La passione per il ballo, la difficoltà di coltivare i propri sogni, la realizzazione delle proprie ambizioni in un contesto totalmente diverso, grazie soprattutto al supporto dei sentimenti. Come vedremo nella recensione di Heartbeats - Il ritmo del mio cuore, il film di Duane Adler del 2017 uscito recentemente direct to video per Koch Media e disponibile in streaming su varie piattaforme, è una di quelle commedie che mettono la danza e la musica al centro della storia. Naturalmente, il rischio che attorno a ballo e coreografie ci sia poco o comunque molto di già visto, è notevole.
Dagli Usa all'India, con il fuoco della passione per la danza
La protagonista di Heartbeats - Il ritmo del mio cuore è Kelli (Krystal Ellsworth), una studentessa americana appassionata di danza con il sogno di diventare ballerina, che però dopo la morte del fratello ha dovuto riporre in un cassetto le sue ambizioni e concentrarsi sugli studi in giurisprudenza. In realtà Kelli continua in segreto a coltivare la sua passione, utilizzando i fondi destinati agli studi, ma i genitori lo scoprono e feriti dal suo inganno la costringono a seguirli in India, assieme alla sorella minore, per partecipare al matrimonio del figlio di partner commerciale del padre.
Ma nelle lande esotiche succederà qualcosa di inatteso: a dare una svolta l'incontro con Aseem (Amitash Pradhan), un ragazzo affascinante che intuisce il suo talento ma le farà conoscere un ritmo di danza totalmente diverso da quello a cui era abituata. Il mix tra amore e ballo e l'attrazione magnetica del fascino dell'India, la faranno rimettere in discussione l'intera sua vita.
Oltre ai balli, tanti clichè e troppo zucchero
Per essere un film che al centro mette balli e danze, va detto che i numeri sono ben coreografati e tutto sommato apprezzabili, esaltati da costumi suggestivi e una cornice esotica che sprizza energia e vitalità. In ogni caso nell'infinita cinematografia del genere si è visto decisamente di meglio. Di molto meglio. Ma non è tanto questo il problema. Il fatto è che emerge costantemente la sgradita sensazione che oltre ai balli c'è ben poco: i dialoghi sono insipidi, la storia debole e piatta, l'intreccio scontato, poco appassionante e a tratti comunque disordinato, oltre che ricco di cliché e di svolte prevedibili. Se poi al tutto si aggiunge una dose abbondante di materiale zuccheroso, ecco che il piatto finale non è esattamente di quelli indimenticabili. E soprattutto il flirt tra Kelli e Aseem, risulta talmente levigato da sembrare quasi un sogni ad occhi aperti tra adolescenti.
Gli spunti esplosivi? Disinnescati
Nell'incontro fatale con il ragazzo che sarà chiamato a intrattenere gli ospiti del matrimonio, ci sarebbe anche qualche buon spunto per qualcosa di più: lui arriva da un piccolo villaggio ed è deciso a perseguire i suoi sogni di far parte dell'industria della danza di Bollywood. Al contrario di Kelli, ha il totale sostegno dalla famiglia, cerca di sbarcare il lunario ma in sostanza non ha nulla da perdere. La ragazza invece, tra studi in fumo e disapprovazione della famiglia, rischia molto.
Uno strano incontro tra due mondi diversi potenzialmente interessante. Ma ogni possibile spunto esplosivo viene poi disinnescato. Anche il potenziale attrito a base di gelosia dato dal fatto che Aseem ha frequentato Deepika (Aneesha Joshi), la sorella dello sposo e grande amica di Kelli, finisce annacquato senza conseguenze, come del resto altre piccole deviazioni di trama che avrebbero potuto a portare qualche risvolto più stuzzicante.
La forma c'è, il resto è una soap opera sciropposa
L'impressione finale è che si sia data una strada preferenziale alla forma, tra ambientazione sfarzosa, balli e giochi di luce pittoreschi, ma la sostanza resta troppo sottile, con personaggi piatti e senza spessore. Anche l'immagine dell'India è un po' di quelle sterilizzate. Se la storia si svolge in gran parte all'interno di un elegante hotel in stile occidentale, anche nelle rare occasioni in cui l'azione si svolge all'aperto e nelle strade, ci sono solo pittoresche località turistiche da cartolina. Le condizioni di vita un po' meno sontuose sono limitate a una sequenza. Insomma, il film si fa guardare, ma si fa presto dimenticare come una soap opera sciropposa.
Conclusioni
Come abbiamo esposto nella recensione di Hearbeats - Il ritmo del mio cuore, il film di Duane Adler si fa apprezzare per la coreografia degli spettacolari balli e il fascino dell’ambientazione indiana, ma purtroppo il contorno è debole e piatto: dalla passione per la danza della protagonista alla storia d’amore, tutto è pervaso da una patina di soap opera infarcita di miele e cliché.
Perché ci piace
- La coreografia di alcuni balli.
- L’energia delle danze abbinate all’ambientazione indiana.
Cosa non va
- La storia è piatta e molto prevedibile.
- La sensazione costante è di una soap opera zuccherosa.
- I potenziali spunti di interesse vengono ben presto sterilizzati.