Furies, la recensione: su Netflix un avvincente action al femminile

La recensione di Furies, film vietnamita - prequel di Furie (2019) - nel quale Veronica Ngo siede anche dietro la macchina da presa, trovando il giusto mix tra melodramma e azione pura.

Furies, la recensione: su Netflix un avvincente action al femminile

Bi è soltanto una ragazzina quando viene violentata da uno dei clienti di sua madre, prostituta, e poco dopo assiste all'omicidio della donna davanti ai suoi occhi. Ucciso l'assassino, comincia a vagare per le strade e inizia a rubare per sopravvivere. Trascorrono gli anni e una sera, mentre continua la sua vita errabonda, Bi viene accerchiata da alcuni loschi individui e viene salvata dal provvidenziale intervento di Jacqueline.

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Furies: una scena del film

Come vi raccontiamo nella recensione di Furies, quest'ultima la accoglie nella casa dove vive insieme ad altre due ragazze, anch'esse reduci da esperienze traumatiche e allenate a diventare delle implacabili combattenti. Bi seguirà lo stesso destino e scoprirà ben presto che la sua mentore è in cerca di vendetta verso un crudele gangster locale, che anni prima fece eliminare la sua famiglia; al contempo l'occasione è quella di poter sgominare il traffico di prostituzione cittadino, che ogni giorno costringe centinaia di ragazze a una vita di sevizie e violenze.

Dal Vietnam con furore

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Furies: una foto del film

Prequel più che altro a livello concettuale e d'ambientazione che narrativo, Furies non va per il sottile fin da quel prologo che ci trascina in un contesto di miserie e povertà, dove "è la vita che sceglie per te" ed essere donna comporta essere alle mercé di un mondo crudo e crudele. Veronica Ngo, già (magnifica) protagonista assoluta del precedente Furie (2019) - anch'esso disponibile come original nel catalogo Netflix - siede in quest'occasione anche dietro la macchina da presa, limitandosi ad un ruolo secondario, seppur fondamentale, e lasciando la parte della protagonista ad una scatenata Đồng Ánh Quỳnh. Senza scomodare il sempiterno Nikita (1990), che già a sua volta prendeva a piene mani dal cinema di Hong Kong che fu, il cinema d'azione orientale ci ha regalato nel nuovo millennio eroine tutte d'un pezzo, dal thailandese Chocolate (2008) al coreano The Villainess (2017) e così via, e lì nel Far East anche il cosiddetto gentilsesso continua a darle di santa ragione, seguendo ormai una scuola action che ha subito un notevole scossone in seguito all'uscita del dittico indonesiano di The Raid, che ha segnato nuove vette e modelli di paragone nel genere.

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Per giustizia e per vendetta

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Furies: un'inquadratura del film

Nelle quasi due ore di visione il contesto melodrammatico è sempre presente in sottofondo, giacché ognuna delle figure principali al centro del racconto è reduce da un trauma: da chi ha visto morire la madre prostituta davanti ai propri occhi a chi ha perso la sorellina, fino alla leader in cerca di vendetta per l'assassinio dei propri cari. Ecco allora che la sceneggiatura si instrada sulle tipiche dinamiche da revenge-movie, con il tema dello sfruttamento della prostituzione quale perfetto escamotage atto a giustificare la missione di giustizia intrapresa dalle tre slanciate guerriere, sorta di moderne Charlie's Angels in una città dominata dal decadimento, fisico e morale. Proprio Saigon con i suoi vicoletti, illuminati da opprimenti e affascinanti luci al neon tendenti al viola, è elemento fondamentale nelle numerose sequenze d'azione, che ne sfruttano al meglio la morfologia per dar vita alle numerose sequenze in esterno, su tutti lo strabiliante inseguimento in moto con botte da orbi annesse, girato in un unico e lungo piano sequenza che richiama ad un gradevole universo videoludico. La gestione coreografica è di primo livello e i colpi dati danno soddisfazione, rendendo questa missione brutale avvincente e tonitruante, merito anche di una colonna sonora in palla, che tra canzoni ad hoc e note incalzanti riesce a trascinare al meglio nel cuore emotivo della vicenda.

Una per tre, e tre per una perché

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Furies: una scena

Il rapporto che lega queste tre ragazze "raccolte dalla strada", salvate da una vita di stenti e allenate a fondo per mettere al servizio la loro libertà nel tentativo di salvare loro coetanee da uomini violenti e sadici torturatori, cresce progressivamente con lo scorrere dei minuti, al punto che diventano come delle vere e proprio sorelle pronte a sacrificarsi l'una per l'altra. Un legame che riesce a imprimersi con una certa forza, anche grazie ad un cast eterogeneo e complementare. Laddove la sceneggiatura rischia a tratti è nel suo essere palesemente derivativa, elemento sì voluto ma che potrebbe far storcere il naso a qualcuno, e nel tirarla eccessivamente per le lunghe nella resa dei conti finale, tra improbabili tradimenti e colpi di scena che aprono la porte ad un ulteriore sequel probabilmente già in cantiere. Chiudendo un occhio, il divertimento è parecchio e per gli appassionati del filone Furies si rivela un titolo ben più che consigliato.

Conclusioni

Tre ragazze reduci da un passato doloroso vengono reclutate da una donna in cerca di vendetta: la loro missione sarà sgominare il traffico di prostituzione gestito da un sadico gangster, ma il percorso per ottenere giustizia sarà più arduo del previsto. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Furies, in questo prequel atipico Veronica Ngo passa dietro la macchina da presa - pur concedendosi un ruolo di primo piano - e lascia la scena al trio di giovani protagoniste, in un action movie secco e brutale che non fa sconti, finendo per trattare anche tematiche scomode, crude e crudeli, in un'ottica da revenge-movie che guarda al cinema di Hong Kong degli anni '80 nonché alle contaminazioni moderne post The Raid. Un film che esalta e emoziona, cool al punto giusto sia a livello visivo che musicale, con coreografie spettacolari al punto giusto e con piccoli tocchi di classe sparsi qua e là; qualche sbavatura in fase di sceneggiatura non inficia la qualità complessiva di un prodotto solido e tosto.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.6/5

Perché ci piace

  • Veronica Ngo dirige con mano sicura, ritagliandosi anche un ruolo importante.
  • Il resto del cast convince nella sua complementare eterogeneità.
  • Saigon, frenetica e pericolosa, sotto le costanti luci del neon è sfondo perfetto per questa storia di vendetta e redenzione.
  • Dinamiche action avvincenti e violente al punto giusto.

Cosa non va

  • La sceneggiatura è a tratti forzata e la storia tirata parzialmente per le lunghe.