"Let's Do the Time Warp Again!"
A distanza di 35 anni dal suo arrivo in sala con il film The Rocky Horror Picture Show, il musical del 1973 di Richard O'Brien approda nella serie più chiacchierata dell'ultimo anno e lo fa con un episodio omaggio che è prima di tutto un ripettoso tributo ad un vero e proprio classico ma soprattutto al seguito da culto che da decenni lo accompagna, tra proiezioni speciali, feste a tema, appuntamenti regolari tra i fan più indefessi. D'altronde ce lo aveva insegnato già il film Saranno famosi di Alan Parker nel 1980, per chiunque abbia ambizioni da musical il Rocky Horror rappresenta una sorta di rito di iniziazione: come potevano i ragazzi di Glee tirarsi indietro?
Già dall'annuncio di questo episodio speciale intitolato The Rocky Horror Glee Show, però, erano in molti a chiedersi come avrebbero potuto fare gli autori a portare in scena in un liceo (e indirettamente in tv su un network in prima serata) una produzione che ha come protagonista un transessuale che si "costruisce" un partner sessuale biondo e muscoloso di nome Rocky e due giovani e innocenti fidanzatini che vengono "corrotti" e iniziati al sesso libero: ed in effetti anche all'interno dell'episodio se lo chiedono un po' tutti, ragazzi ed adulti, tranne il professor Schuester (Matthew Morrison) che, troppo preso a cercare di strappare l'amata Emma (Jayma Mays) al rivale Carl (la guest star John Stamos), non si rende conto che i provocatori temi dello spettacolo potrebbero creare non pochi problemi al suo Glee Club e mettere in dicussione tutto ciò che di buono ha creato finora.
Glee ormai ci ha abituato a questi episodi a tema, ma l'entusiasmo inziale di Come Madonna è andato via via scemando e - soprattutto dopo il meno riuscito Britney/Brittany - l'impressione è che questi episodi speciali siano molto più riusciti a livello mediatico per il clamore che riescono a suscitare che per il risultato artistico: cionostante bisogna ammettere che l'integrazione del tema "Rocky Horror" nello show risulta meno forzato di altri (vedi Britney) ed anche piuttosto divertente nel suo essere meta-cinematografico in modo esplicito - le famose labbra che cantano Science Fiction/Double Feature introducendo, così come accadeva nel film, l'episodio o i cammei di Meat Loaf e Barry Bostwick, entrambi protagonisti storici del musical e qui manager di una emittente televisiva locale - o in modo più sottile come avviene per esempio con Schuester divorato dalla gelosia durante l'esibizione di Hot Patootie da parte di Carl, proprio come accadeva per Frank-N-Furter nei confronti di Eddie.
Se l'episodio precedente, Duets, era dedicato esclusivamente ai giovani protagonisti di Glee, qui a farla da padrone sono proprio gli adulti, con Schuester e la sua gelosia a fare da collante al tutto e grande spazio per Emma (che si esibisce in Touch-A, Touch-A, Touch Me riuscendo ad essere fragile e sexy al tempo stesso proprio come accadeva 35 anni fa a Susan Sarandon) e il suo boyfriend Carl, e ovviamente un grande ritorno per Sue Sylvester, assente nell'episodio precedente, qui cattiva come non mai nel suo Sue's Corner ("Halloween sta arrivando, il giorno in cui i genitori americani incoraggiano i proprio figli a vestirsi da femmine, e le proprie figlie a vestirsi da sgualdrine") ma anche saggia e ragionevole sull'inappropiatezza di certi temi in ambito scolastico.
Perchè, è inutile girarci attorno, questo episodio non è solo un omaggio ad un film tanto sconclusionato quanto amato da tutti noi (durante le prove Finn dice "non capisco niente di questo script, e non in modo fico come in Inception") ma anche un modo perfettamente coerente per continuare ad indirizzare due dei temi che sono ormai sempre più al cuore della serie di Ryan Murphy, cosa vuol dire essere outsider e come vivere la propria sessualità in modo naturale nonostante le pressioni esterne. A pochi giorni dalla pubblicazione delle foto sexy di alcuni membri del cast su GQ che tanto hanno fatto discutere, guarda caso arriva proprio un episodio in cui viene continuamente chiesto se determinati contenuti o immagini siano realmente consone a un pubblico così giovane e se valga la pena di spingere e infrangere determinati limiti per il puro piacere di farlo. La riposta reale ("Don't Dream It, Be It") non si trova semplicemente nell'episodio ma più intelligentemente nel film che omaggia, e se apparentemente a imporsi sono gli adulti rappresentati da scuola e network - alcune performance originali sono "censurate" come avviene nel caso della Sweet Transvestite interpretata innanzitutto da Mercedes e non da un travestito e con la frase "from Transsexual, Transylvania" trasformata in "Sin-sational, Transylvania" oppure Emma che canta "Heavy Sweating" e "Bad fretting" invece che "Heavy petting" e "Seat wetting" - a trionfare in realtà è l'opera di O'Brien, perché come dice Schuester: "E' dedicato alle persone strane, inadeguate, che cercano un posto dove sentirti accettati. Vi ricorda qualcosa? Per questo Rocky Horror è perfetto per il nostro Glee Club".
Ed è così che nel finale, con quel "caos organizzato" che è il Time Warp, i ragazzi giustamente si riappropriano del loro musical con una performance che coinvolge tutti i membri del Glee Club e che rilancia verso le nuove generazioni un film magari per molti ancora sconosciuto ma che, ne siamo certi, conquisterà ancora una volta una schiera di giovani spettatori portando avanti così con forza anche l'altro messaggio del Rocky Horror Show, il potere di un cinema lontano ma mai dimenticato.
"I wanna go to the late night, double feature, picture show."