23 anni di messa in onda, 17 edizioni 'classiche' e 7 edizioni 'vip'. Dal lontano 2000 il Grande Fratello riempie il palinsesto di Canale 5, scatenando puntualmente i tanti detrattori che etichettano il reality ideato dall'olandese John de Mol come il principale male del mondo al pari dell'ananas sulla pizza. Da qualche anno a questa parte Mediaset dedica al GF, vip o meno che sia, ben due serate in diretta a settimana, suscitando ulteriore clamore, perché l'impressione generale, percepita, è che non ci sia nulla da dire per riempire 8 ore di diretta in prime time, con il numero di telespettatori inevitabilmente precipitato negli anni.
Dal 2000 ad oggi
Se la storica finale della prima edizione vinta da Cristina Plevani nel 2000 venne vista da 16 milioni di italiani, con uno share monster al 60%, la finalissima della scorsa edizione si è fermata ai 2.871.000 telespettatori, con il 24,00% di share. E allora perché promuovere un raddoppio che parrebbe insensato, continuando a mandarlo in onda, per mesi e mesi, con due prime time a settimana a lui dedicati? Perché piaccia o meno il Grande Fratello è oro colato per gli ascolti Mediaset.
D'altronde in 23 anni tutto è cambiato, la tv generalista si è evoluta andando ben oltre i primi nove tasti del telecomando, sfondando il campo dello streaming, che consente a qualunque spettatore di crearsi il proprio palinsesto, diventando direttore di rete dal proprio divano di casa. La platea TV non solo è diminuita ma si è frammentata, con lo share ad acquisire fondamentale importanza rispetto al numero di teste. Ed è lo share del Grande Fratello a risultare necessario per l'attuale Canale 5, che arranca in prima serata esattamente come la controparte Rai a trazione meloniana. E sono i numeri a certificarlo.
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Le alternative latitano
Dall'11 settembre scorso, giorno di messa in onda della prima puntata della 17esima edizione del Grande Fratello, sono passati 64 giorni. Ebbene in oltre 60 prime serate a disposizione, andando ovviamente ad escludere le 19 puntate del GF che hanno conquistato una media del 18,05% di share (lunedì ha sfiorato il 20%), solo Tu Si Que Vales, Amore+Iva nella serata di ieri oltre il 19% e due partite di Champions League sono riuscite a fare di meglio sulla principale rete Mediaset. Tolto il fenomeno Maria De Filippi, l'unicum teatrale di Checco Zalone e due match di Inter (contro il Benfica) e Milan (contro il PSG), nessuno ha saputo eguagliare Alfonso Signorini. In pochi mesi hanno floppato amaramente le fiction Maria Corleone (share tra il 16,5% e il 14%) e La Voce che hai Dentro (share tra il 14,5% e il 10,9%) con Massimo Ranieri, così come è affondato Gerry Scotti con una versione serale di Caduta Libera (share tra il 10% e il 12%), per non parlare del cinema in prime time.
La prima TV di Come un Gatto in Tangenziale - Ritorno a Coccia di Morto non ha raggiunto i 2 milioni di telespettatori, senza andare oltre l'11.9% di share. Quasi tutti i titoli di Ficarra e Picone sono stati rimandati in onda, senza mai fare faville. Anzi. La Matassa ha fatto l'8.7%, Andiamo a quel paese il 10,4%, Anche se è amore non si vede il 10,1%, l'Ora Legale il 10,2%. Persino i grandi classici alla milionesima replica hanno deluso. Ghost - Fantasma ha fatto il 10,6% di share, Titanic il 12.6%, Il Diavolo Veste Prada l'11.4%. In evidente difficoltà, Canale 5 ha spedito in prima serata un'orribile soap turca dai costi risibili, Terra amara, che da tempo faceva sfracelli nel primo pomeriggio tra le casalinghe da Voghera in giù, senza comunque andare oltre il 15,5% in prime time.
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Il rilancio di Canale 5
Nelle prossime settimane il Biscione proverà ad invertire la rotta con Io Canto Generation, il resuscitato Ciao Darwin e un nuovo ciclo di Zelig, ma sarà comunque per tutti difficile riuscire a far meglio di un Grande Fratello che mantiene inalterato uno zoccolo durissimo di fedelissimi, apparentemente pochi ma commercialmente parlando più che buoni, appiccicati allo schermo dalle 21:30 all'1:30 di notte, sempre e comunque, qualunque siano le alternative altrove in onda. Cascasse il mondo, loro alla Casa di Cinecittà non rinunciano, che sia di lunedì, di mercoledì, giovedì e/o di venerdì.
Il perché di un'esistenza
Partito da un 23,01% di share, il GF 17 è immediatamente precipitato al 16,12%, facendo suonare campane a morto un po' ovunque. Ma Signorini & Co. hanno fatto i più che immancabili e doverosi accorgimenti in corso d'opera, inserito nuovi concorrenti "vip", preso a piene mani dal fenomeno estivo Temptation Island con il reatino Mirko diviso tra l'ex Perla e la nuova compagna tentatrice Greta e si sono stabilizzati, arrivando fino al 20,5% del 6 novembre scorso, all'interno di un programma che semina product placement nel più sfacciato modo possibile come neanche il peggior Carlo Verdone da quando sforna film con Aurelio De Laurentiis, generando utili grazie anche ai cliccatissimi video su MediasetPlay neanche a dirlo stracolmi di pubblicità, con annesso canale (55 sul digitale terrestre) in onda dalla casa dalle ore 09 alle 06 del mattino. Archiviato il trash estremo delle passate edizioni, con Pier Silvio Berlusconi che ha imposto una versione quasi monacale con parolacce bandite e concorrenti più morigerati, il reality Mediaset ha ripreso a generare astio generalizzato, sconcerto misto a fastidio, certificando però un'ovvietà che ai più sfugge.
Se il Grande Fratello va ancora in onda, tutti gli anni, due volte a settimana, per mesi, è solo e soltanto perché funziona, se paragonato al resto della truppa Mediaset. Le polemiche non mancano mai, così come gli appelli alla chiusura, lo sdegno quasi unanime, lo sguardo schifato al cospetto di chi terrorizzato ammette di vederlo, mentre siti e blog di TV e gossip alimentano quotidianamente la sua narrazione, solo e soltanto perché consapevoli che genererà click, visite. È un circolo vizioso da cui appare complicato uscire, perché al cospetto di un programma dai più detestato si affaccia sgomitando l'amara realtà di un prodotto che fa sue home page, riempie ulteriori programmi, travolge i social, tiene compagnia a poco più di due milioni di italiani, conquista una TV accesa su 5 due volte a settimana, generando dibattito, banalmente denaro. E per una TV commerciale che vive di introiti pubblicitari non c'è nulla di più importante di tutto questo.