I crimini di Jimmy Savile, recensione: il lato oscuro dello show business su Netflix

La recensione de I crimini di Jimmy Savile, miniserie di Netflix sulla carriera e le malefatte del controverso conduttore radiofonico e televisivo.

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I crimini di Jimmy Savile: un'immagine della miniserie

Scusateci l'uso di termini forti, ma scrivendo la recensione de I crimini di Jimmy Savile, miniserie in due parti disponibile su Netflix, viene spontaneo pensare al titolo dell'autobiografia di Paolo Villaggio, data alle stampe vent'anni or sono: Vita, morte e miracoli di un pezzo di merda. Lì era autoironia, mentre in questo caso sarebbe la descrizione perfetta di uno dei più grandi scandali del mondo dello spettacolo nel Regno Unito, qui spiegato al pubblico internazionale all'interno del filone del true crime che è una delle cifre stilistiche di Netflix da alcuni anni a questa parte, in attesa di un'altra miniserie, questa volta di finzione e prodotta dalla BBC, dove Savile avrà le fattezze di Steve Coogan. Nel frattempo, chi si interessa a casi particolarmente scabrosi può ascoltare le parole del diretto interessato e di varie persone entrate in contatto con il suo mondo a dir poco malato, oggetto di un'indagine che mise a nudo un autentico orrore pluridecennale.

Chi era Jimmy Savile?

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I crimini di Jimmy Savile: un'immagine della miniserie

Nato nel 1926 e morto nel 2011, Jimmy Savile era uno dei volti più noti e popolari del piccolo schermo britannico, come uno dei conduttori fissi di Top of the Pops nei primi vent'anni di messa in onda (tornò poi per alcuni speciali e per l'ultimo episodio in assoluto, andato in onda nel 2006) e poi del programma Jim'll Fix It, dove lui realizzava i desideri di vari bambini. Era noto anche per le sue iniziative caritatevoli, in collaborazione con vari ospedali e ospizi, e questa attività lo rese particolarmente apprezzato presso la famiglia reale e anche in seno al governo, soprattutto durante gli anni di Margaret Thatcher che fu la prima a proporre che lui ricevesse un titolo nobiliare (ottenuto nel 1990). I suoi tratti distintivi erano il suo accento di Yorkshire, il sigaro e l'abbigliamento eccentrico (andava spesso in giro in tuta, anche per occasioni in teoria più eleganti), a cui si abbinava un comportamento un po' strambo: lo stesso Savile sosteneva di essere particolarmente portato per la conduzione di programmi dedicati ai bambini perché lui in realtà odiava quella fascia d'età. Una delle rare volte in cui gli fu espressamente chiesto se fosse attratto da ragazze minorenni, si difese dicendo che le ragazze in questione gli stavano vicino in TV solo per poter avere contatti con le celebrità che apparivano nei suoi programmi.

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I crimini di Jimmy Savile: un'immagine della miniserie

Poi, alla fine del 2012, circa un anno dopo la morte di Savile, saltò fuori che il programma Newsnight della BBC aveva dedicato una trasmissione, poi cestinata in seguito a pressioni dai piani alti della rete ammiraglia, alle centinaia di accuse di molestie e aggressioni sessuali nei confronti del presentatore, dagli anni Cinquanta in poi, con vittime di età comprese tra i 5 e i 75 anni (in quest'ultimo caso, Savile era solito molestare pazienti infermi negli ospedali). Le indagini portarono a galla precedenti accuse formali, di cui una già nel 1958, che però erano state accantonate per mancanza di prove, e il caso fu oggetto di un documentario trasmesso da ITV, la grande rivale della BBC. Il servizio pubblico britannico, accusato anche di aver insabbiato le malefatte di Savile per decenni, ha successivamente messo in atto una vera e propria damnatio memoriae, eliminando ogni traccia del controverso entertainer dai suoi archivi pubblici: da dieci anni, le repliche di Top of the Pops sono prive di svariati episodi fino al 1984, ossia tutti quelli condotti da Savile (e anche per questo motivo l'annuncio della miniserie con Steve Coogan è stato accolto in modo negativo da parte della stampa inglese, che ha parlato di sciacallaggio da parte dell'emittente a cui il mostro della TV britannica doveva il suo successo). Sono anche stati revocati vari titoli onorari (mentre altri, come da tradizione, sono decaduti al momento della morte), e la sua lapide pubblica, con un epitaffio ritenuto di cattivo gusto col senno di poi (la frase "È stato bello finché è durato"), è stata distrutta su richiesta della famiglia.

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I crimini di Jimmy Savile: un'immagine della miniserie

I crimini di Jimmy Savile si presenta con due episodi: il primo ripercorre la carriera di Savile, con spezzoni d'archivio che mettono in evidenza la sua personalità fuori dal comune, mentre il secondo presenta testimonianze di vittime, colleghi e giornalisti, svelando il lato oscuro della vita di un'icona del mondo dello spettacolo. Un'operazione il cui pregio maggiore è l'uso dell'archivio, che consente al pubblico mondiale di vedere direttamente Savile in azione, cosa molto rara oggi a causa dell'epurazione delle sue partecipazioni televisive in patria di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente. Al di là di quello, però, rimane la sensazione che, forse in vista di espansioni future come accaduto con altri titoli Netflix dedicati a veri casi di cronaca nera e scandali sessuali, questo sia un lungo bignami per gli spettatori fuori dal Regno Unito, dove le azioni di Savile sono di dominio pubblico. Un bignami che propone frammenti di scioccanti scoperte (condite con piccole dosi di complottismo sul presunto ruolo di governo e/o monarchia nell'occultare i crimini del presentatore mentre questi era in vita), ma ne omette altri: l'orrore del titolo è solo parziale, poiché manca all'appello, per esempio, il sospetto che lui fosse anche necrofilo. Di cattivo gusto, dirà qualcuno. Può essere, ma sarebbe altrettanto di cattivo gusto tenere da parte una fetta considerevole dell'accaduto per rendere Savile l'ennesimo ingrediente dell'algoritmo di Netflix.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Jimmy Savile: A British Horror Story, sottolineando come si tratti di una miniserie documentaria di Netflix che propone al pubblico internazionale, con fare coinvolgente ma superficiale, una delle storie più curiose di attività criminale nel mondo dello spettacolo.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.8/5

Perché ci piace

  • L'uso del materiale d'archivio è sopraffino.
  • L'argomento è degno di approfondimento...

Cosa non va

  • ... ma qui è trattato in modo un po' superficiale, omettendo diversi dettagli del caso.
  • La parte propriamente crime arriva solo nel secondo episodio, con uno spazio inaspettatamente ridotto.
  • Sconsigliato ai deboli di stomaco.