Alla conferenza stampa per il film d'apertura della 67esima edizione del Festival di Cannes, erano presenti la sempre splendida Nicole Kidman, Tim Roth, il regista Olivier Dahan, Paz Vega, Jeanne Balibar, il direttore della fotografia Eric Gautier e i produttori Pierre-Ange Le Pogam e Uday Chopra. Grace di Monaco è senza dubbio un film che ha suscitato molto scalpore ancor prima di comparire sul grande schermo, sia per le svariate polemiche legate alle rimostranze della famiglia Grimaldi, sia per i contrasti tra il regista e il distributore statunitense Harvey Weinstein, che pretendeva un cut diverso della pellicola. Per un periodo i disaccordi tra i due sono stati talmente aspri che Dahan aveva risposto alle domande della stampa in maniera alquanto truce in merito "è giusto confrontarsi, ma quando ti trovi a distributori americani come Weinstein, tanto per non fare nomi, non c'è molto da fare, o fai quello che vuole lui o subisci ricatti... al momento ci sono due versioni del film, la mia e la sua, che trovo catastrofica". Il diverbio si è inasprito al punto che la data di debutto americana del film è stata prima spostata, poi cancellata del tutto, ma proprio oggi è giunta la notizia che la pellicola verrà distribuita anche negli States e durante la conferenza il regista ha commentato dicendo che "attualmente non ci sono più incomprensioni tra di noi, esiste una sola versione del film, forse faremo qualche ritocco qua e là, ma stiamo collaborando in maniera amichevole". Intanto i protagonisti hanno raccontato com'è stato per loro girare questo film.
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Un ruolo, una sfida
I protagonisti hanno parlato delle loro prime reazioni in merito al progetto. "Una grande opportunità", questo è stato il commento della Kidman su cosa ha provato quando le è stato offerto di interpretare questo personaggio; ma anche una sfida, "sono sempre alla ricerca di ruoli del genere e questo lo è stato sicuramente, anzi lo è ancora". Mentre Nicole si rimboccava le maniche per prepararsi a questa nuova avventura, Tim Roth invece è rimasto "profondamente sorpreso" dalla proposta e sicuramente molto interessato. L'attore ha confessato che prima di iniziare a lavorare al film non sapeva granché della figura storica che avrebbe interpretato "ho dovuto documentarmi e Olivier mi ha aiutato in questo senso", ma alla fine la sua ignoranza in materia non è stata un male, visto che Roth si è sentito più libero di dare una sua personale interpretazione del ruolo senza essere limitato da cognizioni preesistenti. Jeanne Balibar ha affermato che il motivo principale di gioia per lei è stato il fatto che il suo personaggio non era basato su una persona reale, è stato creato esclusivamente per la pellicola e questo le ha dato carta bianca su come impostare la sua recitazione. Nel caso di Paz Vega, l'attrice ha "inseguito" il ruolo personalmente dopo aver letto lo script "interpretare Maria Callas era un'occasione favolosa, sono quei ruoli che capitano una volta sola nella vita e nella carriera di un'attrice e non mi sono fatta scappare l'opportunità, ho chiamato Olivier e gli ho detto che volevo la parte".
Finzione o realtà?
Che approccio adottare per un film del genere, che non è un biopic, ma al tempo stesso vuole illustrare la realtà della vita di una persona realmente esistita? Documentarsi in maniera capillare e basarsi sui fatti, o lasciarsi andare e affidarsi all'istinto, all'arte e allo script? E' un dilemma non privo di merito, visto che gli eredi della Kelly, anzi, tutta la famiglia Grimaldi per essere precisi, hanno protestato vivacemente contro questo film attraverso comunicati ufficiali nei quali si distanziano dalla pellicola etichettandola come un'opera di fantasia assolutamente priva di sostanza storica. La Kidman ha risposto che "ho già recitato in ruoli di persone realmente esistite in passato e ho adottato approcci differenti a seconda dell'occasione. In questo caso c'è la possibilità di avere accesso a un bel po' di materiale video dell'attrice, ho potuto ascoltare la sua voce, vedere come si muove"; in totale Nicole ha avuto cinque mesi per prepararsi "entrare gentilmente nella sua pelle, ascoltandola, guardandola, assorbendo i dettagli", ma allo stesso tempo si è discusso dell'importanza di non sentirsi intrappolati o limitati dal dover imitare la Principessa a ogni costo. In definitiva l'obiettivo è stato quello di cogliere la sua essenza, non di farne una copia carbone. Di certo ha aiutato il fatto di girare in location, invece di trascorrere tutto il giorno in uno studio di Los Angeles. Poco o niente materiale video da guardare per Tim Roth, che però si dice contento della circostanza "mi ha aiutato in un certo senso, perchè a parte il range emotivo e il timbro vocale, saperne così poco ci ha dato la chance di creare il personaggio che volevamo".
Non è politica
Per chi si stesse chiedendo se la scelta di illustrare un determinato periodo della vita dell'attrice avesse a che fare con motivazioni politiche, il regista Olivier Dahan risponde prontamente che non è così "è un film che ha molti strati diversi, uno di essi è un ritratto... non è mai stato un biopic nella mia mente, è un film che parla di cinema, perchè in effetti sto parlando di un'attrice. E' difficile per me scegliere un solo aspetto, non voglio ridurre il film soltanto a questo, abbiamo cercato di creare qualcosa di complesso".
Non si tratterà di politica ma diplomaticamente parlando, l'assenza dei Grimaldi alla Croisette è pesata molto ed è toccato a Nicole rispondere su questa delicata questione "ovviamente la cosa mi intristisce, penso che il film non abbia nessun sentimento negativo nei loro confronti, in particolare nei confronti di Grace o Ranieri. Si tratta di una versione fiction dei fatti, non è un biopic, c'è l'essenza della verità e come capita spesso in questi casi ci sono anche molte licenze artistiche (ad esempio ne' Hitchcock, ne' De Gaulle sono mai andati a Monaco, ma esigenze di script lo richiedevano, ha aggiunto il regista, n.d.r.). Ma ovviamente comprendo la loro posizione perchè si tratta dei loro genitori e capisco il voler proteggere la loro privacy... è un po' imbarazzante in definitiva ma come ho già detto in precedenza c'è molto rispetto e la mia performance è stata fatta con amore e sono convinta che se lo vedessero, vedrebbero che il film è stato girato con grandissimo affetto". L'attrice è riuscita a rispondere in maniera brillante questa domanda spinosa, senza apparire irrispettosa o polemica.
Il look giusto
Anche nel caso del direttore della fotografia, Eric Gautier, c'è stata la possibiltà di ispirarsi all'immagine di Grace Kelly, nello specifico al suo ruolo come attrice e di fatto Gautier conferma di aver omaggiato principalmente i film di Hitchkock in cui la Kelly compare "volevo ricreare l'estetica di quel periodo, del cinema degli anni '60, il technicolor, il wide screen, era molto importante per me che il film appartenesse al mondo del cinema di Hitchcock, così facendo ho tradotto la mia ammirazione per lei, che per me resterà sempre un'attrice". Una mano a realizzare il look perfetto l'hanno data anche i responsabili dei costumi, del make-up e degli accessori che sono riusciti a ricreare lo stile unico della Kelly (Nicole ha detto scherzosamente di aver preso come "ricordo" dal set, il collier di Cartier del valore di cinque milioni di dollari). "L'ultima volta in cui mi sono ritrovata a fare affidamento anche sui costumi per un personaggio è stato con Moulin Rouge, ma in ruoli come questo, sono un elemento chiave".
La scelta di Grace
"Ha scelto l'amore e io farei lo stesso senza pensarci due volte"
O almeno questo è quello che vuole credere Nicole "Grace era una persona unica in molti aspetti, era una famosa star di Hollywood già in giovane età, ma ha deciso di lasciarsi tutto alle spalle perchè voleva una famiglia e penso che questa sia una scelta di molte persone, non soltanto donne, e io la comprendo". Ma la teoria e la realtà sono due cose diverse e questo conflitto è stato il tema più interessante per la Kidman che si è identificata in un certo senso nella situazione di Grace "non ho sposato un principe ovviamente ma ci sono passata anche io, mi sono ritrovata con un copione in mano e mi sono chiesta - sono ancora in grado di recitare?". L'attrice ha anche aggiunto che sebbene non abbia mai dovuto affrontare una decisione del genere, messa di fronte a questo bivio, farebbe la stessa scelta di Grace senza neanche pensarci due volte "senza l'amore la mia vita sarebbe molto vuota". E di amore si tratta anche per Roth, che a una bizzarra domanda di un giornalista ("ha mai avvertito la necessità di dare uno schiaffo a Grace mentre era in character?") ha risposto che dal suo punto di vista Ranieri era innamoratissimo di sua moglie e che la sua perdita è stata devastante per lui.
Grace e Nicole nello specchio
"La sequenza iniziale si conclude con Grace che si guarda allo specchio, ma in quel momento io vedevo Nicole, non Grace. Sono arrivato a un punto che, mentre giravo, guardavo il volto di Grace e quello di Nicole e non riuscivo a cogliere la differenza, non per una somiglianza fisica, bensì spirituale" ha detto il regista "Nicole è un'attrice favolosa e mentre abbiamo lavorato insieme mi ha raccontato tanto del suo passato, della sua vita, a tal punto che sono riuscito a collegare entrambe e in questo modo ero in grado di passare da l'una all'altra senza problemi, perchè il personaggio e l'attrice si sono fuse insieme".