Holly, la recensione: utopie di comunità per un film eccessivamente annoiato

La recensione di Holly: la belga Fien Troch esamina il senso della credenza e la piaga del bullismo in un film dal tono estremamente lento e, purtroppo, inconcludente.

Holly, la recensione: utopie di comunità per un film eccessivamente annoiato

Un po' romanzo di formazione, un po' affresco attuale, sull'incomunicabilità contemporanea, ma anche affresco sui falsi miti, sulle false ideologie, sulla facilità moderna di cadere nelle trappole, senza uscirne indenni. La belga Fien Troch, in 103 minuti, scrive e dirige Holly, alternando il ritmo e dosando la storia, e così allungando l'intera messa in scena. Il risultato? I presupposti ci sono, lo svolgimento, invece, non rende giustizia all'intuizione iniziale, risultando quasi sfidante nei confronti dello spettatore.

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Holly: Sofie Geysens in una foto

Una scelta stilistica chiara, probabilmente voluta dalla regista, che ha presentato il film a Venezia 2023, in Concorso. Anche perché poi l'estetica ci sarebbe, ed è effettivamente ben disegnata, studiata, elegante nella sua formalità. Ciò che potrebbe mancare, infatti, è il trasporto emotivo, o un diretto coinvolgimento, che rafforzerebbe la soglia di attenzione. Certo è, Fien Troch, a livello visivo, dimostra un interessante sguardo: non molla mai la protagonista, quasi le tiene la mano, la sostiene e la accompagna, sfruttando in modo pieno l'ottima fotografia di Frank van den Eeden.

Holly, crederci o no?

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Holly: una foto del film

La protagonista, che da il titolo al film, è Holly, interpretata da una brava Cathalina Geeraerts. Holly è un'adolescente, ha pochi amici, è taciturna. Una mattina, però, cambia tutto: non va a scuola. Una cosa così semplice, però, nasconde molto altro: decide di non andare a scuola perché ha una strana e brutta sensazione. Tant'è, che quel giorno la scuola va a fuoco.
La comunità è sconvolta, serve un appiglio, un punto per ripartire. E Holly potrebbe essere la ripartenza, la speranza. Tra l'altro, sembra possedere poteri strani, tra premonizioni e guarigioni. Entrerà a far parte di un gruppo di volontari, portando un'energia ritrovata. Ciononostante, la stessa comunità comincerà a pretendere di più dalla ragazza, trovandosi davanti ad una scelta.

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Buone intuizioni, struttura fragile

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Holly: una scena del film

Detta così, la trama di Holly potrebbe suggerire una svolta sci-fi: premonizioni, guarigioni, miracoli. Invece, lo spirito del film si guarda bene da ciò, preferendo l'introspezione, l'accenno, il dubbio. Effettivamente, il percorso della protagonista suggerirebbe questo, ma il film si divincola dal genere e punta sui silenzi e sugli accenni, instaurando ambiguità e incertezza. Davvero, Holly ha il dono di poter far miracoli? Oppure la società moderna è talmente suscettibile da credere a tutto? E se invece fosse un'alternativa per raccontare il bullismo da un altro punto di vista? C'è da dire che il profilo della protagonista non è verticale, ma sfilato, fugace, quasi inafferrabile.

Il punto, come scritto all'inizio della recensione, non è il pretesto iniziale, ma la nostra capacità nel credere in ciò che vediamo, in quanto la struttura sembra non spostare nulla. Che vuol dire? Che in Holly accade poco, troppo poco. L'idea iniziale non si regge, in quanto lo svolgimento è fin troppo esile, quasi irrisolto. Peccato, perché poi sul tavolo ci sarebbero ottimi ingredienti: Cathalina Geeraerts è una rivelazione, Fien Troch è una brava regista (a Venezia c'era già passata, vincendo miglior regia sezione Orizzonti con Home), i temi sono attuali, forti. È il resto, tutto il resto, a non avere la giusta sostanza.

Conclusioni

Una buona idea di partenza, un'attrice protagonista rivelazione, un'estetica che funziona. Eppure, come scritto nella nostra recensione, Holly di Fien Troch si perde in una struttura fragile e irrisolta, senza avere la forza di mantenere alta la giusta attenzione, e quindi perdendosi in uno svolgimento privo di guizzi.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
4.8/5

Perché ci piace

  • Cathalina Geeraerts è molto brava.
  • Un'ottima estetica, e una buona idea di partenza...

Cosa non va

  • ... che si blocca in una struttura gracile.
  • Nella parte centrale accade poco. Troppo poco.