Framing Britney Spears, la recensione del documentario: dalla nascita di una stella alla crisi

La nostra recensione di Framing Britney Spears, il documentario che esplora la vita della famosa cantante, mettendone in luce i lati oscuri.

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Framing Britney Spears: una scena del documentario

Cominciamo questa recensione di Framing Britney Spears, il documentario disponibile dal 1 marzo su Discovery+, non appena ne terminiamo la visione, con ancora addosso una sensazione di turbamento e disagio che non avevamo previsto. Quello che immaginavamo di vedere era un resoconto delle diatribe legali a cui la famosissima artista pop è al centro da quando, in seguito alla crisi - dovuta allo stress? all'abuso di sostanze? ad una malattia mentale preesistente? - avuta ormai più di dieci anni fa, lei e le sue finanze sono sotto la completa tutela del padre. Del movimento #freebritney, ossia quel gruppo sempre più vasto di suoi fan che la vorrebbe libera dall'ingombrante presenza paterna, avevamo già sentito parlare in più occasioni, e in questo documentario "presentato dal New York Times" ci aspettavamo quindi un'indagine rigorosa sulla situazione, su cosa sta accadendo a Britney Spears e che cosa l'abbia portata a mettersi/essere messa nella condizione di totale dipendenza - alcuni la definiscono addirittura prigionia - in cui si trova. In parte questo è quello che ci viene dato nel film diretto da Samantha Stark - forse con un po' meno di quel rigore giornalistico che avremmo gradito -, ma principalmente ci troviamo di fronte ad un'analisi, a tratti anche piuttosto brutale, di cosa la fama possa fare alla vita di una giovane donna di talento, di come si possa prendere l'immagine di qualcuno e rielaborarla più e più volte (da vergine/lolita a madre incapace sempre sull'orlo di un breakdown nel caso di Britney) a seconda di quello che il pubblico desidera, togliendo essenzialmente una voce all'oggetto di tanta fama ed attenzione.

Una voce che non viene ascoltata

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Framing Britney Spears: una scena del documentario

Perché se il documentario si apre affermando che oggi Britney non ha più modo di parlare per se stessa, ha perso la sua indipendenza nelle mani di un padre/orco (di cui però sappiamo poco e niente), quello che scopriamo durante la visione è che forse lei una voce non ce l'ha mai avuta. Lei stessa, durante un'intervista girata qualche anno fa per un documentario di MTV, affermava: "Quando parlo sentono quello che vogliono sentire, non ascoltano veramente quello che dico." Framing Britney Spears, se - come vedremo - da una parte mette insieme una narrazione confusa e lacunosa su quello che sta accadendo alla star oggi, dall'altra riesce a fornire un ritratto toccante di una vita schiacciata dalla fama e dalle aspettative altrui, fornendo interessanti spunti di riflessione sulla società in cui viviamo e su come - da membri di questa società - trattiamo quelli che riteniamo oggetti di desiderio ed emulazione, soprattutto se si tratta di giovani donne.

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Framing Britney Spears: una scena del documentario

Emblematico - ed agghiacciante - l'episodio in cui, a soli dieci anni, la vediamo intervenire ad un talk show dopo essersi esibita, ed il presentatore Ed McMahon, le chiede: "Hai un fidanzato? Perché no?" Alla risposta negativa di lei, che afferma (come farebbe una qualsiasi bambina della sua età) che tutti i ragazzi sono "cattivi", lui la incalza: "Io non sono cattivo. Che cosa ne pensi di me?" Oppure quando Britney diviene oggetto di scherno in un quiz televisivo, in cui si chiede ai concorrenti che cosa la popstar abbia perso nell'ultimo anno: "Il marito", "i capelli" (riferendosi al famoso episodio della testa rasata) e "la sanità mentale" (_her mind in originale) sono le risposte giuste.

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Dalla nascita di una stella, all'ingresso in scena del "padre-orco"

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Framing Britney Spears: una scena del documentario

La costruzione del documentario è piuttosto canonica, segue infatti la carriera di Britney Spears dagli esordi fino agli eventi dello scorso anno, quando c'è stata l'ultima udienza relativa al ruolo di Jamie Spears come suo tutore, che non è stato ancora messo da parte ma semplicemente affiancato da una banca nella gestione dei beni materiali della cantante. A fare da spartiacque il momento di crisi vissuto dalla donna, che coincide con la fine matrimonio con Kevin Federline, la perdita della custodia dei figli, gli episodi d'ira nei confronti dei paparazzi e con il conseguente ingresso in scena di suo padre (che, da come ci viene detto non era mai stato presente nella vita di Britney).

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Framing Britney Spears: una scena del documentario

Possiamo quindi dividere Framing Britney Spears in due parti: la prima, in cui, seguendo la carriera della cantante e ponendo sempre l'accento su come venivano manipolate tanto la sua vita come la sua immagine, si mette in luce come quel tipo di fama possa rovinare la vita di qualcuno, soprattutto se così giovane; la seconda, invece, dedicata alla condizione di Britney oggi, che acquista toni quasi da true crime, ed è quella senza dubbio più debole. Con le interviste a membri particolarmente attivi del movimento #freebritney, come le due podcaster dedite alla decifrazione di indizi e possibili richieste d'aiuto nelle foto pubblicate dal loro idolo sui social, ci ritroviamo in seria difficoltà nel distinguere cosa sia vero dalle solite conspiracy theories diffuse sul web.

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Framing Britney Spears: una scena del documentario

È il rigore giornalistico a mancare in questa porzione del documentario, si inanellano ipotesi e supposizioni senza mai riuscire a provare nulla: quanto di quello che i fan di Britney temono è tutto vero? Da quello che abbiamo visto nel corso del film è probabile che molto lo sia, ma risposte certe non le troviamo da nessuna parte. E quindi, visto che manca qualcosa di solido con qui sostenere il tutto, Framing Britney Spears lascia l'impressione di far di tutto per appoggiare una determinata tesi, per guidare la narrazione in una certa direzione. Le voci contrarie, oltre alle prove, sarebbero fondamentali per dare credibilità ad un discorso come quello affrontato nel film di Samantha Stark, in questo caso però - volenti o nolenti (nessuno dei familiari di Britney ha voluto partecipare) - non ci è stata data la possibilità di ascoltarle.

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Emozioni contrastanti

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Framing Britney Spears: una scena del documentario

A visione terminata, quindi, ci ritroviamo con due sentimenti contrastanti nei confronti di Framing Britney Spears: estremamente colpiti per come il documentario riesca ad evidenziare gli aspetti più negativi della celebrity culture, ponendosi domande importanti su come debbano essere trattate le giovani star da giornalisti e paparazzi, ma al tempo stesso un po' delusi da tutto il resto. Riguardo al fatto che Britney Spears sia capace o meno di gestire le sue finanze, rispetto alle reali condizioni in cui si trova con suo padre come tutore legale, il documentario insinua tanto ma non conferma nulla. Il fatto che poi ora siano i suoi fan ad essere rappresentati come i salvatori che si impegnano per liberarla dalla - supposta - prigionia ci sembra un'altra dimostrazione di quanto la sua immagine venga costantemente manipolata da sconosciuti, anche se in questo caso con buone intenzioni, e di quanto effettivamente lei ora sia priva di una voce sua.

Conclusioni

Concludiamo la recensione di Framing Britney Spears sottolineando come questo documentario ci abbia in parte deluso, in parte stupito: da un lato riesce ad evidenziare gli aspetti più negativi della celebrity culture, ponendosi domande importanti su come vengano trattate le giovani star; dall’altro, però, non fornisce risposte sulla situazione in cui la cantautrice si trovi ora, inanellando solo una serie di supposizioni e mancando così di rigore giornalistico.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • L’analisi degli aspetti più negativi della celebrity culture.
  • La ricchezza di testimonianze.

Cosa non va

  • La parte dedicata a Britney oggi manca di rigore giornalistico.