Here, la recensione: Robert Zemeckis e il tempo e lo spazio di un film da amare

La scenografia che diventa sceneggiatura in un film che elabora tecnica e storytelling, mischiando vita, ricordi e amore. Irresistibile e commovente. Protagonisti Tom Hanks e Robin Wright. Al cinema dal 9 gennaio.

I protagonisti di Here

Non riusciamo davvero a comprendere perché Robert Zemeckis, negli Stati Uniti, venga puntualmente snobbato dalla critica. Certo, il suo live action di Pinocchio era decisamente imbarazzante, ma sia Allied - Un'ombra nascosta che Benvenuti a Marwen e, in parte, anche Le streghe del 2020, non sono affatto film da buttare. Un pensiero, il nostro, che frullava in testa mentre guardavamo, con incredibile partecipazione emotiva, il suo ultimo (splendido) lavoro, Here. Nemmeno a dirlo, pesantemente e ingiustamente criticato da una stampa americana che sta assottigliando il pensiero critico relegandolo agli estremi di due poli opposti. Guarda caso, la stessa polarizzazione che ha infettato politica e società.

Here Tom Hanks Robert Zemeckis Robin Wright
Zemeckis, Tom Hanks e Robin Wright sul set di Here

Potrebbe essere un discorso slegato rispetto ad Here, ma invece risulta quanto mai continuo per i temi e gli umori di un'opera di visione e di concetto, ben agganciata a una sceneggiatura che si fonde con gli spettri emozionali in grado di far vibrare il senso stesso di cinema. E Here di Zemeckis, a tutti gli effetti, è cinema allo stato puro.

Here, il qui ed ora di un luogo carico di vita

Here Robin Wright Tom Hanks Abbraccio
L'abbraccio tra Hanks e Wright

Scritto da Zemeckis iniseme a Eric Roth (sì, lo stesso di Forrest Gump), Here è basato sulla graphic novel di Richard McGuire e racconta, in modo non lineare (al montaggio Jesse Goldsmith), e attraverso un unico punto di vista che si accavalla tramite diversi "riquadri", la storia di un luogo, che diventa specchio dell'evoluzione della società americana: i dinosauri, poi i Nativi Americani, il colonialismo, la Grande Depressione, le poltrone La-Z-Boy, Pearl Harbor e ancora il boom economico degli anni Cinquanta, l'avvento dei Beatles, il Vietnam fino all'aerobica degli 80s in tv, le VHS dei 90s e poi il Nuovo Millennio, le crisi identitarie e fino alla violenza della polizia sugli afroamericani e il Covid.

Here Robin Wright Tom Hanks Scena
Robin Wright e Tom Hanks ringiovaniti digitalmente

Attimi fugaci, sfondo di una narrazione che mette al centro diverse famiglie che si accavallano nella casa protagonista del film. Tra queste, la famiglia Young: prima Al e Rose (Paul Bettany e Kelly Reilly), e ancora il loro figlio maggiore, Richard (Tom Hanks, ringiovanito e poi invecchiato) con sua moglie Margaret (Robin Wright, anch'essa ringiovanita). Richard, che vorrebbe fare il pittore, ma è costretto a scendere a compromessi, e Margaret, che di quella casa si è stancata.

Un film da amare

Here Robin Wright Tom Hanks Natale
Una scena del film

Insomma, Here potrebbe essere riassunto così: vita, morte, ricordi, miracoli e tutto ciò che sta in mezzo. Marmoreo nella sceneggiatura, a tratti sorprendente, e rafforzato da un finale di grande classe cinematografica, che enfatizza il rapporto circolare di una Storia umana che cambia pur restando sempre uguale (vi farà piangere). Il film di Zemeckis è una sorta di trattato umano, in grado di avallare la retorica in funzione del sentimento e della bellezza. Una successiva riflessione, anche, sugli standard di un cinema tutto nuovo, di cui il regista è sempre stato fautore (basti pensare a Polar Express): l'utilizzo palese del ringiovanimento digitale si lega alla scelta di raccontare Here seguendo le pagine della graphic novel, per mezzo di uno sguardo fisso (il nostro) che inquadra un angolo dell'Universo. Un soggiorno dove si consumano infinite esistenze, e nel quale si accalcano oggetti, suoni e parole nel corso di quei Secoli che ridefiniranno lo statuto della famiglia.

Here Robin Wright Tom Hanks Compleanno
Tutta la vita di Here

Quello di Zemeckis, che riprende a tratti gli umori dello stesso Forrest Gump, è l'applicazione logica e magica del cinema come declinazione dello spazio e del tempo, rivelandoli come se fossero gli estremi focali delle tante storie che, in modo fluido, si inseriscono in una scenografia che diventa sceneggiatura (e viceversa), risuonando e vibrano attraverso la colonna sonora di Alan Silvestri. Per questo, l'umanità dietro Here si rivela continua e veritiera (quasi viscerale), ritrovandoci parte attiva di un film che raccorda al meglio sia la tecnica che lo storytelling. Un'opera che fa quindi battere il cuore, che scalda e che stupisce. Un'opera in cui potersi perdere, per ritrovarsi e, forse, addirittura per capirsi. Here di Robert Zemeckis è un film da amare.

Conclusioni

Ci siamo emozionanti, e anche molto, vedendo Here di Robert Zemeckis. Idea folgorante e messa in scena di assoluto impatto per una storia estremamente luminosa, in grado di dialogare immediatamente con il pubblico. Struttura originale che ruota attorno ad un punto d'osservazione fisso, portandoci a riflettere sulla vita, sullo spazio e sul tempo. Un'opera poetica, armoniosa e carica di bellezza.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • La regia di Zemeckis.
  • Un cinema di sentimenti.
  • La CGI non è invadente.
  • Il finale.

Cosa non va

  • All'inizio la sensazione è straniante.
  • Una certa retorica, comunque ben dosata.