Homicide: New York, la recensione: sangue e ricordi per un'ottima docu-serie crime

La recensione di Homicide: New York, docu-serie ideata dal creatore di Law & Order in cui agenti e detective del NYPD ripercorrono alcuni dei casi più brutali della loro carriera. In streaming su Netflix.

Homicide: New York, la recensione: sangue e ricordi per un'ottima docu-serie crime

Le prove non mentono. Le persone invece sì.

Un pluriomicidio; una scomparsa misteriosa nel quartiere di Wall Street; un omicidio a Central Park, e un altro nel proprio ufficio; omicidi seriali e violenze ad Harlem. New York si fa centro nevralgico di un mondo criminale entro il quale segnare, come tante bandierine incastrate su un mappamondo, strascichi di sangue e colpi mortali, a opera di identità sconosciute, assassini impensabili, giovani decisi a prestarsi a divinità di morte. Ma, come sottolineeremo in questa recensione di Homicide: New York, ciò che si presta allo sguardo dello spettatore in questa docu-serie in cinque episodi disponibile su Netflix e ideata da Dick Wolf, non è finzione. Nulla è nato dal frutto dell'immaginazione di autori seriali. Tutto in Homicide: New York vive di angosciante, dolorosa, realtà.

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Homicide: New York, un momento della serie

Ogni foto mostrata, ogni voce rotta dal pianto, ogni detective seduto davanti alla cinepresa, sono tutti tasselli di un puzzle di memorie di casi così sorprendenti da esulare l'umana comprensione. Così pregni di sangue, così indicibili, così privi di una qualsiasi motivazione, i salti nel passato compiuti da agenti e detective del New York Police Department si fa materiale imprescindibile per una serie capace di non snaturare ogni minimo racconto, ma enfatizzarlo, elevandolo a saggio cine-televisivo di una criminalità nascosta all'ombra delle luci di una città che non dorme mai.

Homicide: New York - la trama

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Homicide: New York: un'immagine della docuserie

Nel dipartimento di polizia di Manhattan, esistono non meno di due dipartimenti di omicidi dedicati alle indagini sui crimini violenti: Manhattan North e Manhattan South. Homicide: New York ci presenta 5 di queste storie agghiaccianti raccontate dai detective incaricati dei casi. Si passa così dal caso di una coppia di amici che per duemila dollari uccidono tre persone e ne feriscono altre due in un appartamento sopra il famoso Carneige Deli a Broadway, per poi passare al ritrovamento di un corpo brutalmente mutilato nel lago di Central Park. Il terzo episodio porta sullo schermo la storia di una madre amorevole e donna delle pulizie  scomparsa nel nulla da un edificio di 26 piani nel Financial District, mentre in Assassinio a Midtown, a essere trattato è l'omicidio di un uomo d'affari che ha atteso ben 21 anni per ritrovare il proprio colpevole. A chiudere questa dolorosa rievocazione la storia di un assassinio seriale reo di prendere di mira giovani vittime nel quartiere di East Harlem.

Una danza macabra

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Homicide: New York: una scena della serie

Niente in Homicide: New York sconfina nello spazio di ricostruzioni emotivamente esacerbate, in discorsi iperbolici o in litanie retoriche. Il montaggio accurato, grazie al quale la forza del ricordo abbraccia e si fonde con il potere visivo di istantanee private delle vittime, o scatti rubati sulla scena del crimine, è una sorta di danza macabra. Circondato da fantasmi di casi riaperti e poi conclusi, tra sentenze e sospiri di sollievo, il pubblico non può far altro che accettare di farsi testimone di confessioni tenute nascoste nello spazio di un'indagine, e di sentimenti forse mai prima condivisi da parte di uomini e donne chiamati ad indagare, ricercare la verità in una goccia di sangue, o di un cedimento personale. La cinepresa non vaga mai senza freni, ma lascia che a guidare la macchina della narrazione sia la forza del ricordo di ogni singolo protagonista, senza intromissioni, o forzate spinte sull'acceleratore del sensazionalismo. Con quello stesso sguardo analitico-metodologico con cui conducono le proprie indagini, i detective e gli agenti qui ascoltati, ripercorrono in ogni più piccolo dettaglio, casi apparentemente impossibili, ritrovamenti dolorosi, corpi senza vita e familiari senza voce. Il tutto con estrema delicatezza e sensibile ricordo.

Camminare sul doloroso viale del ricordo

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Homicide: New York: una scena della docuserie

Homicide: New York non è solo un confessionale per agenti di polizia; Homicide: New Yok è anche un doloroso ritorno sul viale del ricordo per coloro che sono rimasti, mentre figli, nipoti, padri o madri sono per sempre volati via, spezzati da una mano nefasta che per capriccio, sete di potere, o pura noia, ha reciso il loro filo della vita. Sfruttando appieno la potenza di storie dolorosamente coinvolgenti e magnetiche, il regista e il montatore hanno saputo costruire un'opera ben strutturata sul palcoscenico urbano di New York. Ogni frammento mnemonico trova così il proprio corrispettivo visivo, sotto forma di filmato di repertorio, scatti fotografici, o volti segnati dalla perdita.

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Homicide: New York: una scena

È un viaggio dinamico, Homicide: New York, ed è una montagna russa che ti lancia a cento chilometri al secondo al centro di un caso da risolvere. La fotografia ombrosa attraversata da luci accecanti, e i colori accesi di una metropoli, si fa dipinto magnetico per occhi che cercano una prova corroborante aprendo sprazzi di ricordi passati per casi così difficili da assimilare, o a cui credere. Ed è un meccanismo veramente complesso quello della mente umana: da una parte vi è chi scruta, agisce, uccide; dall'altra chi cerca, ascolta, chiede e incrimina. Ma il fardello più pesante è destinato a chi si trova nel mezzo di questa lotta antitetica tra cattivi e buoni, agenti e mandanti: sono le vittime in attesa di giustizia, e le famiglie la cui vita è è posta in una parentesi senza tracciabilità di conclusione i veri traghettatori di questo Acheronte infernale.

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Homicide: New York: una scena

Uomini e donne la cui vita si è ridotta a un caso da ricordare, o una sentenza da narrare, nella speranza di farsi monito mediatico, affinché nessun altro caso venga aperto, e nessun altro poliziotto si ritrovi davanti a una cinepresa per raccontare di delitti e di violenze. Ma sappiamo che tutto questo non sarebbe altro che un bel sogno a occhi aperti, materiale perfetto non per un documentario, ma per un film fiabesco.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Homicide: New York sottolineando quanto la docu-serie in cinque puntate disponibile su Netflix confermi la proposta altamente qualitativa della piattaforma nel campo del documentario. Sfruttando la potenza del ricordo da parte di chi, tra testimoni e agenti, ha vissuto sulla propria pelle alcuni dei casi più brutali che hanno traumatizzato New York. Al resto ci pensa un comparto visivo di pregiata fattura e l'impiego di inserti di repertorio corroboranti ogni parola detta, ogni sospiro lasciato vagare nello spazio di visione.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.8/5

Perché ci piace

  • Il montaggio capace di alternare i volti dei protagonisti, con materiale di repertorio, o istantanee private.
  • La fotografia giocata tra la luce della speranza e il buio della morte
  • La scelta di lasciare raccontare la brutalità dei casi a chi li ha vissuti in prima persona.

Cosa non va

  • Il finale un po' troppo melenso.