"La scuola di perfezionamento è stata un errore, l'hanno troppo perfezionata". Mai battuta fu più azzeccata per descrivere il fascino esercitato da un'icona come Grace Kelly, rimproverata in questa maniera dalla madre fittizia in una delle sequenze più ironiche di Caccia al ladro, il celebre thriller in cui l'attonito Cary Grant faticava a rintuzzare gli attacchi della bella ereditiera bionda, cedendo ovviamente alle sue grazie dopo un lunghissimo tira e molla. E conoscendo un po' Alfred Hitchcock, dietro a quella battuta si celava forse una riflessione veritiera su una delle attrici da lui più ammirate. Grace Kelly era venerata dal regista inglese proprio perché rappresentava tutto quello che dà sapore ad un rapporto, ossia il mistero, la scoperta continua di quel quid imponderabile che non ci si aspetta di trovare in una figura di donna apparentemente glaciale. Più che l'erotismo sfacciato ella incarnava l'attesa spasmodica prima dell'amplesso, il bacio inaspettato, lo sguardo inatteso. Grace era la perla rilucente contenuta in una rigida conchiglia. Bisognava essere temerari e tenaci per forzare quello scrigno inarrivabile.
E a trent'anni dalla morte, avvenuta il 14 settembre del 1982, per i postumi di un gravissimo incidente stradale, Grace Kelly, il Cigno, è ancora un modello di inarrivabile eleganza, il simbolo di una duttilità attoriale che ne ha fatto una delle muse del maestro del brivido (la meno strapazzata, la più rispettata e forse amata); e, pur con tutte le puntualizzazioni del caso, l'emblema della fiaba, quella in cui la ragazza borghese (in questo caso non proprio come le altre) sposa il principe azzurro e tenta di vivere felice e contenta. Il matrimonio con il principe di Monaco, conosciuto nel 1955 ha rappresentato per tutte le avide lettrici di cronaca rosa il sogno che diventa realtà. Forse perché Grace non era la semplice nobile di turno cui è toccato in sorte un matrimonio da favola. Quando sposa Ranieri III, la Kelly ha già conquistato un Oscar per La ragazza di campagna, infranto svariati cuori e si è imposta all'attenzione dei media per il suo talento misurato e la pulizia intepretativa. E per una bellezza unica, molto diversa da quanto lo star system proponeva ("La povera Marilyn aveva il sesso stampato su ogni angolo del viso, come Brigitte Bardot, e questo non è molto fine", diceva a tal proposito 'Hitch').
Ghiaccio bollente
Rispetto ad altre attrici della sua generazione ha girato un numero esiguo di film, eppure Grace è riuscita a lasciare la sua originale impronta nello stardom hollywoodiano, continuando ad affascinare schiere di devoti appassionati anche senza recitare, con la regalità da sempre a lei connaturale, amplificata poi dal fatto di essere diventata la Principessa di Monaco. Verrebbe da chiedersi insomma quale dei due aspetti della sua vita abbia avuto la meglio sull'altro; se sia stata soprattutto l'attrice in grado di ammansire un osso duro come Alfred Hitchcock, la regina di stile, o la sovrana di un piccolo regno delle favole, forse meno dorato di quanto in realtà non apparisse all'esterno. La domanda è più che lecita e per dare una risposta esaustiva bisogna ripercorrere le tappe della carriera di Grace. Figlia di un operaio irlandese diventato miliardario e di una avvenente insegnante di educazione fisica di origine tedesca, Grace Kelly nasce a Filadelfia il 12 novembre del 1929, protetta dal famigerato crollo dell'economia che avrebbe gettato sul lastrico milioni di persone. La piccola Grace cresce nella bambagia in una famiglia di primissimo piano della città, circondata da figure carismatiche che avrebbero segnato il corso della sua vita; quella del padre John in primis, ma anche dello zio paterno George, drammaturgo e vincitore del Pulitzer, che la instrada sulla via della recitazione. Fusione ideale dello spirito passionale del padre e di quello altero della madre,una mescolanza che Hitchcock racchiuse nella celeberrima definizione Ghiaccio Bollente, la Kelly, come scritto in precedenza, lavora in pochi film, undici in tutto e uno rimasto incompleto, alcuni dei quali però fissati in maniera indelebile nella memoria del pubblico; la trilogia Hitchcockiana, Il delitto perfetto, La finestra sul cortile, il già citato Caccia al ladro, Mezzogiorno di fuoco, al fianco di Gary Cooper, Alta società.
Grace e Hitchcock, storia di un amore ideale
Grace Kelly sapeva di poter dare ancora molto al mondo del cinema, come ammesso dalla stessa principessa nell'ultima intervista concessa alla ABC. "Non mi considero completamente realizzata come attrice, almeno non tanto da essere ricordata per le cose che ho fatto. Vorrei invece essere ricordata come persona rispettabile e gentile, altruista". Parole queste che testimoniano come la donna di Stato abbia preso il sopravvento sull'artista. Meno incisiva, ci venga passato il termine, dal punto di vista fisico di una Marilyn Monroe o delle coeve maggiorate, Grace non ha mai dominato la pellicola in cui recitava, ma riusciva a valorizzarla con la sua presenza. Il debutto avviene nel 1951 con La quattordicesima ora di Henry Hathaway, in cui veste i panni di una donna in procinto di divorziare, in ansia per la sorte di un uomo che minaccia di gettarsi da un grattacielo newyorchese. Filo di perle e vestito nero, Grace impressiona pubblico e produttori e già l'anno successivo è pronta per il primo ruolo da protagonista, quello della moglie dello sceriffo Gary Cooper nel cult Mezzogiorno di fuoco.
Nel 1953 arriva la prima nomination all'Oscar per il melodramma diretto da John Ford, Mogambo. Nel film, che la vede opposta ad Ava Gardner, la Kelly fa perdere la testa all'avventuriero Victor interpretato da Clark Gable. Ormai svezzata, Hitchcock chiama Grace per il primo dei tre film che gireranno insieme, Il delitto perfetto, in cui la diva intepreta una moglie fedifraga che il marito, Ray Milland, vuole uccidere per intascare i soldi dell'eredità. Un piccolo capolavoro di suspance che lancia Grace nell'Olimpo delle star e le impone un vero tour de force artistico. Nel 1954, anno di Dial M for murder, gira ben quattro lungometraggi, a partire da La finestra sul cortile, per finire a La ragazza di campagna, passando per Fuoco verde e I ponti di Toko-Ri. La promessa di Hollywood diventa insomma un'attrice a tutto tondo, a suo agio in ruoli drammatici come quello nel film di George Seaton che le fa vincere un'Oscar; l'interpretazione di una donna, in crisi con il marito alcolizzato, che si innamora di un altro uomo (per la cronaca si tratta di Bing Crosby a cui Grace è stata effettivamente legata per un breve periodo), regala alla Kelly il plauso della critica e le conferisce quella maturità artistica a lungo inseguita. Nel 1955 esce nelle sale il film della vita, Caccia al ladro, che favorirà il suo incontro con il principe Ranieri. Da quel momento la carriera artistica di Grace ha le ore contate. Considerata ormai come la futura sovrana del piccolo principato, le sue sempre più sporadiche incursioni sul set destano grande curiosità. Per calarsi nel ruolo accetta la parte della principessa infelice nel film Il cigno di Charles Vidor e si prepara in grande stile all'addio al cinema con Alta Società, spumeggiante commedia di Charles Walters.
E poi arriva Ranieri
Dopo aver girato nella riviera francese Caccia al ladro nell'estate del 1954, Grace torna sul luogo del delitto l'anno successivo per rispondere all'invito degli organizzatori del Festival di Cannes che la vogliono come ospite. Galeotto è il set del servizio voluto da Paris Match che scatta alcune foto di Grace al Palazzo Reale di Montecarlo. Lei ha solo 26 anni, Ranieri III di Monaco 32 ed è lo scapolo più ricco e ambito del mondo. Colpo di fulmine o meno, i due senz'altro si piacciono. Ranieri è incantato dalla bellezza di Grace, ma ufficialmente fa sapere di averne apprezzato soprattutto la cultura e l'assenza di frivolezza; di contro l'attrice sente di potersi affidare ad un uomo che non sarebbe mai stato offuscato dalla sua fama di star hollywoodiana. Più che un amore travolgente e passionale la sensazione è che i due si siano incontrati al momento giusto. Come spesso accade è lei a dover pagare il prezzo più alto rinunciando ad una lanciata carriera artistica. L'ultimo film con la MGM è come anticipato Alta Società e per ironia della sorte racconta la storia delle nozze di un'ereditiera contesa tra l'ex marito ancora innamorato, Bing Crosby, l'attuale fidanzato, John Lund, e il giornalista incaricato di seguire l'evento mondano, Frank Sinatra che sognante si rivolge a lei cantandole "You're sensational and I don't care If you are called The Fair Miss Frigidaire". (Sei sensazionale, non mi importa se ti chiamano la bella miss frigorifero).
Nascita di una regina
Salutato il pubblico con un'altra impeccabile performance, Grace è pronta a cambiare vita e ad occupare le pagine dei rotocalchi nelle vesti di Principessa di Monaco. Il 19 aprile del 1956 vengono celebrate le nozze nella Cattedrale di San Nicola, una cerimonia che verrà ricordata a lungo e che per la prima volta è stata trasmessa in mondovisione. La MGM riesce a imporsi ottenendo che ad occuparsi del vestito da sposa e dell'acconciatura siano due colonne portanti della major, la stilista Helen Rose (che ha curato i costumi di Alta Società) e il parrucchiere Sidney Guilaroff. L'abito è la quint'essenza dello sfarzo; 24 metri di taffetà di seta e altrettanti di gros de longre di seta e decine di metri di pizzo Valenciennes per completare l'opera. Tra i capelli una preziosissima tiara e per bouquet rose in boccio e mughetti. Il matrimonio è stato 'benedetto' dalla nascita di tre figli, Carolina, Alberto e Stefania, tre rampolli che hanno dato parecchie sofferenze alla coppia reale coi loro atteggiamenti da scapestrati. Si entra nell'ambito del gossip puro, visto che dagli anni '80 in poi non c'è stata rivista scandalistica che non avesse all'interno scoop più o meno veritieri sui principi di Monaco. Forse le favole non esistono, o più semplicemente anche ciò che nasce sotto i migliori auspici è destinato ad incrinarsi, visto che Grace e Ranieri erano di fatto già separati e lei amava trascorrere il suo tempo nella casa di Parigi. Ad infrangere quello che in molti consideravano un sogno a occhi aperti è stato l'incidente che ha coinvolto Grace e la figlia Stefania, avvenuto il 13 settembre del 1982, sulla strada per Turbia nel comune di Cap d'Ail, poco lontano dal Principato di Monaco. La versione ufficiale parlava di un malore che ha colpito la Kelly mentre era alla guida dell'auto; in molti però sospettavano che dietro al volante della Rover SD1 ci fosse la principessa appena diciassettenne e che l'incidente si fosse verificato al culmine di una furiosa lite tra le due. Dopo un giorno di coma, Grace Kelly muore all'età di 52 anni. Stava lavorando al film che avrebbe rappresentato il suo ritorno sul grande schermo, Rearranged di Robert Dornhelm. La pellicola, parzialmente completata, non fu mai distribuita per volere del principe Ranieri.
Eleganza senza fine
Compagna di vita per breve tempo del coutourier francese Oleg Cassini, che Grace non ha potuto sposare perché ebreo e pluridivroziato, la Kelly dettava la moda. Ed è difficile ipotizzare il contrario visto che il suo perfetto fisico lonigilineo riusciva ad ispirare gli stilisti. A lei si deve il nome della celebre borsa di Hermes, creata nel 1935 ma diventata "la Kelly" _solo 21 anni più tardi quando Grace, incinta della prima figlia, la usa per nascondere ai paparazzi la rotondità della pancia. La copertina di _Life coglie un momento importante della vita della coppia dei principi e sancisce la nascita della it bag per eccellenza. E quando Grace Kelly illumina il salotto di James Stewart in La finestra sul cortile, grazie alla mise creata dalla leggendaria Edith Head, un'ampia gonna di tulle e chiffon bianco con ricami neri in vita, cintura di pelle, e un corpino nero dalla generosa scollatura e una stola di chiffon bianco (anticipazione della linea ad "Y" di Christian Dior), non si può fare a meno di ammirare la seducente bellezza di una donna che "sa come vestirsi in modo appropriato per ogni situazione". Nella fattispecie sono stati cinque i diversi outfit creati dalla Head, tutti memorabili, compreso quello 'sportivo' con cui la Kelly chiude il film: camicia, jeans, mocassini e una copia di Harper's Bazaar tra le mani. Assolutamente perfetta.
Grace Bazaar
Becoming Grace
In molti hanno tentato di riportare Grace Kelly sul grande e piccolo schermo, con alterni risultati. La versione più canonica è quella offerta dall'ex angelo di Charlie, Cheryl Ladd, protagonista del tv movie Grace Kelly; quella più spiritosa è senz'altro la performance offerta da January Jones che in una puntata cult di Saturday Night Live ha vestito i panni della Kelly in una rilettura comica di La finestra sul cortile. Per capirci, funestata da ogni genere di rumore corporale. Niente a che vedere con il remake televisivo di Rear Window del 1998, con il compianto Christopher Reeve nei panni che furono di James Stewart e Daryl Hannah in quelli della Kelly. Sarà sicuramente più classica la performance di Nicole Kidman che vestirà i panni di Grace nel biopic firmato da Olivier Dahan, Grace di Monaco, incentrato su un periodo particolare che si trovò ad affrontare dopo le nozze con Ranieri, interpretato a sua volta da Tim Roth. La pellicola sarà coprodotta dall'italiana Lucky Red. Forse l'enigma che si nasconde dietro alla doppia anima di Grace Kelly è destinato a rimanere insoluto. Come artista è stata in grado di recitare con il fascino che solo le vere regine hanno. Come principessa ha avuto i suoi travagli, nascosti con consumato mestiere. Noi la preferiamo di gran lunga come attrice, mentre mangia il pollo davanti ad un Cary Grant pronto a capitolare o quando, ostinata e bellissima, impone con astuzia la sua presenza a James Stewart. Accendendo tutte le luci di uno spoglio appartamento da scapolo.