I criminali fuggiti da Arkham continuano a terrorizzare la città, mietendo vittime anche nel bel mezzo del commissariato. Mentre Gordon cerca di trovare il folle Jerome, il mefistofelico Theo Galavan svela i suoi piani: intende vendicare il torto subìto dalla sua famiglia, mai riconosciuta tra coloro che costruirono Gotham City. Quella sera, Theo e Gordon si trovano entrambi ad un evento di beneficenza dove fa irruzione anche Jerome, mettendo in pericolo la vita di Bruce Wayne...
Ridendo e scherzando...
Tra i momenti più riusciti della prima stagione di Gotham c'è stato senz'altro il colpo di scena al termine dell'episodio L'indovino cieco, quando si scopre che la "vittima della settimana" è stata uccisa dal proprio figlio, tale Jerome Valeska. E quando il giovane, smascherato, si è messo a ridere, tutti i fan della mitologia fumettistica di Batman vi hanno riconosciuto il Joker, l'avversario più noto e temibile del vigilante di Gotham. Traendo in parte ispirazione dalla performance di Heath Ledger ne Il cavaliere oscuro (un elemento che è riemerso nei primi episodi della seconda stagione), il giovane Cameron Monaghan, noto ai fan delle serie TV per Shameless, dove interpreta Ian Gallagher, ha regalato un'ospitata inquietante ed ipnotica, annunciando per certi versi la direzione in cui sarebbe andata la serie una volta individuati i suoi punti di forza.
Ci ha quindi fatto piacere ritrovare questo proto-Joker in un ruolo importante al servizio di Theo Galavan, il Big Bad di questa seconda annata. Ed è abbastanza sorprendente che il personaggio esca di scena in maniera apparentemente definitiva, ucciso dal suo stesso datore di lavoro ai fini della cospirazione contro la città. Se da un punto di vista pratico era inevitabile che Monaghan non diventasse un membro fisso del cast, per via dei suoi impegni legati a Shameless, si rimane comunque un po' con l'amaro in bocca davanti alla dipartita permanente di un personaggio così carismatico e terrificante. Eppure questa scelta è un passo avanti in positivo, per la serie in generale e per il personaggio del Joker in particolare.
L'eredità del clown
L'aspetto più affascinante del malefico clown è sempre stato, infatti, l'assenza di una vera e propria origine (salvo rare eccezioni come il Batman di Tim Burton). Persino il celeberrimo The Killing Joke, scritto da Alan Moore, contraddice i propri flashback facendo poi dire al Joker: "A volte me lo ricordo in un modo, a volte in un altro. Se devo per forza avere un passato, preferisco che sia a scelta multipla." Una battuta che ha influenzato anche la versione di Christopher Nolan, poiché ne Il cavaliere oscuro la nemesi di Batman propone due varianti (e una terza incompleta) per spiegare l'origine delle sue cicatrici facciali.
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Alla luce di questo, è perfettamente sensata la decisione presa da Bruno Heller, non solo per ricordarci che, pur essendo un prequel della saga di Batman in generale, Gotham segue un canovaccio tutto suo (vedi anche la caratterizzazione di Barbara Keen, che difficilmente sposerà Jim Gordon in questa versione), ma anche per aver catturato l'essenza "eterna", senza punto di partenza né fine, del Joker. Ciò si evince dalla sequenza di montaggio alla fine, nella quale diverse persone - anche un bambino - vedono le malefatte di Jerome in televisione e cominciano ad imitarne la risata (una caratteristica che fa colpo anche sul Pinguino). Perciò, quando il clown farà il suo debutto vero e proprio (Heller ha confermato che succederà, ma al momento non è ancora stato deciso il momento esatto, né chi lo interpreterà), sarà senza una backstory che, inevitabilmente, deluderebbe parte dei fan. Per certi versi, come dichiara il finale di The Last Laugh, il Joker è tutti noi.
Movieplayer.it
4.0/5