Il sangue, il Mississipi e una chitarra maledetta, tanto da farci pensare al patto col diavolo firmato da Robert Johnson. A giudicare dalle prima immagini (compresa la clip che abbiamo avuto il piacere di vedere in anteprima) I Peccatori (Sinners, titolo originale) potrebbe essere la prova della maturità per Michael B. Jordan che, dopo la saga di Creed, si ritrova diretto nuovamente dall'amico Ryan Coogler. Non c'è dubbio che il film, tra horror e thriller psicologico, sia uno dei più attesi della stagione (lo vedremo al cinema il 18 aprile). Del resto, lo script originale, firmato dallo stesso Coogler, ha colpito immediatamente la Warner Bros. che si è aggiudicata i diritti di distribuzione. Dietro l'idea di Coogler (girata poi in formato IMAX 65mm), una digressione sovrannaturale inserita in un contesto d'epoca, in cui Michael B. Jordan interpreta il doppio ruolo di Elia ed Elias, fratelli gemelli che tornano nella loro città - dopo un passato travagliato - scoprendo che, ad aspettarli, c'è una nuova forma di paura.
I Peccatori: se Ryan Coogler guarda a Carpenter e Stephen King
"Sì, è la mia prima volta con l'horror", spiega Ryan Coogler, durante un incontro stampa organizzato per presentare il nuovo materiale promozionale del film. "Ho avuto modo di approfondire i titoli che mi sono piaciuti, e di analizzare perché li ho amati, cosa mi ha attratto verso di loro. È stato entusiasmante appoggiarti a quelle influenze e trovare un modo per raccontare la mia storia in quello spazio. È un genere che... sembra antico. Sembra la prima storia. È sempre stato lì. La prima storia che probabilmente abbiamo raccontato attorno al fuoco era una storia dell'orrore, ma in qualche modo sembra sempre fresca".
"Ed è un film molto fluido nel genere", continua il regista, "I Coen mi hanno influenzato, c'è un po' di Fargo. Ma penso anche a Robert Rodriguez e Carpenter. Un altro grande riferimento è stato il romanzo Salem's Lot. Su questo genere, la cosa che preferisco mai realizzata è Ai confini della realtà".
Uno spunto personale
I peccatori, come detto, è ambientato nel Mississipi durante gli anni Trenta. Per Coogler, che torna alla regia dopo Black Panther: Wakanda Forever, "lo spunto è anche molto personale. Anzi, I peccatori è stata la cosa più personale che ho scritto fino a oggi. Mio nonno materno è del Mississippi. Mio zio James, che è morto mentre stavo finendo Creed, anche lui del Mississippi. Era un posto in cui non ero mai stato. Mio nonno materno è morto prima che io nascessi. Siamo cresciuti in una casa che ha costruito a Oakland dopo essersi trasferito in California. Ho avuto la fortuna di avere un rapporto molto stretto con mio zio James. Questo film parla del seme che è iniziato con quella relazione con mio zio. Ascoltava sempre musica blues. Parlava del Mississippi solo mentre ascoltava quella musica. Ha avuto un profondo effetto sulla mia vita. Ho avuto la possibilità di scavare nella mia storia ancestrale con questo film, ed è stato estremamente gratificante".
"Il film, per me personalmente, è stato il recupero di un periodo e di un luogo di cui la mia famiglia non parla molto. Perché ci sono molti... ci sono molti sentimenti associati alla nostra storia qui. Soprattutto a causa del periodo".
Identità blues
Il trailer, così come la clip vista in anteprima, mostrano quanto il tono del film sia decisamente oscuro, enfatizzando poi il legame musicale che si aggancia all'identità blues. "Questo film parla di una comunità. E adoro quando la comunità viene coinvolta. Quindi, riusciamo a connetterci con i personaggi", dichiara Coogler. "L'unica finzione è il soprannaturale. Sono tornato a lavorare con il mio solito team. Hannah Beachler alla scenografia, Ruth Carte ai costumi, che è riuscita a riportare indietro nel tempo. Alle musiche c'è Ludwig Göransson, che prima di essere compositore è chitarrista. Il padre era ossessionato dai musicisti di quell'epoca. Con lui siamo andati ad Indianola, Mississipi, e abbiamo suonato sul palco del club dove si esibiva B.B. King".
"Il film parla di musica americana, di blues. La cultura Hoodoo, e poi Tommy Johnson e Robert Johnson. Culture e idee. In quasi tutte le culture c'è quella del vampiro. È qualcosa di molto presente. E, si sa, il Blues viene spesso chiamato la musica del diavolo. Quindi il film dialoga con tutte queste cose. Ma la dualità c'è sempre. I migliori musicisti blues sono anche i migliori cantanti R&B di oggi".
Sul formato, invece: "È stato bello riportare indietro una certa acquisizione analogica, è il mio primo film in celluloide dopo Fruitvale.E aveva molto senso per il periodo di tempo scelto. La Warner ci ha permesso di girare il film in un grande formato. Quindi è il primo film mai realizzato in questo modo. Si alterna tra Super Panavision e la pellicola 143 IMAX, 15 Perth. Sembra vecchio e fresco allo stesso tempo".
Un film pensato per il grande schermo
Non c'è dubbio che I peccatori sia stato concepito per essere proiettato sul grande schermo. Insomma, un film da cinema a tutti gli effetti. "Il film è stato realizzato per la sala, per essere visto tra il pubblico e con persone che non conosci. E abbiamo avuto la possibilità di mostrare alcune scene a poche persone, ed è stato davvero gratificante", specifica Ryan Coogler, che poi si sofferma sul cast del film: oltre Michael B. Jordan troviamo Hailee Steifeld, Jack O'Connell, Wunmi Mosaku e Delroy Lindo. "Ho avuto un'incredibile cast... e mi sento come se fossi il più fortunato", conclude Coogler. "Questo è tra i migliori cast con cui ho lavorato. Lo script non era basato sul materiale preesistente, e penso che tutti gli attori abbiano preso possesso dei loro personaggi. Era così... sorprendente. Ad esempio, questo cast mi ricorda quelli di Black Panther. Quando il pubblico guarderà I peccatori, sarà la prima volta che vedrà queste persone. Non ci sono libri a riguardo. E... Hanno davvero creato una comunità".