E se i due ex "cattivi" fossero protagonisti e non comprimari o camei? È questa l'idea vincente alla base di I Want You Back, disponibile su Amazon Prime Video. Noi abbiamo avuto di intervistare, in esclusiva, il regista Jason Orley e gli sceneggiatori Isaac Aptaker ed Elizabeth Berger, questi ultimi noti in ambito televisivo per altri progetti corali (sono gli showrunner di This Is Us, di cui va ora in onda l'ultima stagione). Orley viene invece dal mondo della stand-up comedy, avendo diretto uno speciale dell'amico Pete Davidson per Netflix. Lo ha considerato per la parte del protagonista? "No, perché Charlie Day, che è anche uno dei produttori, era già sotto contratto quando ho avuto l'incarico. Ma adoro Pete e lavorerò sempre con lui, motivo per cui gli ho affidato una parte minore."
Un set controllato ma libero
I Want You Back è stato girato durante la pandemia, il che ci spinge a chiedere: come si gira una commedia, genere tradizionalmente aperto all'improvvisazione, in queste condizioni? È possibile dare libertà agli attori senza compromettere le misure di sicurezza? Secondo Jason Orley sì: "Con le dovute precauzioni, abbiamo pianificato le scene, ad esempio quella del karaoke e del ménage à trois, in modo che gli attori potessero sperimentare con le battute e i gesti, ma rimanendo entro i parametri narrativi e fisici della sequenza. È stato molto divertente vederli in azione. Ma è stata una bella sfida, con Jenny e Charlie abbiamo dovuto fare le prove nel cortile di casa mia, con distanziamento."
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Domanda obbligatoria per gli sceneggiatori: qual è stata l'improvvisazione, rimasta nel montaggio finale, che hanno apprezzato maggiormente? Elizabeth Berger rifiuta di rispondere, per un motivo molto semplice: "A causa del Covid non ho potuto visitare il set, sono rimasta a casa in isolamento con la famiglia. Però Isaac è stato lì dall'inizio alla fine." La parola al collega: "Sì, ho particolarmente amato ciò che hanno aggiunto nel momento del karaoke." Isaac Aptaker ha anche avuto il privilegio di assistere a una proiezione in sala, per studiare le reazioni del pubblico. "Sì, quello è stato meraviglioso, la commedia è un genere che vive di esperienze collettive", dice lo sceneggiatore. "Sarebbe bello poterlo proporre al cinema, magari a pandemia conclusa, ma non credo che rientri nei piani di Amazon."
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Preferenze di genere
Una delle storyline del film ruota intorno a un musical, messo in scena in ambito scolastico. Per l'esattezza, si tratta della versione teatrale de La piccola bottega degli orrori, il che ha comportato delle trattative con un nome di un certo peso. Spiega Berger: "Abbiamo dovuto contattare l'autore delle musiche, Alan Menken [noto compositore dei film d'animazione Disney degli anni Novanta, n.d.r.], che è una leggenda. Una volta avuta l'autorizzazione, gli abbiamo poi chiesto se fosse possibile modificare una parte del testo, per motivi comici. Per fortuna ha dato l'ok." C'erano dei musical "di scorta", in caso avesse detto di no? Risponde Aptaker: "Sì, ma Alan ci ha dato il permesso molto rapidamente, siamo stati fortunati." Dopo questa esperienza, hanno pensato a un musical vero e proprio? Berger è entusiasta: "Sì, lo farei volentieri, scrivendo anche le canzoni." Una versione musical di This Is Us? "Mandy Moore andrebbe pazza per quell'idea", afferma Aptaker. Infine, qual è la loro commedia romantica preferita? "Senza dubbio Harry, ti presento Sally", rispondono entrambi. Il regista, intervistato separatamente, ha un titolo diverso in mente: "Adoro Harry e Sally, ma immagino che lo menzionino tutti, quindi dirò Notting Hill."