Come scoprirete nella nostra recensione di High School Musical: The Musical - La Serie, la serie, disponibile su Disney+ dal 24 marzo, fatica un po' a convincere nei primi due episodi, pagando un po' il confronto con i popolari film tv che hanno regalato il successo a Zac Efron e Vanessa Hudgens. Già nel secondo capitolo della storia, tuttavia, l'approccio in stile mockumentary diventa più convincente e i personaggi vengono delineati in modo meno stereotipato, facendo quindi ben presupporre per quanto riguarda l'evoluzione del racconto.
L'idea alla base del progetto dal titolo lungo ed esplicativo è molto semplice: nello stesso liceo dove sono stati girati i lungometraggi gli studenti sono impegnati a portare in scena il musical ispirato alla storia di Troy e Gabriella, progetto seguito in stile documentario.
Sulla carta l'espediente narrativo appariva un po' forzato e bisogna pazientare un po' prima di lasciarsi coinvolgere dal racconto di questa nuova generazione di aspiranti star del teatro che, nella già annunciata seconda stagione, si metteranno alla prova preparando la rappresentazione del musical La Bella e La Bestia.
Uno spettacolo in pieno stile Disney
High School Musical: The Musical - The Series prende il via all'inizio dell'anno scolastico quando l'insegnante di recitazione (Kate Reinders), che sostiene di aver fatto parte del cast dei film di Disney Channel, decide che è arrivato il momento di portare in scena il musical tratto da High School Musical, nel teatro del liceo usato come location dalla produzione. I ruoli di Troy e Gabriella vengono così assegnati a Nini (Olivia Rodrigo) e Ricky (Joshua Bassett), che si è iscritto alle audizioni solo nel tentativo di riconquistare l'ex fidanzata. Tra i due la situazione è piuttosto complicata perché il ragazzo era convinto che la loro relazione fosse solo in "pausa" e al ritorno a scuola scopre invece che lei l'ha lasciato e ora fa coppia con E.J. Caswell (Matt Cornett), anche lui nel cast dello spettacolo.
Tra gli interpreti impegnati nell'allestimento dello show ci sono poi Gina Porter (Sofia Wylie) che si è trasferita da poco in città, Big Red (Larry Saperstein) che diventa involontariamente stage manager mentre passa il suo tempo con l'amico Ricky, Ashlyn Caswell (Julia Lester) che sogna di diventare cantautrice ed è la cugina di E.J., la femminista Kourtney (Dara Renée) che è anche la miglior amica di Nini, e Carlos (Frankie Rodriguez) che si occupa delle coreografie.
Non tutti alla East High Schol di Salt Lake City sono però entusiasti all'idea che gli studenti occupino il proprio tempo dedicandosi al musical e tra i detrattori c'è Benjamin Mazzara (Mark St. Cyr).
Come ogni teen drama che si rispetti, i giovani protagonisti sono alle prese con amori, rivalità, progetti per il futuro e tentativi di diventare adulti rimanendo se stessi e trovando il proprio posto nel mondo.
Un franchise che cerca di rinnovarsi
Il progetto creato da Tim Federle, recentemente co-sceneggiatore del film animato Ferdinand, riporta sugli schermi le situazioni e le tematiche già affrontate a partire dal 2006 dal franchise di Disney Channel cercando di offrirne un approccio adatto al formato seriale e al passo con i tempi. High School Musical: The Musical - La serie attinge un po' a successi come Glee e agli intrecci tipici dei tradizionali teen drama, a cui si aggiunge l'elemento mockumentary che è stato sfruttato recentemente con intelligenza da American Vandal. Il risultato, nella prima puntata, non è immediatamente dei più convincenti. The Auditions, episodio diretto dalla veterana Tamra Davis, introduce lo spunto narrativo e i protagonisti, in particolare Nini e Ricky, senza riuscire a offrire qualcosa di realmente originale o a delineare i personaggi al di fuori dei confini di modelli già apparsi innumerevoli volte sul piccolo schermo. Nonostante la gioia di ritornare nei corridoi, nella palestra e nella sala prove dell'East High, l'entrata in scena dell'insegnante Miss Jenn, somma di ogni possibile stereotipo legato alle attrici che si ritrovano ad essere insegnanti al liceo, e l'espediente narrativo legato alla situazione sentimentale complicata dei due giovani a cui viene affidato il ruolo di Gabriella e Troy, non lasciano il segno.
A convincere, tuttavia, è la parte musicale che dimostra fin dalle prime battute che negli episodi non ci sarà spazio solo per gli ormai famosi brani dei film, ma anche per canzoni originali accattivanti e ben ideate. La seconda puntata, The Read-Through, riesce invece a convincere maggiormente, approfondendo le dinamiche esistenti tra i teenager dando un maggior spazio alla gelosia di E.J., ai tentativi di migliorarsi di Ricky, all'ambizione di Gina che spera di spingere Nini a rinunciare alla parte di Gabriella, all'ironia di chi si trova coinvolto involontariamente nella produzione teatrale e a una performance davvero emozionante di Nini e Ashlyn. Wondering, composta da Josh Cumbee e Jordan Powers, si inserisce infatti immediatamente tra le canzoni del franchise più significative e contribuisce ad aumentare la curiosità degli spettatori nei confronti del nuovo serial che dimostra di possedere il potenziale per intrattenere il pubblico più giovane e offrire qualcosa di nuovo anche ai fan di lunga data di High School Musical, già attirati dalla possibilità di rivedere sullo schermo le coreografie trascinanti sulle note di ormai classici come Start of Something New e We're All in This Together.
La colonna sonora di High School Musical 3
Battute e interpreti brillanti
I dialoghi del progetto ideato per Disney+ spaziano dalle battute irresistibilmente ironiche, come quella dell'amico di Rick che si chiede se si è ritrovato in una setta mentre assiste ai rituali pre-spettacolo, a dialoghi piuttosto banali, riuscendo comunque a trovare un buon equilibrio, come accade inoltre per quanto riguarda gli aspetti romantici e legati alle rivalità tra attori. Il formato mockumentary, al termine della visione delle prime puntate, appare adatto per mantenere un'atmosfera piuttosto leggera in grado di rendere scorrevole la narrazione e far entrare con più facilità gli spettatori nella mente dei protagonisti. In questo esordio di stagione, inoltre, si percepisce l'intenzione da parte degli sceneggiatori di affrontare tematiche attuali e aderenti alla realtà in cui sono immersi quotidianamente gli spettatori, in particolare appartenenti al target adolescenziale a cui prevalentemente si rivolge, aspetto di cui si dovrà però attendere l'evoluzione nel corso dei dieci episodi previsti per capire il grado di realismo scelto.
Il livello di preparazione del giovane cast coinvolto nella serie sembra all'altezza della prova: dal punto di vista vocale le performance sono convincenti e per quanto riguarda la recitazione nella quasi totalità dei casi la giovane età non significa mancanza di esperienza. Olivia Rodrigo, Joshua Bassett e Matt Cornett, il trio al centro del triangolo sentimentale che alimenta le prime fasi del racconto, funziona e sembra in grado di conquistare il cuore dei fan. Dara Renée dimostra un buon carisma e il mix di ingenuità e simpatia proposto da Larry Saperstein promette di far divertire gli spettatori. Sofia Wylie non dovrebbe faticare a raccogliere l'eredità delle mean girls televisive e Frankie Rodriguez è abile nell'evitare di scivolare nei facili stereotipi legati alla figura dei coreografi e artisti. La vera rivelazione, almeno dei primi due episodi, è però Julia Lester che conquista con il suo talento musicale e un'interpretazione ricca di sfumature nonostante un ruolo secondario che potrebbe regalare comunque molte soddisfazioni.
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Conclusioni
Il progetto targato Disney+, come abbiamo sottolineato nella nostra recensione dei primi due episodi di High School Musical: The Musical - La serie, fatica forse più del dovuto a offrire qualcosa di originale all'interno di un panorama televisivo incredibilmente ricco di proposte di ogni genere. Lo show sembra però in grado di trovare la propria identità nel corso della prima stagione, come dimostrano i miglioramenti presenti nel secondo episodio, e possiede le potenzialità per mantenere alta l'attenzione del proprio pubblico grazie a una formula ben collaudata di musica, sentimenti, sport, coreografie e rivalità tra artisti. Il talento delle persone coinvolte nel progetto, davanti e dietro la telecamera, sembra poter assicurare agli spettatori un racconto coinvolgente e sarà interessante scoprire in che modo gli autori affronteranno la rappresentazione degli adolescenti contemporanei.
Perché ci piace
- La colonna sonora, vero marchio di fabbrica del franchise, è di ottimo livello.
- I giovani protagonisti sono convincenti, anche dal punto di vista musicale,
- L'ambientazione contemporanea potrebbe rendere la storia più matura rispetto al passato.
- L'espediente narrativo, quasi al limite dell'assurdo, stranamente funziona.
Cosa non va
- Nel primo episodio molti personaggi sono stereotipati e sopra le righe.
- Lo stile mockumentary convince solo a tratti.
- Il ridotto numero di episodi che compone la prima stagione potrebbe rendere impossibile un approfondimento delle storie.
- Il confronto con i film tv originali è difficile da sostenere.