Le ragazze di GLOW fanno finalmente sul serio: la piccola KDTV ha ordinato venti episodi del rivoluzionario wrestling show al femminile, e le personalità spumeggianti e italenti assortiti che nella prima stagione dello show di Netflix avevano popolato un motel di terz'ordine e un set improvvisato per apprendere le basi della disciplina e qualche trovata spettacolare stanno per diventare davvero star della TV. La loro padronanza del ring e dei personaggi chiassosi e offensivi che hanno creato è seconda solo all'intesa che si è creata fra loro, superando le differenze e la perplessità iniziale.
Quasto non significa che non ci siano conflitti, dissapori e rimpianti: la seconda stagione della comedy series di Liz Flahive e Carly Mensch ricrea la stessa formidabile alchimia della prima, con la capacità di evocare emozioni vibranti e tensioni autentiche all'interno di un narrato dai contorni surreali e impostato su un registro decisamente comico. Così, assistendo ai primi episodi, avrete probabilmente la sensazione di ritrovare tutto quello che avevate amato nella prima stagione, e ragionerete tra voi che è un sollievo vedere una serie che, al suo secondo ciclo, non cerca di alzare la posta, non sente il bisogno di osare e resta fedele alla formula che ha fatto la sua fortuna. Ma aspettate la seconda parte della stagione, e scoprirete che Flahive e Mensch e le loro collaboratrici (c'è anche qualche collaboratore, ma forse per casi come questo è giunto il momento di iniziare a usare il femminile per i plurali generici) osano eccome. Osano con risultati esaltanti ed esilaranti che vi faranno innamorare ancora di più delle signore del wrestling di Netflix.
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Cuore di guerriera
L'amicizia a modo suo inossidabile tra Ruth e Debbie (le bravissime Alison Brie e Betty Gilpin), messa a dura prova da un tradimento imperdonabile, è uno dei perni narrativi della seconda stagione così come lo era della prima; le cose si sono evolute ma non risolte, con Debbie alle prese con un doloroso divorzio e con le separazioni sempre più frequenti dal figlioletto, e Ruth disposta a tutto, anche a rinunciare al poco che resta della sua dignità, pur di rientrare nelle grazie dell'amica. In più Debbie riesce a ottenere uno spazio come produttrice, il che significa che dovrà lottare per superare le resistenze di Sam e Bash per farsi valere al tavolo degli uomini ma anche lasciar metabolizzare alle compagne di ring il peso sempre più proporzionato della sua Liberty Belle.
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Le donne. Prima chiedono una stanza tutta per loro. Poi vogliono un posto al tavolo. Poi vogliono che noi ci sediamo al loro tavolo. Ma non era la loro stanza?
Anche Ruth ha le sue ambizioni, ma quando trascina il gruppo al centro commerciale per girare una piccola e adorabile sigla di apertura per lo show la cosa la porta non solo a sviluppare una cotta per l'operatore principale, ma anche a scontrarsi con Sam che vede il suo ruolo di regista in qualche modo minacciato, per cui lei si ritrova di nuovo in una situazione precaria nonostante la popolarità immediata del suo personaggio, Zoya the Destroyer; anche le altre lottatrici hanno il loro seguito, e particolarmente popolari sono la selvaggia e sfuggente Sheila the She-Wolf e la deliziosa Britannica, che ha anche un invidiatissimo stalker che le porta i cupcake sul set.
Ma Tamee, che ha per le mani uno dei personaggi più offensivi e razzisti, Welfare Queen, sogna l'approvazione di un fan molto speciale: il figlio. Uno degli episodi più toccanti di questa seconda stagione è incentrato proprio su questa relazione, e sull'orgoglio di una madre single che è riuscita a mandare il figlio in un college prestigioso ma deve convivere con la scelta di incarnare uno stereotipo nauseabondo; Kia Stevens non si lascia sfuggire l'occasione per picchiare duro, fuori e dentro il ring.
Ovviamente una stagione di dieci episodi di trenta minuti l'uno non può dare a tutti i personaggi lo spazio che meriterebbero, e questo resta forse l'unico "difetto" di GLOW: è davvero un peccato che non ci siano sviluppi significativi per personaggi dal potenziale di quelli di Gayle Rankin (Sheila) e di Britney Young (Carmen/ Machu Picchu). L'annuncio del rinnovo per la terza stagione, c'è da scommetterci, non tarderà ad arrivare, e da quel momento potremo iniziare a interrogarci sulle storie che hanno ancora da raccontarci Mensch, Flahive e le loro splendide guerriere.
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Di nuovo al tappeto
Anche se il ring è in secondo piano rispetto al resto, questo non significa che il wrestling sia trascurato, anzi lo show resta legato alle proprie origini (il primo GLOW è stato un vero e proprio wrestling show al femminile andato in onda alla metà degli anni '80) e c'è un eccellente lavoro sul piano fisico da parte delle interpreti che fa sì che le sequenze degli incontri siano sempre più divertenti e sorprendenti. Quanto agli elementi più spiazzanti e "sperimentali" della seconda parte della stagione, non vogliamo certo rovinarvi la visione dicendo anche solo una parola di troppo.
Quindi ci limitiamo ad augurarvi buon divertimento con uno show che conserva quanto di buono aveva fatto vedere nella prima stagione, nella scrittura, nella caratterizzazione e nella fattura tecnica, e che ci delizia con la sua ironia e leggerezza riflettendo allo stesso tempo in maniera tutt'altro che banale sull'esperienza femminile e sulla figura della donna nel mondo dell'entertainment. Come per la prima stagione, GLOW ci lascia con il desiderio di combattere ancora, vivere ancora, ridere ancora; di lanciare un grido di battaglia che si trasforma con naturalezza in una risata liberatoria.
Movieplayer.it
4.0/5