Vittorio De Sica diceva che la cosa più difficile è dirigere i ragazzini sul set. Roberto Faenza è convinto del contrario, e pensa che sia la cosa più facile al mondo. In questi giorni è nelle sale il suo nuovo film, Hill Of Vision, in cui racconta l'infanzia e l'adolescenza di Mario Capecchi, cresciuto per strada durante la Seconda Guerra Mondiale, e poi alle prese con un difficile inserimento a scuola nella sua seconda vita in America. "Si vede che De Sica è stato sfortunato, che ha incontrato i ragazzini sbagliati" ci ha risposto con un sorriso Roberto Faenza, nella nostra video intervista in occasione della presentazione del film. "E che io ho incontrato quelli giusti. Sono ragazzini che fanno una parte difficilissima, hanno tante traversie, si confrontano con tante realtà. Per cui mi chiedo, adesso che ho rivisto il film: come hanno fatto? A differenza di De Sica, io penso che i ragazzini siano più facili da gestire degli adulti, soprattutto se a loro piace la parte, se si identificano con il ruolo". In particolare, Faenza ha una storia speciale da raccontare. "Tanti anni fa, per il film Jona che visse nella balena, scelsi un ragazzino perfetto. Ma il giorno in cui iniziammo a mettergli gli abiti di scena si rifiutava di mettersi questi costumi che erano sporchi, visto che eravamo sotto la guerra. Non ha fatto il film. Ho dovuto scegliere un altro ragazzino". Così Faenza ha imparato una cosa sul lavorare con gli attori più giovani. "Ho capito che devi confrontarti con la psicologia dei ragazzi, non devi imporgli delle cose: non siamo a scuola. Devi far sì che loro sentano la parte che devono interpretare e li devi lasciare liberi di farlo. Ho sempre incontrato dei ragazzini che, una volta che si sono confrontati con questa realtà, hanno dato il meglio. Quasi non li devo dirigere: fanno tutto da soli. Imparano il copione e sono talmente contenti di fare quel ruolo che non c'è bisogno del regista".
Anche Rosa Diletta Rossi, attrice giovane ma già molto esperta, non ha avuto difficoltà a confrontarsi con questi ragazzini. "È stato facilissimo. Erano preparatissimi" ci ha risposto. "Ricordo che eravamo in albergo e che ho detto loro: ci vediamo per cena. E dicevano: arrivo più tardi perché devo studiare. Sono molto disciplinati. Ci siamo sempre interfacciati in maniera molto adulta, e divertente". "E poi lei è talmente bella che si sono innamorati" interviene Roberto Faenza. "E quindi non c'è stato problema". In Hill of Vision i ragazzini sono stati tutti bravissimi, in particolare i tre protagonisti, Jake Donald - Crookes e Lorenzo Ciamei, che interpretano Mario adolescente e Mario Bambino, e Sofia D'Elia, che interpreta Frank, l'amica d'infanzia e di sventura di Mario.
La nostra video intervista a Roberto Faenza e Rosa Diletta Rossi
Roberto Faenza: "Se ce l'ha fatta Mario ce la possono fare anche i bambini ucraini"
Hill Of Vision ci racconta un tempo passato, la Seconda Guerra Mondiale, ma fa pensare anche all'attualità. "È vero" ci conferma Roberto Faenza. "Racconta il passato. La storia di questo bambino durante la Seconda Guerra Mondiale, che sopravvive a tutto, alle cose più atroci. Viene abbandonato, viene lasciato solo, senza mai fare un pasto caldo in sette anni. Miracolosamente torna in America, grazie alla madre, che è americana. E in America è un disadattato: le scuole lo rifiutano, non sa l'inglese, è analfabeta, eppure ce la fa. Diventerà Nobel per la scienza. Penso che sia una storia talmente forte ed edificante, che è molto attuale oggi. Perché ci sono molti ragazzini che oggi fuggono dalla guerra, esattamente come Mario. E si spera che possano avere un futuro come lui. Certo, non tutti diventeranno Nobel. Però se noi, che dobbiamo vivere questa realtà, ci confrontiamo con quello che è accaduto e la rapportiamo a quello che potrebbe accadere, forse ce la possono fare anche loro".
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Rosa Diletta Rossi: "Abbiamo cercato di rendere più amabile il personaggio di Francesco Montanari"
Rosa Diletta Rossi è una donna che sta accanto a un uomo terribile, molto violento, il padre di Mario, interpretato da Francesco Montanari, molto duro, e ha un ruolo di mediazione, di dolcezza. "Innanzitutto abbiamo cercato di rendere più amabile il personaggio che interpreta Francesco Montanari, Luciano Capecchi che, dai racconti di Mario, era un uomo terribile" ci spiega l'attrice. "Ci siamo detti: se quest'uomo aveva vicino una donna non doveva essere così terribile e poi i ricordi di quando siamo bambini sono spesso mediati dalle emozioni. Abbiamo cercato di costruire un rapporto tra loro due che fosse di sostegno. Questa donna resta accanto a quest'uomo che, all'inizio, sembra un vincente, ma che poi, con la guerra, perderà e comincerà a dare segni di cedimento. E lei continuerà a stargli accanto, parecchio provata".
Roberto Faenza: "Milena Canonero è una forza che auguro a tutti"
Hill Of Vision si è avvalso di un contributo d'eccezione. È Milena Canonero, costumista premio Oscar che qui è anche in veste di produttrice. Che esperienza è stata lavorare con un personaggio così? "Milena è il conforto di avere accanto una persona che ha fatto il cinema più importante degli ultimi cinquant'anni" ci risponde Faenza. "Ha lavorato con Coppola e Kubrick, ha fatto film come Arancia Meccanica. Avere accanto una persona così ricca è una fortuna che auguro a tanti registi. Milena non è solo una grande costumista. Per lei il costume non è niente: è importante il personaggio, il costume viene dopo. Avere accanto una coregista è avere un aiuto, una forza che auguro a tutti". "Milena ha una visione d'insieme" aggiunge Rosa Diletta Rossi, "non legata solo al personaggio. Le prove costume con lei ti fanno finire già dentro alla storia. Faceva le foto nella situazione in cui il personaggio si doveva trovare. Gli abiti vestono un'azione, non soltanto la tua figura".