Icons – Harry Potter, recensione: una docu-serie per raccontare la saga dell'iconico maghetto

La docu-serie racconta con materiali inediti il dietro le quinte di tutti e sette i film della saga, mostrando la crescita dei protagonisti e le sfide nel portarla a termine. Su Sky e NOW.

Harry Potter

Harry Potter è un'icona come poche altre, divenuto un tutt'uno con la definizione di "mago". Prima di arrivare ad un successo così planetario - letterario, cinematografico, e presto televisivo con la nuova serie in produzione - ci sono state varie battute d'arresto. Spesso non raccontate fino a questo momento, ma ora pronte ad emergere grazie alla docu-serie in sei episodi Icons realizzata da Vice, in onda dal 13 dicembre ogni sabato su Sky Documentaries e in streaming su NOW.

Icons - Harry Potter: un dietro le quinte inedito

Icons Harry Potter David Holmes Frame Docu Serie Sky Now
David Holmes, controfigura di Daniel Radcliffe, è rimasto paralizzato dopo un incidente sul set

Prodotta da Full Board Media e diretta da Brian Volk-Weiss e Alyssa Michek, la docu-serie è un viaggio attraverso 10 anni di storia del cinema moderno, che inaugurarono ed attraversarono il Nuovo Millennio fino agli anni 2010. Si parte dall'origine letteraria della saga, su quel treno Londra-Manchester in cui Joanne Rowling ebbe l'idea folgorante di un ragazzo che scopriva di essere un mago; da quel momento tutte le cose strane che accadevano intorno a lui avevano una spiegazione semplicemente... magica.

Icons Harry Potter Flick Miles Frame Docu Serie Sky Now
Flick Miles è la controfigura di Hermione

Un incipit conosciuto da tutti, ma che ora si avvale di nuove rivelazioni: il cambio di nome in J.K. per volere dell'editore perché una donna non avrebbe venduto come un uomo. Una questione di gender che fa sorridere amaramente oggi, pensando alle dichiarazioni dell'autrice contro la comunità trans. Successivamente vengono affrontati l'accaparrarsi dei diritti da parte di Warner Bros., il controllo creativo, il casting quasi interamente britannico, i primi due film girati insieme perché gli attori erano giovani e sarebbero cresciuti troppo. Sei episodi per raccontare sette film e dieci anni produttivi per niente semplici.

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Una sfida produttiva: le interviste inedite della docu-serie

Il primo punto di forza di Icons - Harry Potter sono le testimonianze: i registi scelgono di intervistare non i volti più conosciuti e blasonati - e che forse hanno detto oramai tutto quello che c'era da dire - bensì altri reparti. Quello tecnico, perché gli effetti speciali e visivi hanno ridefinito il modo di fare cinema, infranto vari record e "prime volte", come la difficoltà nel mettere in scena uno sport mai esistito; devono essere stati bravi col Quidditch, dato che ora viene praticato nella realtà a livello agonistico. Quello produttivo, perché mai prima d'ora un cast era così giovane e numeroso e doveva crescere insieme ai personaggi sullo schermo, e bisognava gestire il controllo creativo a dovere.

Icons Harry Potter David Bradley Frame Docu Serie Sky Now
Icons - Harry Potter. David Bradley ricorda il suo Gazza nella docu-serie

Infine quello artistico meno conosciuto, come le due controfigure di Daniel Radcliffe ed Emma Watson che permettevano di avere i loro personaggi in scena il doppio del tempo, essendo minorenni e quindi soggetti a leggi molto severe. A David Holmes è stato dedicato un documentario a parte, dato che è diventato letteralmente "il ragazzo che è sopravvissuto" a causa di un incidente sul set.

E ancora gli interpreti di Argus Gazza e Percy Weasley, David Bradley e Chris Rankin: quest'ultimo doveva supervisionare i bambini eppure non era molto più grande di loro. Ciò che emerge sono tantissimi racconti inediti, spezzoni mai visti durante le riprese e materiale succoso perché ci porta nel cuore dell'artigianalità e della realizzazione vera e propria dei film; soprattutto se le confrontiamo con quanto sta accadendo ora alla maxi-produzione della serie tv.

La chiave del successo di Harry Potter? I bambini

A proposito dei piccoli protagonisti, a partire dal magico trio, l'altro punto di forza della docu-serie è esplorare l'importanza del target di riferimento all'epoca. Non a livello di interpreti ma soprattutto a livello di lettori e potenziali spettatori. Tutte le personalità coinvolte, infatti, chiesero ai propri figli e nipoti un feedback su quanto stavano realizzando, ancora prima degli screen test (fatti volutamente solo su quel target d'età da parte di Warner Bros.).

Icons Harry Potter Chris Rankin Frame Docu Serie Sky Now
Icons - Harry Potter. Chris Rankin racconta com'è essere un Weasley

È affascinante vedere quanto furono decisive le opinioni dei lettori britannici più piccoli, appassionatissimi dei libri che pretendevano un adattamento degno di questo nome per un fenomeno di tale portata. Insomma, volevano avere voce in capitolo, come avremmo voluta averla noi negli anni in cui abbiamo scoperto il maghetto più famoso che c'è. Siete pronti a salire sull'Espresso per Hogwarts ancora una volta ma in modo diverso, e farvi travolgere dai ricordi e dalle emozioni?

Conclusioni

Icons - Harry Potter è un viaggio nostalgico attraverso uno dei franchise più redditizi della storia del cinema che, pur andando in ordine cronologico, propone interviste mai viste prima a nomi meno blasonati ma determinanti nella sua realizzazione e spezzoni inediti, oltre ad un punto di vista interessante e fondamentale: quello dei bambini, i primi lettori e spettatori della saga. In fondo, siamo stati bambini anche noi. E stiamo ancora aspettando la nostra lettera per Hogwarts.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Gli intervistati scelti.
  • Il punto di vista infantile.

Cosa non va

  • L'ordine cronologico.
  • L'effetto ricattatorio-nostalgico (inevitabile).