In attesa della grande festa delle prima mondiale, prevista per questa sera, i protagonisti de Il codice Da Vinci si concedono alla platea dei cronisti in un'affollatissima conferenza stama. Non c'è l'autore del romanzo Dan Brown, ma ci sono Tom Hanks, come sempre molto simpatico, Audrey Tautou, deliziosa con il nuovo taglio di capelli che non ricorda né Amélie né Sophie Nuveau, l'altro l'idolo di casa Jean Reno, i due britannici Ian McKellen e Paul Bettany e il regista Ron Howard.
La discussione verte subito sulle polemiche legate alle presunte controversie religiose generate dal romanzo di Brown. Hanks scherza: "Come faccio a sapere se Gesù era sposato con la Maddalena, io non c'ero!"
"In ogni caso - continua la star - io nel film vedo una grande opportunità per discutere e riscoprire alcuni momenti della storia del cristianesimo che diamo per scontati, non certo un documentario: e poi nessun film può modificare le radici profonde che ognuno porta dentro di sé. Per quanto mi riguarda, mi piacciono le persone che sono aperte al dubbio piuttosto che quelle che credono senza riserve."
Per il resto, Hanks evita di entrare nel merito e parla delle sue esigenze di spettatore cinematografico: "Da spettatore, amomo sorpattutto due cose: mi piace l'intrattenimento pirotenico, e mi piace che un film sia appassionante. Ma allo stesso tempo mi piace che un film ponga delle sfide e degli stimoli. Mi piace che in qualche modo si provochi, così che si abbia qualcosa di cui discutere quando il film è finito."
Ron Howard sottolina il fatto che il film, come il libro, ha creato un confronto inedito: "Il codice Da Vinci fa nascere ogni sorta di conversazione e di interpretazione. Ogni spettatore avrà la sua lettura, io non voglio dire la mia perché credo nell'intelligenza del pubblico, che saprà vivere l'esperienza in maniera personale. La vita stessa è un mistero, ma uno dei doni su cui possiamo contare è la nostra mente e la curiosità di conoscere e indagare in ogni ambito. Usare l'intelligenza per mettera a tacere l'immaginazione è snaturarla".
Scherza invece Sir Ian McKellen: "Quando ho letto il romanzo di Brown, ho creduto a ogni parola. Sarà che Leigh teabing, il personaggio che interpreto nel film, sa esporre le sue idee in maniera molto convincente, e Brown è bravo a indirizzare il lettore in una certa direzione. D'altronde io non vedo nulla di strano nella possibilità di credere che Gesù fosse sposato; dato che la Chiesa ha problemi con i gay, dovrebbe accontentarsi che si escluda che Gesù fosse gay!"
Audrey Tautou e Jean Reno hanno parlato dell'esperienza sul set: "Non è stato facile abituarsi al fuso orario - dice la'attrice - ma l'organizzazione è perfetta come un orologio svizzero. Avevamo a disposizione i mezzi più avveniristici, ma ciononostante si aveva la sensazione di essere sul set di un film molto particolare e unico." Reno accenna alla controversia con la Chiesa: "Le polemiche hanno reso l'atmosfera un po' pesante. Ma noi attori ci siamo trovati benissimo. Non dimenticherò mai i giorni trascorsi a girare al Louvre, o in Inghilterra, in posti che non avrei nemmeno mai visto se non avessi girato questo film."
Ron Howard è particolarmente cauto quando gli viene chiesto che previsioni ha per gli incassi del film: "Ho girato molti film commerciali, e ormai ho smesso di fare previsioni. Ma non ho certo deciso di fare questo film sperando in incassi elevati. Posso solo dire ai cattolici che lo criticano di andarlo a vedere, se gli interessa, o altrimenti di discuterne con chi lo ha visto: è soltanto fiction."