"In guerra vince chi non muore mai"
Dopo un inizio tiepido arrivano due puntate a riscaldare gli animi, come spiegheremo in questa recensione del terzo e quarto episodio di Gomorra 5, il 26 novembre su Sky Atlantic e NOW.
Episodio 3: Costruzione drammaturgica
La tensione e il pathos la fanno da padroni in questi due nuovi episodi, con una costruzione drammaturgica praticamente perfetta. Sembra non succedere niente, sembra che i piani dei vari personaggi vadano per la propria strada e abbiano più o meno successo, e poi accade il colpo di scena, quel plot twist che mette tutto in discussione, e che finalmente sa lasciarci di nuovo con la mascella calata. Qualcuno probabilmente dirà che lo aveva previsto, come spesso accade, ma questo non toglie la costruzione narrativa ad hoc delle due puntate.
Anche la recitazione degli interpreti è al meglio, dando ulteriore enfasi a ciò che sta per accadere. La storia si svolge su due piani paralleli e contingenti: il problema dei Levante per Genny e per la sua ri-scalata al potere da un lato, nonostante sia braccato ma non voglia più restare nascosto; il ritorno dal regno dei morti di Ciro L'Immortale (Marco D'Amore) che comincia ad essere annunciato tra le righe, per primo a Sangueblu (Arturo Muselli) che ritroviamo affranto, spento, disilluso, in attesa di una spinta in una direzione o nell'altra (verso la morte o verso una nuova vita). Il loro incontro è uno dei momenti più emozionanti degli episodi e la scrittura e la regia giocano su questa "rivelazione" di cui il pubblico è già a conoscenza ma i personaggi no, quasi in stile hitchcockiano mantenendo alta la suspense.
Episodio 4: New entry per l'ultima volta
Gli episodi servono anche a conoscere meglio le new entry dell'ultima stagione, alcune già mostrate in breve nelle prime due puntate. Da un lato la famiglia di O'Maestrale (Mimmo Borrelli), un uomo che aspetta la sua occasione: paziente, silente, pronto per essere notato da Genny e avere il potere che crede di meritare, accanto a lui la moglie Donna Luciana, una donna che con lui non ha avuto figli perché l'amore è tutto quello di cui hanno bisogno. Da subito caratterizzata in modo forte da Tania Garribba, si mostra ancora diversa dalle donne conosciute finora in Gomorra - La Serie: indipendente, con potere decisionale, un'aspirante donna della Camorra. Il suo contraltare sembra essere Grazia Levante (Claudia Tranchese), succube e controllata dai fratelli proprio come fossimo ne Il trono di spade: la struttura narrativa degli episodi lo ricorda davvero molto in questo caso, non solo perché parliamo di presa di potere, e l'unica altra alternativa è la morte, nel sangue, non la sconfitta. Da contraltare funge anche la famiglia di O'Galantommo (Antonio Ferrante), un uomo d'onore nel senso più puro del termine (pur nei limiti della Camorra) che controlla i carichi di droga e quindi si troverà invischiato nella guerra fra il giovane Savastano e l'Immortale. Accanto a lui la moglie Donna Nunzia (Nunzia Schiano), una vera donna della Camorra di cui parleremo meglio più avanti. C'è infine O'Munaciello che prende il soprannome da uno spiritello del folclore napoletano, di natura ambigua, un "piccolo monaco" anche nell'aspetto, proprio come il personaggio messo in scena da Carmine Paternoster, con quell'espressione che non lascia trasparire le proprie vere intenzioni, quasi in un incrocio fra Lord Varys e Ditocorto è pronto a cambiare bandiera a seconda di dove tiri meglio il vento. Ora bisognerà vedere se tirerà dalla parte di Genny o di Ciro.
Conclusioni
Chiudiamo la nostra recensione del terzo e quarto episodio di Gomorra 5 felici che la serie abbia ripreso in mano le proprie caratteristiche migliori, dimostrando una costruzione e una tensione drammaturgiche praticamente perfette, ricordando per molti versi l’ottimo lavoro fatto nel Trono di Spade, un’altra serie sulla conquista del potere senza mezzi termini. Ottima anche la prova attoriale che conferma alcune new entry come la famiglia di O’Maestrale, i Levante a cui viene dato maggiore spazio, la famiglia di O’Galantommo e O’Munaciello, il perfetto baricentro ambiguo che contribuirà a molti colpi di scena della stagione.
Perché ci piace
- La costruzione drammaturgica in climax ascendente delle due puntate.
- La prova attoriale dei protagonisti e dei personaggi secondari.
- L’approfondimento delle new entry che regalano alcuni momenti molto interessanti.
Cosa non va
- Alcuni colpi di scena possono avere meno enfasi per qualcuno perché previsti dopo cinque anni di Gomorra.