Horizon: An American Saga - Capitolo 2, recensione: Kevin Costner e il western delle donne

Con Horizon: An American Saga - Capitolo 2 Kevin Costner ci fa scoprire la durissima vita delle donne nel vecchio west, attraverso la storia dei primi coloni della San Pedro Valley.

Kevin Costner in Horizon - Capitolo 2

Bisognerebbe chiedere scusa a Kevin Costner. Quando Horizon: An American Saga - Capitolo 1, primo di una serie di quattro film, è stato presentato in anteprima a Cannes 2024, in molti hanno gridato al western misogino e razzista. È vero, la prima parte si concentra molto sugli uomini della storia, ma sarebbe bastato aspettare di vedere il capitolo due per capire che il regista, attore e produttore ha deciso di dedicare ognuno dei blocchi a un tema preciso. E Horizon: An American Saga - Capitolo 2 si concentra proprio sui personaggi femminili. Presentato a Venezia 2024, e per ora senza una data d'uscita, questo nuovo episodio della corsa dei primi coloni della San Pedro Valley ci mostra un aspetto quasi mai raccontato di quegli anni: la vita quotidiana delle donne nel vecchio west.

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Un'immagine di Horizon: An American Saga

Se infatti il cinema e le serie si sono spesso concentrate soprattutto sugli scontri tra cowboy e indiani sempre dal punto di vista degli uomini - e in particolare degli uomini con le pistole, che fossero cacciatori di taglie o sceriffi - raramente ci è stato mostrato come potesse essere la vita di una donna agli albori della società statunitense. Grazie a un nutrito e vario gruppo di personaggi, Horizon Capitolo 2 ci fa capire come la vita a quei tempi fosse durissima per tutti, ma forse ancora di più per gli esponenti di sesso femminile.

Raramente istruite all'uso delle armi, il loro destino era molto limitato: diventare mogli o prostitute. In entrambi i casi la loro esistenza era determinata da uomini. Costner, che ha scritto la sceneggiatura insieme a Jon Baird, ci mostra la difficoltà e la frustrazione provata da queste pioniere, costrette a lavorare duramente, cercare di sopravvivere e in più mortificate nelle loro aspirazioni, malmenate, violentate. Nonostante i personaggi rappresentati siano tutti molti diversi, hanno una cosa in comune: la rabbia.

Le donne di Horizon: An American Saga

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Abbey Lee in Horizon: An American Saga

Costner si concentra in particolare su Frances Kittredge (Sienna Miller), vedova con una figlia di 13 anni, Elizabeth (Georgia MacPhail), che cerca di ricostruire da sola la sua casa incendiata dai nativi americani. A sua insaputa la ragazza fa amicizia proprio con uno di loro, fatto che sicuramente avrà dei risvolti importanti nel Capitolo 3: gli "Indiani" al momento sono gli altri grandi assenti del racconto, ma, da quanto si vede alla fine del Capitolo 2, è chiaro che il prossimo sarà dedicato proprio a loro.

Ci sono poi Marigold (Abbey Lee), che si prostituisce ma sogna di diventare una scrittrice, e Juliette Chesney (Ella Hunt), professoressa inglese che deve affrontare una traversata durissima insieme a una carovana, in cui attira l'attenzione di compagni di viaggio pericolosi e senza scrupoli. C'è poi anche la storia di una ragazza cinese, i cui parenti vogliono costruire una sala da tè, e di tre sorelle cresciute dal padre come ragazzi.

Tutte queste storie si alternano come nel Capitolo 1 e mano mano scopriamo qualcosa di più di ogni personaggio. In un mondo basato principalmente sulla violenza e la prevaricazione, tutte loro devono puntare più sull'intelligenza e sull'arte del compromesso per cavarsela. C'è quindi chi diventa maestra di sopravvivenza, chi di pubbliche relazioni e chi di commercio.

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Il vecchio west e il presente

Kevin Costner ha cominciato a pensare a questa saga quasi 40 anni fa. È il progetto di una vita, in cui ha investito anche una parte consistente del proprio patrimonio. A differenza del suo capolavoro cinematografico Balla coi lupi, pensiamo che quest'opera sia più adatta alla televisione che alla sala. E non è un insulto: Horizon: An American Saga è un lavoro affascinante per ambizione e scala. I personaggi sono numerosissimi, gli spazi infiniti, l'equilibrio tra tutti questi elementi difficile da mantenere. Eppure Costner riesce a tenere insieme tutto con abilità, creando un grande racconto popolare imperdibile per gli amanti del western.

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Sienna Miller in Horizon: An American Saga

È vero, il ritmo è lento, seguire tutte le storie richiede attenzione, ma l'amore e la passione che l'autore ha messo in questa storia sono evidenti. Per sé Costner ha ritagliato il ruolo di una specie di eroe mitologico, Hayes Ellison, dalla morale saldissima e la pistola velocissima, ma che non ruba la scena agli altri protagonisti. Anzi. Nel raccontarli è in costante dialogo con il presente, facendo dire loro farsi come: "Quando arrivi a questo punto importa solo chi sei e con chi sei. Giusto e sbagliato arriveranno dopo, forse anche la decenza e l'amore". Costner sa che gli Stati Uniti sono nati col sangue e che "la più grande democrazia del mondo", come gli Americani amano definirsi, in realtà è sempre definita dal concetto di frontiera. Proprio per questo l'autore sta facendo un'operazione importante e ammirevole: un'opera che è come un grande romanzo storico sulle origini degli Stati Uniti. Per cui non possiamo che avere il massimo rispetto.

Conclusioni

Il secondo capitolo di Horizon: An American Saga si concentra sui personaggi femminili: raramente abbiamo visto al cinema o nelle serie la vita quotidiana delle donne nel vecchio west. La vita all'epoca era dura per tutti, ma forse per gli esponenti di sesso femminile ancora di più: oltre alla sopravvivenza e al lavoro sfiancante, queste donne dovevano affrontare anche la violenza sessuale, l'umiliazione, la mortificazione delle proprie aspirazioni. Kevin Costner ci fa conoscere un nutrito gruppo di personaggi molto diversi tra loro, tutte accomunate da un sentimento: la rabbia.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • L'amore di Kevin Costner per il western e la sua ambizione.
  • L'idea di raccontare la vita quotidiana delle donne nel vecchio west, poco vista al cinema e in tv.
  • Il ricco cast.
  • Gli spazi infiniti.
  • La volontà di realizzare un grande romanzo storico e popolare per i immagini.

Cosa non va

  • Il ritmo è lento.
  • Il grande numero di personaggi richiede attenzione.
  • Horizon An American Saga è un'opera che funziona meglio in televisione che al cinema.