte non solo di Keira, ma di tutto il cast, compresa l'affascinante Vanessa Redgrave che compare nella parte finale del film nei panni della protagonista ormai ultrasettantenne. La grande coesione creatasi sul set è dovuta anche al metodo di lavorazione adottato durante le riprese. Come spiega Wright "abbiamo trovato gli esterni grazie alla rivista Countrylife dopodichè ci siamo recati di persona sul luogo con il cast e la troupe e abbiamo affittato dei grandi casolari di campagna visto che gli alberghi erano tutti al completo per via di un festival di teatro. Vivendo e lavorando insieme per molto tempo abbiamo parlato, bevuto e abbiamo pianto, proprio come in una vera famiglia." "L'esperienza sul set è stata idilliaca" gli fa eco l'interprete maschile James McAvoy, altro volto emergente del cinema britannico "si ha sempre l'impressione che Joe sappia gestire ogni situazione e che collaborando con lui si riesca a controllare il lavoro. Una delle scene più difficili da girare è stato il lungo piano sequenza in cui Robbie, il mio personaggio, arriva alla spiaggia in cui si stanno raccogliendo i soldati in ritirata. Per realizzare la scena senza tagli abbiamo iniziato a provare alle sei del mattino, verificando tutti i problemi di luce, i movimenti, la gestione delle comparse. Ma è stato molto bello, per una volta, far parte di una coreografia vera e propria, senza interruzioni."
L'adattamento di un romanzo complesso e sfaccettato come quello di McEwan, che gioca sulla moltiplicazione dei punti di vista, rappresentava uno degli scogli più difficili da superare, come ammette il regista stesso: "Quando ci si trova di fronte un romanzo come Espiazione da adattare, si agisce sempre secondo istinto, facendo ciò che si ritiene giusto, sacrificando parti del testo ai fini della messa in scena. Se il pubblico che fruisce del nostro lavoro vi trova almeno un briciolo di verità, allora abbiamo la conferma che l'adattamento è venuto bene." Lo stesso Hampton aggiunge che durante la stesura della sceneggiatura non aveva la più pallida idea dei nomi che avrebbero fatto parte del cast, ma Joe Wright aveva le idee chiare fin dall'inizio. "E' una grande gioia per uno sceneggiatore lavorare al fianco di un regista lucido, che tiene sotto controllo tutte le fasi del lavoro, che ha ben presente il risultato da raggiungere e sa come ottenerlo." E' la Redgrave a sottolineare come il cuore del romanzo, e del film stesso, sia il senso di colpa. "Briony commette un errore gravissimo mentre è ancora una bambina, perciò non ancora colpevole. Ma il senso di colpa è qualcosa a cui nessuno può sfuggire, neppure un bambino. Rispetto al romanzo il film approfondisce il concetto di espiazione mostrando una Briony sola, senza una famiglia né un marito, mentre nella vita ha avuto successo con la carriera, è una scrittrice affermata. La via per la redenzione passa attraverso l'arte." Altro ingrediente fondamentale della pellicola è la musica composta dal pisano Dario Marianelli, anche lui alla seconda collaborazione con Wright. "Dario è un italiano, un'anima romantica e passionale" spiega il regista "le musiche sono state composte interamente prima dell'inizio delle riprese partendo da un'idea centrale: il ticchettio della macchina da scrivere. Intorno a questo primo campione Dario ha costruito tutta la soundtrack. Al primo giorno di riprese, mentre giravamo la scena di Briony che corre per la casa avevamo già in sottofondo la colonna sonora che ha influenzato i movimenti degli attori. Questo processo organico è durato per tutta la lavorazione del film."