Good Omens, Miranda Richardson: “Con la Brexit quello che conosciamo cambierà”

Intervista a Miranda Richardson e Josie Lawrence per Good Omens, la serie Amazon Prime Video scritta da Neil Gaiman e in catalogo dal 31 maggio.

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Good Omens: una scena della serie

Se c'è una cosa in cui Good Omens difetta è nelle figure femminili, presenti ma secondarie rispetto alla coppia di affiatati protagonisti della serie. Un difetto che lo show scritto da Neil Gaiman - di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di Good Omens - eredita dal romanzo originario, scritto dall'autore inglese insieme al compianto Terry Pratchett: il focus della storia originale è un altro e si concentra soprattutto sul rapporto tra un angelo e un demone, Aziraphale e Crowley, impegnati a fermare un'apocalisse imminente. Tra le donne, però, non mancano figure di spicco e lo conferma la presenza nel cast di un nome noto come Miranda Richardson che abbiamo avuto modo di intervistare in quel di Londra insieme alla compagna d'avventura Josie Lawrence. Le due attrici interpretano rispettivamente Madame Tracy, medium part-time e prostituta, e Agnes Nutter, una strega vissuta nel 1800, autrice dell'unico libro di profezie mai scritto: Le profezie carine e accurate di Agnes Nutter, uno dei motori della storia di Gaiman.

Nella tradizione inglese

Miranda, hai fatto molta commedia classica britannica e questa serie è immersa nelle atmosfere alla Monty Python, ma in cosa si può confrontare con la tradizione inglese?

Miranda Richardson: Penso che tutti noi abbiamo molti padri e madri e questa serie omaggia tutto questo al meglio. Neil ha detto che ha accettato questo lavoro perché pensava di poter imparare qualcosa e in effetti è così, perché è una somma delle sue conoscenze, di quelle di Terry Pratchett, di tutti quelli coinvolti e della sensibilità inglese. Attinge a tutto ciò e va per la sua strada, ma è confortante che questo grande materiale venga richiamato.

In Inghilterra si parla tanto di Brexit, ma ci sono riferimenti a questo anche nello show?

Miranda Richardson: Parliamo di fine del mondo e la Brexit ci si avvicina abbastanza! (scherza) Quello che conosciamo cambierà, almeno cambierà l'Inghilterra. Ma Change UK è uno strano nome per un partito politico, perché non dice cosa cambierà. Sicuramente sarà un duro colpo per il sistema politico. Sono tempi interessanti ed eccitanti, perché ho deciso di essere positiva al riguardo.

Josie Lawrence: Ci si può vedere un riferimento, con due parti in guerra. C'è una battuta nella serie che riguarda Guerra, uno dei cavalieri dell'Apocalisse, che dice che "non puoi avere una guerra senza Guerra" e richiama l'assurdità di una situazione in cui ci si combatte senza nemmeno ricordarsi del motivo per cui lo si fa. La Brexit è un'altra assurdità, perché non ricordo di nessuno che abbia spiegato in televisione cosa accadrebbe se si verificasse, solo slogan e frasi fatte. È la stessa assurdità che c'è nella serie con il Paradiso e l'Inferno che si combattono.

Rispetto agli Americani, gli attori inglesi hanno una maggior tradizione nel prendersi gioco dell'autorità. Siete d'accordo?

Miranda Richardson: Direi di sì, non ne abbiamo paura. Se vogliamo fare un confronto con l'America, molto di ciò che viene da lì è virato alla paura. Anche se è molto divertente, forse non lo è per chi lo sta vivendo e lo trattano di conseguenza. Per noi è diverso, abbiamo sempre avuto questo approccio alla commedia, abbiamo sempre punzecchiato il potere che si mostra in tutta la sua pomposità.

Nel mondo di Good Omens

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Good Omens: Michael Sheen, David Tennant, Neil Gaiman e Douglas Mackinnon

Abbiamo visto solo i primi episodi, quindi vi chiederei di dirci qualcosa in più su come vanno avanti i vostri personaggi.

Josie Lawrence: Non mi vedrai ancora, non c'è altro riguardo Agnes Nutter! Sono come Rosabella in Quarto potere, mi vedi una volta ma non si fa altro che parlare di me! (scherza)

Miranda Richardson: Madame Tracy diventa più importante per la storia, molto necessaria per le mie capacità di medium. Aziraphale usa Madame Tracy per canalizzare informazioni e ottenere ciò di cui ha bisogno per fermare l'Apocalisse. Lei è molto più della somma delle sue parti, non è una cattiva persona ma si procura da vivere con attività piuttosto dubbie. Però non trascura la sua comunità, è una persona umana e si prende le sue responsabilità nella situazione che stanno vivendo.

Con tante grandi personalità sul set, ci sono stati momenti divertenti?

Josie Lawrence: Uno dei momenti più surreali è stato quando ero legata al palo, sopra la pira in attesa e intanto mi parlavano delle battute da dire e di quello che avrei dovuto improvvisare. Due mondi fusi insieme.

Miranda Richardson: Non me ne vengono in mente di particolari, se non la giornata in cui abbiamo fatto la seduta spiritica, una giornata intera in cui è stato divertente indossare un kilt al lavoro. Tutti sul set indossavano dei mantelli, sono momenti che ti tirano su di morale.

Josie, eri anche nell'adattamento radiofonico di Good Omens. Che differenza c'è stata?

Josie Lawrence: Lì avevo molto di più da fare! Scherzo, è stata un'esperienza fantastica. È molto bello che Neil mi abbia tenuta nel ruolo di Agnes Nutter, pare che abbia scritto nella sceneggiatura che Agnes Nutter somigliava a me. È stato molto dolce, anche perché tanti vogliono essere coinvolti in progetti del genere e si fiondano per farne parte.

Conoscevi il libro prima di farne la versione radiofonica?

Josie Lawrence: Non lo leggevo dal '93, credo, e ovviamente l'avevo dimenticato come dimentico tutto nella mia vita, ma è un romanzo fantastico.

Si è parlato di rendere omaggio a Terry Pratchett con questo adattamento. È qualcosa che si percepiva sul set?

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Good Omens: Jon Hamm in una scena della serie

Miranda Richardson: Non quotidianamente, no, ma è qualcosa di cui eravamo consapevoli. Rob Wilkins adora Terry e la sua stessa presenza in qualche modo assicurava che lo si rispettasse. Come il discorso di fare sempre il 17% meglio.

Josie Lawrence: Probabilmente Douglas MacKinnon sarebbe più adatto a rispondere propriamente a questa domanda, perché non è Rob, non è nemmeno Neil, ma è stato incaricato di dirigere questo progetto e rispettarne lo spirito. È probabilmente colui che ha sentito questa pressione e questa responsabilità ogni giorno, sul set e in sala montaggio.