"When you play a game of thrones you win or you die. There is no middle ground."
La resa dei conti è prossima; la guerra ormai inevitabile. Eventi fortuiti e intrighi ben congegnati conducono in questo You Win or You Die al precipitare degli eventi e all'esplodere di tensioni che gli autori di Game of Thrones hanno descritto con precisione chirurgica nei sei episodi precedenti. Dopo il finale scioccante di A Golden Crown, la natura coriacea e impietosa della visione di George R.R. Martin dispiega tutta la sua forza, preparandoci a tre episodi finali che si preannunciano appassionanti e laceranti, e ampliando un disegno ampio e dettagliato che ci delizierà (lo speriamo) per diverse stagioni.

Ma le sorti dei Sette Regni si decidono anche lontano da Westeros, oltre il Mare Stretto, a Vaes Dothrak, a causa dell'ultima, fatale decisione di Re Robert: quella di uccidere Daenerys Targaryen. L'attentato, che Lord Stark cerca invano di fermare prima che abbia luogo, viene sventato da Ser Jorah Mormont, e induce l'innamoratissimo Khal Drogo a fare una gravosa promessa alla sua Khaleesi e al figlio che essa porta in grembo. La soave ma risoluta Daenerys l'accetta con prontezza: dopo la morte del fratello Viserys, dimostratosi indegno della casata del Drago, sa che le speranze di rivalsa e resurrezione risiedono in lei, l'ultima dei Targaryen.

Eventi di notevole portata, quindi, arricchiscono questo episodio, che tuttavia mantiene il passo solenne dei precedenti e continua ad esplorare molteplici storyline oltre a quelle centrali, nonché a regalare con la consueta efficacia diversi colpi di scena. La ricchezza del mondo creato da Martin, la complessità delle backstory, della geografia, delle linee dinastiche, rischiano forse di sgomentare lo spettatore, ma la solidità e il fascino della narrazione sono un compenso più che sufficiente per un certo sforzo di attenzione.

Altro personaggio che ha un ruolo chiave in questo episodio è Lord Baelish (Aidan Gillen), anche noto con il soprannome di Little Finger, che, oltre ad approfittare della mal riposta fiducia di Eddard Stark, è protagonista di un altro incisivo monologo (dopo quello della storia del Segugio e della Montagna in Cripples, Bastards, and Broken Things) con annessa travolgente scena di sesso saffico.
Insomma, continua ad essere brillante la gestione dell'eccezionale materiale narrativo offerto dalla Song of Ice and Fire, e Game of Thrones si prefigura sempre di più come un nuovo classico della produzione televisiva che dobbiamo all'intraprendenza e all'audacia della HBO.
Movieplayer.it
4.0/5