Anche la persona più piccola può cambiare il corso del futuro
Così dice Galadriel, una magnifica Cate Blanchett, in Il Signore degli Anelli, riferendosi a Frodo (Elijah Wood), hobbit a cui, contro ogni pronostico, viene affidato il compito fondamentale di distruggere l'unico anello e salvare la Terra di Mezzo. Viggo Mortensen, che ha scritto il suo nome nella leggenda proprio grazie al ruolo di Aragorn nella trilogia di Peter Jackson, sembra aver imparato bene la lezione della regina degli Elfi, come abbiamo potuto constatare di persona, durante le interviste di Green Book, film di Peter Farrelly presentato alla Festa del Cinema di Roma, che ha ricevuto cinque nomination agli Oscar 2019, tra cui quella per il migliore attore protagonista proprio a Mortensen.
Nelle sale italiane dal 31 gennaio, Green Book è ispirato a fatti reali: il film di Peter Farrelly racconta infatti la storia, ambientata nel 1962, di Tony Vallelonga, soprannominato "Tony Lip" per la sua parlantina, buttafuori italoamericano di New York che accetta di fare da autista al pianista di colore Don Shirley (il premio Oscar Mahershala Ali, anche lui candidato come miglior attore non protagonista), musicista che ha deciso di fare un tour nel sud degli Stati Uniti, ancora profondamente razzista. Il "libro verde" del titolo, come spieghiamo anche nella nostra recensione di Green Book, è infatti una guida che indica hotel e ristoranti dove sono accettate le persone di colore.
Arrivato a Roma per promuovere il film, Viggo Mortensen si è mostrato molto legato a questo ruolo, per cui ha preso diversi chili (anche nella pellicola mangia in continuazione), ha studiato bene l'accento italiano e la gestualità nostrana. Tranne che per un dettaglio: quando dà uno schiaffo a un uomo che insulta Don Shirley e sporca il suo pianoforte, l'attore lo fa con la mano aperta. Un vero italiano avrebbe usato il dorso della mano, dando il cosiddetto "manrovescio": abbiamo colmato questa lacuna dell'attore che, divertito, ha detto che la prossima volta lo userà.
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Siamo ciò che facciamo e ciò che non facciamo
Nel film si dice che "il genio non è abbastanza, ci vuole coraggio per cambiare il cuore delle persone": ma trovare il coraggio di cambiare qualcosa che riteniamo ingiusto non è facile. Durante la nostra intervista a Spike Lee per il suo film BlacKkKlansman, abbiamo chiesto al regista come si fa a trovare questo coraggio e la risposta è stata: "Ci vuole una persona speciale."
Abbiamo quindi fatto la stessa domanda a Viggo Mortensen, che è più d'accordo con Galadriel che con Spike Lee: "No, credo che a cambiare il mondo siano le azioni del singolo: soprattutto i gesti che nessuno vede. Ad esempio: cammini per la strada a Roma, o in qualsiasi altra città, urti qualcuno e in quel momento hai una scelta. Puoi dire: scusi, o mi dispiace, o continuare a camminare e non guardare nemmeno quella persona. È una scelta. Ogni scelta che fai nella tua vita ti porta a diventare chi sei. Sei ciò che fai e ciò che non fai. Il mondo è fatto di questo: il mondo è cambiato da queste piccole scelte che ogni individuo compie. Non riguarda solo le persone speciali: non decidono loro il cambiamento. Ovviamente ci sono persone in grado di ispirare per il loro coraggio, perché in circostanze difficili si assumono un rischio e parlano quando è difficile, quando c'è pressione per rimanere zitti: questo è vero."
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