I sette samurai è il film più influente della storia del cinema

Non esiste una pellicola così tanto riproposta da essere stata praticamente vista da tutti attraverso le sue rivisitazioni. Diventando parte della grammatica basilare del linguaggio cinematografico.

I protagonisti de I sette samurai.

1951, Akira Kurosawa compie il suo destino quando Rashomon viene proiettato alla Mostra del Cinema di Venezia. Lui in realtà non ne ha la minima idea perché la decisione fu presa direttamente dalla Toho, ma tant'è che con quella mossa il cinema giapponese divenne improvvisamente l'ossessione dell'Occidente cinematografico, distruggendo finalmente le barriere istituite intorno alla Nazione dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

I Sette Samurai Scena
Una scena de I sette samurai.

La pellicola vince il Leone D'oro e l'Oscar a Miglior Film Straniero e lancia il nome del cineasta, mettendolo su quel percorso che lo farà passare alla Storia come il meno conservatore e il più progressista tra i registi nipponici. Una nomea assolutamente meritata, quello che però non si sottolinea è come sia stato anche il più "rifatto", specialmente a Hollywood (la sua La fortezza nascosta è, per esempio, l'originale di Guerre Stellari) e specialmente a causa di un suo film diretta conseguenza del successo ottenuto nel '51, I sette samurai.

Tra tutte le pellicole più influenti della storia del cinema, forse la più influente, sicuramente quella che tutti noi abbiamo visto in epoca moderna senza mai rendercene veramente conto, dato che i suoi rifacimenti hanno a sua volta influenzato altri remake indiretti. L'ironia sta nel fatto che ci vollero appena 26 anni dalla sua uscita nel 1954 per poter vedere il cut originale voluto dal regista.

La sfida di Kurosawa

I Sette Samurai Akira Kurosawa
Toshiro Mifune ne I sette samurai.

La direzione presa da quell'edizione della Mostra e dal suo palmarès segnò il corso della Storia, creando un pensiero nel cinema del Paese del Sol Levante: "possiamo cominciare a produrre dei film con l'idea di poterli vendere bene all'estero". Una cosa rivoluzionaria e che permise ad autori come Akira Kurosawa di sperimentare, sia con le tematiche che con il mezzo cinematografico.

I sette samurai fu la pellicola simbolo di questa rivoluzione. Un jidai-geki dai valori produttivi completamente fuori scala (125 milioni di yen, praticamente 6 volte tanto la media delle cifre stanziate per la lavorazione dei film), dalla durata spropositata (207 minuti) per una trama incredibilmente semplice, girato per ripensare totalmente la tradizione nipponica legata al bushido e alla figura del samurai, ma anche allo stile con cui si filma l'azione, si mettono in scena le battaglie e i duelli.

I Sette Samurai
I protagonisti de I sette samurai.

Un film realizzato da un uomo moderno, dalla sensibilità e dalla curiosità totale, che nel corso della sua vita ha lavorato con fondi dell'URSS e con quelli di Hollywood, che amava John Ford e Shakespeare, pur venerando Yasujirō Ozu e Kenji Mizoguchi e che ha voluto a tutti i costi lavorare con Toshirō Mifune per destrutturare la figura eroistica che ha sempre rappresentato. Un grande erede del lascito artistico giapponese eppure un sovversivo probabilmente senza eguali in quel momento storico, che ha portato la sua visione a divenire parte integrante di quella mondiale.

I sette samurai è un film oltre la consapevolezza dello spettatore

I Sette Samurai Isao Kimura
Isao Kimura ne I sette samurai.

I sette samurai fu rifatto ufficialmente per la prima volta (in totale è stato rifatto quattro volte) negli Stati Uniti da John Sturges nel 1960 con il film I magnifici sette,. Il western che diede il via all'eterna discussione riguardo la reciproca influenza tra Kurosawa e il genere con i cowboy (pensate al caso di plagio che interessò La sfida del samurai e Per un pugno di dollari), che da lì in avanti riproporrà i topoi della formazione della squadra e dell'antieroe sconfitto dalla consapevolezza della vana gloria delle mille battaglie.

Tematiche e soluzioni narrative che si possono ritrovare in Quella sporca dozzina o Il mucchio selvaggio, ma anche nei film di Snyder, nelle pellicole degli Avengers, negli heist movie di Soderberg e persino in The Blues Brothers di John Landis o in A Bug's Life (che è praticamente uno dei tanti rifacimenti non dichiarati). Le sue innovazioni nelle tecniche di ripresa (come il ralenti) o le sue impostazioni formali si possono invece osservare in Django: Unchained, Mad Max: Fury Road, ma anche in The Mandalorian. Un lascito che copre un arco temporale di ormai 70 anni.

I Sette Samurai Toshiro Mifune
Il samurai di Toshiro Mifune.

Si può affermare con ragionevole certezza che I sette samurai di Akira Kurosawa sia il film più influente della storia del cinema perché tutti quanti lo abbiamo visto, pur non avendo visto tutti la pellicola originale. Un film talmente riutilizzato e con così tanta fruttuosità da aver reso iconici film considerati a loro volta seminali per altri titoli successivi. Il film più visto di sempre senza che lo spettatore fosse a conoscenza di stare vedendo proprio quello e una pellicola che va oltre la consapevolezza, divenuta nel corso degli anni grammatica base del linguaggio cinematografico. Se non è influenza questa, diteci voi cos'è.