Sta succedendo una cosa molto interessante nell'horror contemporaneo: mentre in film come La notte dei morti viventi (1968) di George A. Romero il mostro, in quel caso lo zombi, rappresenta grandi questioni sociali, ovvero il razzismo, il capitalismo e la guerra del Vietnam, nelle pellicole uscite negli ultimi anni il cerchio si è ristretto a questioni più intime. Ari Aster ci ha parlato di famiglia e rapporti di coppia in Hereditary e Midsommar, il recente Smile parla di salute mentale, X- A sexy horror story della liberazione della sessualità femminile. Oggi più che mai il trauma individuale è al centro del racconto orrorifico: si inserisce in questo filone anche Hatching - La forma del male di Hanna Bergholm, nelle sale italiane dal 6 ottobre grazie a Adler Entertainment.
Hatching - La forma del male è il film d'esordio della regista finlandese Hanna Bergholm: scritto insieme a Ilja Rautsi, è la storia di Tinja (Siiri Solalinna), che cerca di compiacere in tutti i modi la madre (interpretata da Sophia Heikkilä). La ragazza è una ginnasta: le viene detto di essere perfetta e magrissima, ma mentre lo fa la mamma è molto più interessata ai suoi follower che a lei. A un certo punto nella sua vita entra in scena una creatura misteriosa: nonostante l'aspetto mostruoso Tinja si affeziona a lei e la nasconde nella sua stanza.
Attraverso il genere Hanna Bergholm racconta le ansie e le paure delle giovani donne che passano dall'infanzia all'adolescenza: l'horror diventa così il mezzo per raccontare disturbi alimentari, pressione sociale e anche le mestruazioni. Che, a quanto pare, al cinema fanno molta più paura delle budella strappate con violenza. Ne abbiamo parlato proprio con la regista.
Hatching - La forma del male: la creatura
Cosa possiamo imparare dai mostri?
Che sono i sentimenti spaventosi dentro ognuno di noi. Gli aspetti del tuo carattere di cui hai paura o che non vorresti avere. Ma riconoscere le parti di sé che non si amano e le nostre paure, o la nostra depressione, è molto importante. Bisogna riconoscersi nella propria interezza e accettarsi.
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Com'è nato il design della creatura?
L'ho disegnata insieme agli artisti Petteri Mäkinen ed Emilia Lindholm: ho spiegato l'aspetto che avevo in mente, un mix tra un uccello e una ragazza molto magra. Doveva dare l'idea di un disturbo alimentare e di qualcosa di disgustoso, che nessuno potrebbe mai amare. Ma non doveva essere un personaggio totalmente negativo: doveva avere nel viso qualcosa di empatico. Di solito nei film i disturbi alimentari non sono mai citati esplicitamente: se vuoi vederli ci sono, se invece non vuoi non ci fai caso.
Il fatto che sia reale e non realizzata in computer grafica ha dato un altro sapore al film?
Era fondamentale: ho detto fin da subito che volevo una presenza fisica per la creatura. È un animatronic le cui espressioni facciali sono controllate da remoto. Il corpo invece è mosso da cinque animatori. Sapevo che avevamo bisogno della persona più brava in questo campo: mi sono rivolta quindi a Gustav Hoegen, che ha lavorato a Star Wars. Ha messo insieme una squadra fantastica per realizzare la nostra creatura. Tutto quello che si vede nel film è fatto a mano. Tranne in un paio di scene, in cui le pupille di dilatano, che abbiamo dovuto aggiungere in post-produzione.
Hatching - La forma del male: crescere, quanto è difficile
Perché crescere è una cosa così spaventosa?
La ragazza protagonista è in quell'età a cavallo tra l'infanzia e la pubertà, ma la crescita non è il tema centrale del mio film. Il grande problema di Tinja è che sua madre non la accetta e ama per chi è: il suo orrore viene da lì. Quando comincia a crescere, e a domandarsi chi è davvero, affronta le proprie paure. Ovvero che sua madre non la ama.
L'horror è il genere che descrive meglio il mondo di oggi?
La mia è la storia tra una madre e una figlia: sento che le storie intime delle donne sono raccontate poco al cinema. Ho scelto l'horror perché volevo una storia sgradevole, che potesse rendere per immagini le paure delle donne. Certo, siamo tutti esseri umani, quindi sono paure che abbiamo tutti, ma il mondo femminile è rappresentato meno sul grande schermo.
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È interessante come il padre, quando vede il sangue sul letto, pensi immediatamente alle mestruazioni e ne sia terrorizzato. Perché questo tema è ancora così tabù al cinema e nelle serie tv?
Me lo sono chiesto anche io: è molto strano. È considerato cool vedere corpi umani e cervelli che esplodono, persone che si ammazzano, ma, ogni volta che si vede il sangue mestruale tutti sono sconvolti. Non si deve vedere: addirittura nelle pubblicità è blu! La vita vera ci terrorizza. Guardiamo senza problemi morte e violenza, ma la vita ci sconvolge!
La protagonista è schiacciata dalle aspettative che la madre ha su di lei: quanto era importante rappresentare la pressione sociale sulle ragazze?
Molto. Nel film madre e figlia cercano di mantenere una parvenza di perfezione: nell'aspetto, come famiglia. Oggi le apparenze si costruiscono grazie ai social media: le persone creano la rappresentazione di una vita perfetta. Nel film la madre fa esattamente questo: cerca l'amore nei suoi follower. Volevo indagare in questo strano mondo delle apparenze social.
Hatching - La forma del male: l'horror e il mondo di oggi
Possiamo dire quindi che i social media sono il vero mostro del film?
Non dico che i social media e gli influencer siano cattivi, ma in questo caso il personaggio della madre ne è ossessionata. Forse perché sente un vuoto, le manca l'amore nella vita reale e quindi lo cerca su internet.
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Anche la famiglia fa abbastanza paura qui.
Sì perché la famiglia idealmente dovrebbe essere il luogo più sicuro. Il rapporto tra un figlio e i genitori dovrebbe essere la grande certezza delle nostre vite: quando non è così è davvero pesante. Non si ha più un posto dove nascondersi.
Visto che conosci tutti i trucchi del mestiere, che cosa ti spaventa adesso quando guardi un film horror?
È una domanda interessante. Sono sempre stata una persona che si spaventa con i film horror! Prima non riuscivo a guardarli, mentre adesso sono così abituata che non mi fa paura niente. Sono ancora alla ricerca di un film che mi terrorizzi davvero.