Robert Guédiguian e Ariane Ascaride sono una delle coppie più belle della settima arte. I due marsigliesi portano avanti con orgoglio il loro cinema politico, a tratti fuori dal tempo, ma sempre fieramente militante. Dopo tanto penare, arriva al cinema l'ultima fatica di Guédiguian, Gloria Mundi, spaccato familiare sui temi della crisi economica che ha fruttato alla Ascaride la Coppa Volpi come miglior attrice alla Mostra di Venezia 2019. Gloria Mundi racconta la storia di Daniel, appena uscito di prigione dopo aver scontato una lunga condanna. L'uomo fa ritorno da Sylvie, la sua ex moglie, la quale lo ha informato che è diventato nonno: Mathilda, la loro figlia, ha infatti dato alla luce Gloria. La famiglia di Sylvie deve, però, affrontare gravi difficoltà economiche che portano a galla rancori e frizioni tra i membri.
Il cinema ideologico di Robert Guédiguian affronta la crisi economica e le sue conseguenze denunciando una situazione che genera egoismo e individualismo tanto da rendere impossibili i progetti collettivi. "La regressione dell'umanità va di pari passo con la vittoria del capitalismo" commenta laconico il regista in un incontro veneziano pre-pandemia. "Volevo dare l'allarme per attirare l'attenzione sul mondo in cui viviamo. Ho scritto il film molto velocemente. Non vorrei mai tornare all'inizio del 1800 né delle guerre mondiali, abbiamo lottato per i diritti civili e per l'emancipazione femminile, ma oggi stanno mettendo in discussione l'aborto. Io credo nella funzione sociale del cinema, faccio film perché spero di cambiare la mentalità almeno di uno spettatore. Sarebbe già qualcosa".
Il cinema come intervento sul reale
Come denotata la nostra recensione di Gloria Mundi, il film vede una contrapposizione tra generazioni, da una parte i "vecchi" più sensibili alla situazione, alle istanze sociali e più altruisti, e dall'altra i giovani chiusi nel loro edonismo. Una visione pessimistica che il regista descrive così: "Oggi i giovani diventano sfruttatori, è la deriva della nostra società. Il capitalismo ha vinto la battaglia delle idee. I discorsi dei padroni sono sostenuti dagli schiavi, è una sconfitta totale. Sconfitta del pensiero rivoluzionario". Guédiguian smorza questa visione cupa con un pizzico di ironia e aggiunge: "Se però fossi del tutto pessimista non farei film. Come diceva Gramsci, cerco di unire il pessimismo dell'intelligenza all'ottimismo della volontà".
Interviene Ariane Ascaride, estendendo l'autocritica anche alla sua generazione: "Che cosa abbiamo fatto noi perché i giovani d'oggi arrivino a condannare l'individualismo? I partiti, i sindacati, la cultura popolare che ha permesso al popolo di esprimersi, oggi sono fermi. La crisi economica è intervenuta nelle nostre vite e il discorso politico si è fermato". Su una cosa la coppia più schierata del cinema francese non transige, il cinema ha una funzione ben precisa di intervento sul reale, la sua funzione è parlare della società. Idea che rigetta implicitamente il cinema inteso come mero intrattenimento che va per la maggiore da qualche tempo.
L'unione fa la forza
Fedeli agli ideali e all'impegno, Robert Guédiguian e Ariane Ascaride hanno realizzato la maggior parte die loro lavori circondandosi di un team di collaboratori fidati, che condividono la loro militanza lavorativa. Uno dei punti fermi della poetica di Guédiguian è la città di Marsiglia, da dove il cineasta non sembra intenzionato ad allontanarsi, come conferma lui stesso: "Marsiglia è il mio teatro, ho sempre girato nella mia città, a seconda dell'argomento cerco la scenografia più adatta. Per Gloria Mundi ho optato per la parte più urbanizzata e contemporanea, dove si trovano i palazzi nuovi e i negozi, in altri film ho optato per usare di più la parte vecchia". Ariane Ascaride conferma il lungo sodalizio con gli altri attori confessando che "ci aiuta a sopravvivere, è un modo di lottare e ritrovarci con persone che condividono il nostro stesso pensiero. La nostra unione è il nostro tesoro, i giovani attori che vengono lavorare con noi sono contentissimi. Se possiamo raccontare alla gioventù come funziona il mondo allora il messaggio passa. Non posso pensare di vivere senza questo gruppo".
Eppure la nuova fatica di Robert Guédiguian, attualmente in post-produzione, ha visto il regista fare momentaneamente a meno del tema e delle location ben note per lanciarsi in un'avventura in Africa. Il film in questione, Mali Twist, è incentrato sulla conquista dell'indipendenza del Mali avvenuta nel 1960: "Volevo affrontare il tema del socialismo panafricano, sono otto anni che provo a girare questo film. In cast è composto da attori locali e anche se sembra un tema lontano, sarà strettamente collegato alla realtà di oggi".