Hey Joe: James Franco, Napoli e la storia vera di una leggenda popolare

Andiamo a scoprire il mito che ha ispirato il film di Claudio Giovannesi: un soldato americano tornato ai Quartieri Spagnoli per conoscere quel figlio divenuto contrabbandiere.

Una scena di Hey Joe

Quando, una leggenda, diventa storia vera? E quando, invece, una storia realmente accaduta, è così mistica e impossibile, da divenire mitologia? Da questo presupposto, addentrandosi nelle macerie fumanti della Guerra ormai finita, Claudio Giovannesi dirige e scrive insieme a Maurizio Braucci il soggetto di Hey Joe. Un titolo non casuale, in quanto "Hey Joe" era il termine in cui le ragazze napoletane, libere dall'occupazione nazi-fascista, chiamavano i soldati americani, arrivati in Italia. Erano tempi complicati, eppure carichi di speranza: incontri veloci, amori consumati e poi pagati, L'avvento degli Stati Uniti nella cultura popolare europea, portando con sé un'iconografia sempre più rilevante.

Hey Joe: alla scoperta della storia vera dietro al film

Hey Joe James Franco Francesco Di Napoli Scena
James Franco e Claudio Giovannesi sul set

Così, Claudio Giovannesi per Hey Joe torna a Napoli, e sceglie una storia di padri, figli, di ritorni e di scoperte. Protagonista è Dean Barry (James Franco) che, all'inizio degli anni Settanta, torna in Italia per conoscere quel figlio avuto dalla fine della guerra con una ragazza napoletana. Tuttavia, Enzo (Francesco Di Napoli), ormai adulto, si è legato con un boss locale e, di conoscere il vero padre non ne vuole sapere. "Ho passato tanti anni a Napoli. Con Hey Joe abbiamo girato ai Quartieri Spagnoli. La Paranza dei Bambini raccontava un luogo in cui lo Stato è assente, il contesto era universale. Questa volta il film è invece legato molto a Napoli. Negli anni Settanta, e prima negli anni Quaranta, la città era un posto di frontiera. Gli americani nel 1943, almeno secondo il mio immaginario, hanno dato origine alla società contemporanea. Gli americani sono arrivati e non se ne sono mai andati".

Il sogno di Napoli

Hey Joe James Franco Francesco Di Napoli
Hey Joe: James Franco, Francesco Di Napoli in un'immagine

Ispirandosi ai racconti di libri come The Gallery di Norma Lewis, Naples '44 di John Burns e La Pelle di Curzio Malaparte, Giovannesi rivede, appunto, la leggenda di un veterano americano che ebbe una relazione con una ragazza, e poi tornato trent'anni dopo per riprendersi il figlio, divenuto malavitoso. "Una storia vera, realmente accaduta, che come spesso accade ha attorno a sé connotati popolari. È stata tramandata, e nasce ai Quartieri Spagnoli". Un film che, secondo il regista, "Risuona nel mondo che stiamo vivendo. Hey Joe racconta la storia privata di un padre e di un figlio, ma racconta anche il rapporto tra gli Stati Uniti e una città di frontiera come Napoli. Tutto, rivisto attraverso la fragilità della forza, ben interpretata da James Franco".

Hey Joe, recensione: James Franco, le conseguenze della guerra e un film che accoglie lo spettatore

Le conseguenze della guerra

Hey Joe James Franco Foto
James Franco è Dean Barry

Proprio James Franco, durante la presentazione alla stampa alla scorsa Festa del Cinema di Roma, si è soffermato sull'idea di Hey Joe, delineata dal soggetto di Maurizio Braucci: "Lo spunto per questa vicenda arriva da una leggenda popolare", conferma l'attore, "Un americano che decide di tornare a cercare il proprio figlio. La storia cristallizza il concetto delle conseguenze della guerra, da parte di chi la combatte e di chi la subisce. Un uomo di mezza età, con la memoria ferma al passato. Gli viene offerta un'opportunità per rimediare, puntando ad una strada che porta alla redenzione".

Insomma, Hey Joe, un po' realtà e un po' mito (del resto, siamo a Napoli, tempio di leggende pagane e santi protettori), sfrutta al meglio la geografia locale, scoperta da James Franco: "Non posso conoscere le dinamiche di Napoli, ma le mie esperienze richiamano le visite in città, o i molti film. Come quelli di Matteo Garrone e Sorrentino. Faccio l'attore da quando ho diciotto anni, ho fatto esperienze diverse, ma a Napoli mi sono sempre trovato ben accolto. Nel film ci basiamo sul principio di realismo assoluto. Siamo stati accompagnati da Egidio Giordano, che conosce tutti. Siamo andati a cercare i contrabbandieri di una volta, ormai anziani, partecipando a cene e feste".