Goggi e le altre: tutte pazze di Brizzi e Mandelli

Il regista di Notte prima degli esami torna al cinema con Pazze di me, una commedia familiare al femminile con un Francesco Mandelli fuori dai canoni satirici de I soliti idioti.

Nella cultura italiana la famiglia rappresenta spesso la causa di poche gioie e molti dolori, soprattutto se a conduzione femminile. Ad essere coscienti di questo sono generazioni di mogli e fidanzate che, dovendo sostenere un continuo faccia a faccia con madri e sorelle ostinatamente onnipresenti, lottano ogni giorno per l'emancipazione affettiva del proprio uomo. Una situazione che Fausto Brizzi, votato ad un cinema piuttosto generalizzante dei costumi italici, non poteva farsi scappare per costruire una commedia dedicata, nel bene o nel male, proprio alle donne. Scritta a sei mani con l'ormai inseparabile Marco Martani e la scrittrice Federica Bosco, Pazze di me si prepara ad invadere le sale con quasi 600 copie distribuite da 01 Distribution dal 24 gennaio grazie alle disavventure di Andrea, unico figlio maschio destinato a subire le "attenzioni" caratterialmente ossessive del suo esercito al femminile composto dalla madre Vittoria, Matilde, la nonna svanita (Lucia Poli), la badante Bogdana (Paola Minaccioni) e il temibile trio delle sorelle Beatrice (Chiara Francini), Veronica (Claudia Zanella) e Federica (Marina Rocco). Ad interpretare lo sventurato è Francesco Mandelli che, finalmente senza maschere e caricature in stile I soliti idioti, cercherà di spiegare con Brizzi e la "madre" Loretta Goggi perché non si tratta di un film misogino.

Brizzi, dopo Come è bello far l'amore, ha realizzato nuovamente un film con Rai Cinema e 01 Distribution. Cosa rappresenta per lei questo ritorno? Fausto Brizzi: Fondamentalmente vuol dire che sono tornato ad atmosfere autobiografiche a me care, visto che le donne di questo film le conosco personalmente tutte. Certo, ognuna di loro non fa parte della cerchia familiare più stretta come per il mio protagonista, ma hanno comunque abitato la mia quotidianità.

Particolare è stata anche la scelta di Francesco Mandelli, ormai identificato con la maschera di Ruggero de I soliti Idioti... Fausto Brizzi: Ho voluto Francesco proprio per metterlo davanti alla telecamera privo di maschera, divertendomi a portare a termine un lavoro di riverniciatura. Il personaggio di Ruggero gli ha permesso di fare qualsiasi cosa mettendosi comunque al riparo da critiche personali. In questo caso, invece, gli ho chiesto di recitare non un ruolo caricaturale ma quello di un ragazzo reale della sua età. Per quanto riguarda, poi, i personaggi femminili ho scelto le mie protagoniste senza fare nessun ragionamento di marketing, evitando così di cadere nella trappola dell'attrice del momento e selezionando semplicemente quelle che mi facevano ridere di più. I ruoli sono stati scritti su misura per loro. In alcuni casi si avvicinano un po' alla natura reale dell'interprete, in altri, come nel caso di Loretta Goggi, si allontanano anni luce. Certo è, che a Francesco ho chiesto di sostenere una prova incredibile, ossia affiancare ben sei comiche irresistibili.

Mandelli, com'è stato recitare senza la protezione di una maschera caricaturale? Francesco Mandelli: Io non posso far altro che ringraziare Fausto per avermi dato la responsabilità di un ruolo da protagonista che mi ha indotto ad un'inversione piuttosto decisa rispetto a quanto realizzato fino a questo momento. I soliti idioti hanno nel loro DNA l'esagerazione e la caricatura, in questo caso, invece, ho dovuto eliminare qualsiasi eccesso lavorando sempre sulla sottrazione. La cosa più difficile è stato controllare il movimento del mio sopracciglio che, a quanto pare, è imprevedibile e togliere completamente le faccette. Per il resto è stata un'esperienza meravigliosa. Io dovevo limitarmi a mandare in gol le mie meravigliose compagne di set rimbalzando semplicemente la loro follia.

Signora Goggi, nonostante la sua incredibile carriera televisiva, fino ad ora lei non aveva mai frequentato molto il cinema. Cosa l'ha convinta ad interpretare il ruolo di questa madre un po' marziale con il culto del controllo? Loretta Goggi: Onestamente, quando Fausto mi ha contattato credevo si trattasse di uno scherzo. Mi sono chiesta perché io e lui mi ha risposto che finalmente aveva trovato un ruolo adatto alla mia età. Era da un po' che discutevamo sull'opportunità di lavorare insieme, ma ero sempre o troppo vecchia o ancora troppo giovane. Quando mi ha parlato del film ho capito immediatamente che potevo fidarmi di lui. Apprezzo il suo modo di scrivere e dirigere gli attori, inoltre era un modo per conquistare uno spazio al cinema senza rovinare la sua e la mia carriera.
Fausto Brizzi: Con Loretta ho utilizzato l'approccio che applico sempre con i miei attori. Ossia non fornisco una sceneggiatura da leggere ma preferisco raccontare il film scena per scena attraverso delle suggestioni. E devo dire che lei è stata molto carina a fidarsi, come i miei amici Flavio Insinna e Luca Argentero che, non avendo ruoli maschili rilevanti, hanno accettato di comparire con dei camei.

Dopo Femmine contro maschi lei aveva promesso di non fare più film corali. Cosa l'ha indotto nuovamente in tentazione? Fausto Brizzi: Prima di tutto avevo promesso di dare dei ruoli comici alle donne. Le attrici si lamentano sempre che in questo caso il peso viene attribuito sempre ai ruoli maschili, questa volta, però, ho voluto fare un film completamente al femminile. Certo, realizzare un progetto corale è più faticoso, devi trovare un equilibrio e definire una costruzione narrativa più complicata. Considerate, però, che in questo caso avrei dovuto girare in otto settimane, mentre le riprese sono terminate in solo sette. Questo indica quanto sia stato facile lavorare con un cast del genere, pronto a viaggiare sempre a velocità altissima.

Le sue donne, però, sono dei personaggi allo stesso tempo comici e terribili. Come ha cercato di evitare un pizzico di misoginia? Fausto Brizzi: Mentre scrivevamo la sceneggiatura Federica Bosco è stata la mia guardiana. Voleva controllare ogni scena e mi metteva in guardia nel caso cadessi in tentazione. Ci siamo lasciati andare più liberamente solo nel caso di Claudia Zanella, visto che il suo personaggio richiedeva un briciolo di maschilismo. In realtà questo film è stato concepito come un atto d'amore per tutte queste donne che continuiamo a rispettare e guardare come se fossero degli extra terrestri.