Il plot
Carrie Mathison e Saul Berenson, attaccati insieme ad altri agenti della CIA in un agguato dei cecchini di Haissam Haqqani, rispondono al fuoco e attendono invano l'aiuto dell'ISI; Tasneem Qureshi, infatti, decide di lasciare che Haqqani colpisca il cuore del potere statunitense in Pakistan ritardando il suo intervento. Mentre Carrie, Saul e i marine respongono l'attacco dei terroristi, l'ambasciatrice Martha Boyd, suo marito Dennis e Andrew Lockhart si rifugiano nella camera blindata dell'ambasciata. L'edificio viene messo sotto assedio da Haqqami e i suoi uomini, i quali prendono in ostaggio diversi membri del personale dell'ambasciata; Haqqani minaccia di commettere una strage se Lockhart non gli consegnerà la lista degli informatori segreti della CIA.
Lockhart cede al ricatto di Haqqami ed esce dalla camera blindata; pochi istanti dopo Peter Quinn interviene all'improvviso, mette in fuga i talebani e ferisce Haqqami, ma l'uomo, dopo aver ucciso Fara Sherazi, porta via con sé i documenti di Lockhart. In seguito alla strage, la Casa Bianca decide di interrompere le relazioni diplomatiche con il Pakistan e di far tornare l'intero personale dell'ambasciata e della CIA negli Stati Uniti. Dennis, ancora prigioniero, dichiara a Martha di volersi suicidare, ma alla fine non dà atto al suo proposito. Nel frattempo, la notte prima della partenza, Peter abbandona l'ambasciata e rintraccia il terrorista Farhad Ghazi, sequestrandolo. Carrie riceve da Lockhart il permesso di rimanere altri cinque giorni in Pakistan allo scopo di ritrovare Peter.
Commento all'episodio
Reduce da una sequela di episodi fenomenali, inclusi i precedenti Halfway to a Donut e There's Something Else Going On, Homeland raggiunge un nuovo picco di tensione con 13 Hours in Islamabad, ennesima perla di una quarta stagione che continua a ripagare appieno le aspettative. Questa decima puntata si apre negli istanti immediatamente successivi ai due clamorosi cliffhanger dell'episodio precedente: l'agguato che vede Carrie Mathison e Saul Berenson sottoposti al fuoco nemico e l'imminente invasione dell'ambasciata americana da parte di un manipolo di terroristi. Grazie ad un ritmo infallibile e all'efficace regia di Dan Attias, che trasmette la suspense e il costante senso di pericolo senza scivolare in eccessi di virtuosismo, 13 Hours in Islamabad offre una mezz'ora di spettacolo al cardiopalma, capace di bilanciare alla perfezione il thrilling, l'emozione e la tragedia.
E dopo aver mostrato l'ambasciata della nazione più potente del mondo nel pieno della sua drammatica fragilità, l'episodio si chiude con un epilogo più rilassato ma, inevitabilmente, pervaso dal sentimento di delusione e di sconfitta dei protagonisti. Gli autori non indugiano in pietismi ricattatori, ma trasmettono l'atmosfera di lutto semplicemente con pochi gesti e parole ben scelti, o con la raggelante semplicità di un pavimento ricoperto di cadaveri a malapena nascosti da un telo. Di grande impatto anche la sequenza del durissimo confronto fra i coniugi Martha e Dennis Boyd, nel momento in cui quest'ultimo annuncia il proposito di togliersi la vita per risparmiare alla propria famiglia la vergogna della pubblica gogna; così come quella del confronto fra l'ambasciatrice e Andrew Lockhart all'interno della camera blindata, durante il quale i personaggi si trovano ancora una volta di fronte a un grave dilemma morale.
What's next?
Con la partenza dei membri della CIA e degli altri membri dell'ambasciata americana, Carrie ora è rimasta sola. Nei due episodi conclusivi di questa quarta stagione vedremo dunque l'eroina impersonata da Claire Danes agire ad Islamabad senza alcun supporto, nel tentativo di evitare che il collega e amico Peter possa cadere vittima dei terroristi a cui sta dando la caccia. Per il finale di Homeland, insomma, si profila un'altra situazione estrema, in procinto di svilupparsi in una disperata corsa contro il tempo...
Conclusioni
Con 13 Hours in Islamabad, la quarta stagione di Homeland ci regala un altro episodio davvero memorabile: un concentrato di tensione in grado di coniugare suspense e realismo secondo un perfetto equilibrio, proponendo agli spettatori un racconto esplosivo che segna la climax (almeno fino a questo momento) del percorso narrativo costruito da Howard Gordon ed Alex Gansa.
Movieplayer.it
4.5/5