Hirokazu Kore’eda: “Sul set ho scoperto cose della vita che non sapevo”

Intervista video al regista Hirokazu Kore'eda, ospite di Roma 2019 lo sguardo dei bambini, l'umorismo, il suo primo film europeo e il potere rivelatore del set.

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Venezia 2019: il regista Kore-eda Hirokazu al photocall di Le verità

Dopo aver vinto la Palma d'Oro nel 2018 con Un affare di famiglia, Hirokazu Kore'eda è rimasto legato alla Francia, tanto da realizzare il suo primo film europeo proprio in lingua francese, Le verità, con protagonista una scatenata Catherine Deneuve, film di apertura all'ultima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.

In questi giorni il regista giapponese è stato ospite alla Festa del Cinema di Roma 2019, dove gli abbiamo chiesto, vista la sua sensibilità al tema, quanto è importante trovare la propria famiglia, non necessariamente quella in cui siamo nati: "Per me una famiglia legata dal vincolo di sangue non è qualcosa da ignorare, anzi: nelle mie opere ci sono molte famiglie con legami di sangue. Però è anche vero che se ci si focalizza troppo sulla propria famiglia di appartenenza a volte non si riesce a sviluppare le proprie speranze. A me interessa soprattutto come ci si rapporta alla famiglia: di qualsiasi tipo sia."

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Our Little Sister: il regista Hirokazu Koreeda sul set
Our Little Sister: il regista Hirokazu Koreeda sul set

Le verità è un film molto divertente: ci voleva una lingua diversa dalla sua per fare una commedia così piena di ironia? "L'aver realizzato un film comico non ha a che fare con il luogo in cui è girato: Un affare di famiglia e The Third Murder trattano temi pesanti, quindi ho deciso di girare qualcosa dal ritmo più brillante. È stato un bisogno fisiologico: un modo per trovare un equilibrio."

La video intervista a Hirokazu Kore'eda

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Il potere rivelatori del set

Il personaggio di Catherine Deneuve in Le verità mentre sta girando una scena, scopre delle cose su se stessa che non conosceva. È successo anche al regista? "Assolutamente sì" ci ha detto Kore'eda, proseguendo: "Sul set di Un affare di famiglia: nell'ultima scena vediamo il padre e il figlio insieme. Il figlio non aveva mai voluto chiamarlo padre e nella scena dell'autobus vediamo il bambino che muove la bocca come per dire papà. Lì mi sono reso conto che ci sono delle famiglie iniziano quando si abbandonano: nel momento in cui si dicono addio finalmente si rendono conto di essere stati una famiglia. L'ho capito alla fine del film."