Era nell'aria da tempo un episodio di Glee dedicato a Michael Jackson, soprattutto dopo la bella performance di Man in the Mirror dell'episodio Crescere; anzi, forse soprende che si sia atteso per onorarlo fino alla metà della terza stagione di uno show che vive di musica pop. Al contrario di quanto accaduto con altre superstar celebrate dalla serie di Ryan Murphy, da Madonna a Britney Spears passando per Lady Gaga, ci sembra che in Michael la personalità (peraltro controversa) del divo non sia chiamata in causa all'interno del tessuto narrativo: ma è vero che le canzoni, parlano da sole, e parlano dell'ingenuità, delle paure, dei capricci e del grande talento di uno dei più popolari performer di tutti i tempi.
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Lo slushie "sabotato" destinato a Kurt, e che fa quasi perdere un occhio a Blaine, è uno degli elementi più violenti e narrativamente meno credibili dello show, e genera, da un lato, una "fantasia" di Artie completamente slegata dal contesto sulle note di Scream (non è la prima cosa che capita, consoliamoci con il fatto che Kevin McHale e Harry Shun jr. sono assolutamente adorabili nel trucco di scena), dall'altra un atteggiamento abbastanza incomprensibile nei ragazzi, che ritengono che segnalare alla polizia un comportamento criminale e pericoloso sia abbassarsi al livello del nemico. Noooo, il modo per trionfare sugli Warblers, o meglio, per rifarseli amici liberandoli dall'influenza nefasta del chipmunk è attirarli in teatro e cantargli Black or White.
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Ma al di là di sviluppi narrativi più o meno fruttuosi, Michael è un episodio basato sulle performance, numerose, variegate e quasi tutte piacevoli, con Kevin McHale, grande fan di Jacko, e un'incontenibile Naya Rivera in grande spolvero: accanto alla già citata Smooth Criminal, vogliamo menzionare almeno il perfetto opener Wanna Be Starting Something con Darren Criss/ Blaine Anderson in prima fila, e la deliziosa Human Nature del tandem Sam Evans (Chord Overstreet)/ Mercedes Jones (Amber Riley), che non avranno alcun senso come coppia, ma a questo pezzo fanno il contropelo. E per quanto il finale sia trito e inefficace, con o senza face morphing, sarà dura, davvero dura, levarsi Black or White dalla testa.
Movieplayer.it
3.0/5