Titolo fuorviante, come spiega la nostra recensione di Giorni d'estate, melanconica vicenda di amore, perdita e legami familiari ambientata nella campagna inglese durante la Seconda Guerra Mondiale. In originale il titolo dell'opera prima della drammaturga Jessica Swale è Summerland, riferimento a una mitica terra dell'estate in cui si troverebbero le anime dei defunti, una sorta di paradiso pagano più universale e suggestivo. I miti sono il pane quotidiano di Alice Lamb, scontrosa e solitaria studiosa di saggi sul folclore autrice di saggi accademici su miti, leggende, streghe e luoghi misteriosi.
Al di là dell'orizzonte lavorativo in cui si muove, Alice, interpretata da Gemma Arterton qui in veste di protagonista assoluta, è un donna pratica, indipendente, invisa al resto del villaggio del Kent in cui risiede per via dei modi ruvidi che le hanno attirato addosso sospetti di essere una strega o addirittura una spia nazista. Un giorno Alice viene scelta suo malgrado per ospitare un bambino sfollato da Londra, il vivace Frank, inviato in campagna per sfuggire ai bombardamenti. Dopo un'iniziale repulsione, tra Alice e Frank si creerà un legame che aiuterà la donna ad aprire il suo cuore e potrebbe celare perfino alcune sorprese.
Tra passato, presente e flashback
Pellicola convenzionale nella forma, Giorni d'estate è un piccolo film "da gustare davanti a una tazza di te avvolti in un maglione di lana", come sottolinea la critica di Crooked Marquee Kimber Myers. Mai definizione fu più azzeccata. Dopo un incipit ironico e pungente che ricorda certe commedie di Stephen Frears, Giorni d'estate si rivela un garbato melodramma che snocciola tragedie una dietro l'altra mentre si focalizza sulla relazione instauratasi tra la sfuggente Alice e il piccolo Frank, bambino sensibile e intuitivo.
L'intento di Jessica Swale di innestare problematiche contemporanee in un period movie è lodevole. Giorni d'estate affronta tematiche queer, l'emancipazione femminile, la perdita e una più generica accettazione del diverso (che va dall'essere orfano alla semplice scelta di non essersi sposato). Il tutto grazie alla solida presenza di Gemma Arterton, che mette al servizio della storia la sua emotività. Nella sua performance sfaccettata non manca qualche sbavatura e talvolta l'attrice sfora in eccessi di patetismo. Jessica Swale non disdegna le scene madri, che si concentrano nella seconda parte del film creando un disequilibrio rispetto al rigore della prima parte. Senza dubbio una regista più esperta avrebbe sfruttato ancora meglio il talento della Arterton che si dimostra comunque una protagonista all'altezza. Convincente anche la spalla Gugu Mbatha-Raw, il cui ruolo è decisamente più ridotto, e un plauso va al giovanissimo cast, in particolare a Lucas Bond, intenso e versatile nei panni di Frank, e a Dixie Egerickx, che interpreta la compagna di banco Edie.
Cinema garbato, mai urlato
L'impegno di Jessica Swale nel costruire una struttura narrativa coerente e coinvolgente traspare per tutta la visione di Giorni d'estate, anche nelle scelte più scontate come l'uso dei flashback e della cornice al presente (gli anni '70, per la precisione) in cui troviamo una Alice anziana che non ha rinunciato ai toni scorbutici e sbrigativi. Mentre la linea narrativa principale si snoda durante la Seconda Guerra Mondiale, con una breve parentesi londinese sotto le bombe, un ulteriore serie di flashback ci racconta il passato sentimentale di Alice negli spumeggianti anni '20.
Anche se il personaggio di Gemma Arterton è la protagonista indiscussa, Giorni d'estate gode di una dimensione corale con i continui interventi da parte dei compaesani di Alice a "invadere" la sua privacy costruita a colpi di risposte sgarbate. Un mondo a parte è poi quello di Frank, che stenta a integrarsi con i coetanei con cui condivide incontri piuttosto buffi. Pur essendo tutt'altro che perfetto, Giorni d'estate si rivela un'opera prima coinvolgente e mai banale che ha il pregio di fondere elementi classici e poco originali in se e per se in una forma nuova e fresca.
Conclusioni
La recensione di Giorni d'estate sottolinea la freschezza dell'opera prima di Jessica Swale, pellicola coinvolgente e mai banale che ha il pregio di fondere elementi classici e poco originali in sé e per sé in una forma nuova grazie al cast puro british capitanato da Gemma Arterton.
Perché ci piace
- Lodevole la capacità di fondere elementi classici creando qualcosa di nuovo.
- divertente la dimensione corale che valorizza l'ambientazione della campagna inglese del Kent.
- Gemma Arterton si rivela una protagonista convincente...
Cosa non va
- ...nonostante qualche concessione al patetismo di troppo.
- La struttura della seconda parte del film risulta meno solida della prima.