Il Blu-ray di Valzer con Bashir

Edizione Blu-ray decisamente soddisfacente per l'animazione politica di Ari Folman che lascio il segno a Cannes nel 2008. Standard tecnici più che buoni e extra costruitto attorno a un making of davvero avvincente

In attesa di The Wrestler, l'eccellente catalogo Blu-ray di Lucky Red si arricchisce di Valzer con Bashir, film di animazione israeliano a contenuto politico che fu tra i più chiacchierati e apprezzati di Cannes 2008. Il film di Ari Folman indaga le responsabilità storiche e il rimosso collettivo del popolo israeliano riguardo la sanguinoso strage falangista che nel 1982 colpì tremila rifugiati palestinesi che si trovavano nei campi profughi di Sabra e Shatila alla periferia di una Beirut ancora sotto il fuoco della guerra civile. Un capitolo centrale dell'interminabile conflitto arabo-palestinese analizzato con un approccio autobiografico intenso e coinvolgente che forse toglie qualcosa alla riflessione storica ma trae massimo profitto dalle possibilità creative dell'animazione. Esperimento sicuramente riuscito e per molti aspetti analogo a Persepolis, nonostante quest'ultimo previleggiasse il tono da black comedy e un'urgenza narrattiva molto meno psicologica.

Sotto il profilo tecnico l'edizione è di tutto rispetto e come consuetudine l'animazione trae grandissimi vantaggi dalle possibilità dell'alta definizione con una ricchezza cromatica e un livello di definizione davvero eccellente. Particolarmente suggestive le parentesi oniriche come la scena del sogno in mare, nella notte, di grandissimo impatto visivo. Affiora invece un pò di grana in alcune sequenze, particolare un pò anomalo per un prodotto in animazione. Buono anche l'audio che fa sfoggio di una discreta presenza dei posteriori, ma è sostanzialmente nel reparto anteriore che viene svolto gran parte del lavoro. La traccia italiana non compressa in particolare si dimostra avvolgente e ricca di sfumature. Tra gli extra alcune scene tagliate, ma soprattutto un lunghissimo e bel making of che sviscera tutti gli aspetti centrali del film, dall'infinito processo produttivo durato quasi cinque anni ai numerosi elementi autobiografici che forniscono l'ossatura stessa della sceneggiatura. Grande risalto è dato ovviamente al tema dell'animazione, la cui scelta ha permesso una libertà creativa altrimenti inimmaginabile per le possibilità del cinema israeliano. Oltre a un'interessantissima disamina tecnica il making of si sofferma molto sul direttore artistico David Polonsky, personaggio determinante per la riuscita del film, capace di realizzare il 75% dei 30000 fotogrammi con tecnica ambidestra e costretto anche a una continua mediazione per tenere a bada le mirabilanti richieste del regista e del capo animazione Yoni Goodman. Interessante, all'interno di un contesto così ricco di elementi politici, il grande dissidio creato dall'inserimento della breve scena pornografica che ha causato molte discussioni con gli investitori, una delle quali documentata nel making of.