Life is a cabaret, old chum/ Come to the cabaret
"Lo sta trattando come una specie di incubo neorealista italiano", commenta sconsolato il produttore Cy Feuer sul set di Cabaret, osservando il lavoro svolto da Bob Fosse. Sarà la moglie del regista, Gwen Verdon, a rassicurare Feuer sul senso dell'approccio adottato per girare questo film: "La gente non va più al cinema per un'evasione... ci va per trovare qualcosa di vero". La modernità di Bob Fosse e la sua capacità di rinnovare un genere ormai agonizzante appaiono come temi centrali di Fosse/Verdon, la nuova miniserie della FX, in onda in Italia dal 18 aprile su Fox Life. Nella nostra recensione di Fosse/Verdon 1x01 vi offriamo dunque un primo sguardo su questo racconto di una delle coppie più famose dello show business, basato sul libro biografico Fosse di Sam Wasson.
Gwen Verdon e Bob Fosse: la grande donna dietro un grande uomo
Il flashback con cui si apre l'episodio Life Is a Cabaret ci porta nella Hollywood del 1969. "18 years left" recita il cartello iniziale: un conto alla rovescia a scandire le tappe dell'esistenza di Bob Fosse, affidato sullo schermo a Sam Rockwell. La sequenza iniziale vede Fosse al fianco dell'attrice e coreografa Gwen Verdon, sua compagna sul palcoscenico e nella vita privata, interpretata nella miniserie da una magnetica Michelle Williams, e la straordinaria alchimia fra i due partner non potrebbe essere più evidente: Bob e Gwen non aderiscono allo stereotipo dell'artista e della sua musa, ma lo ribaltano a favore di un processo creativo ad armi pari, basato su un flusso continuo e recipoco di idee e intuizioni. Il set è quello di Sweet Charity, l'esordio cinematografico di Fosse, tratto dal musical che lui stesso aveva portato a teatro tre anni prima, ma con una star quale Shirley MacLaine come protagonista al posto della Verdon.
Un debutto costosissimo e commercialmente sventurato, ad ennesima riprova del declino di uno dei generi di punta della Hollywood classica, il musical. Un genere con cui Bob Fosse avrebbe avuto l'opportunità di cimentarsi nuovamente, due anni più tardi, con Cabaret, adattamento dello spettacolo di Joe Masteroff con le canzoni di John Kander e Fred Ebb. E ancora una volta sarà Gwen Verdon, all'ombra del marito, a dispensare serafica saggezza sul set tedesco del film, fornendo a Bob il sostegno della persona che più di tutti crede in lui; meglio ancora, della persona che sa parlare la sua 'lingua', che ne riconosce la genialità stravagante e contribuisce ad alimentarla con preziosi suggerimenti e con la sua rassicurante dolcezza.
Sam Rockwell: "Ci vogliono almeno 20 anni per diventare un attore: forse adesso lo sono"
Life Is a Cabaret: la genesi di un capolavoro
La realizzazione di Cabaret, il capolavoro assoluto di Bob Fosse nonché uno dei migliori musical di sempre e uno dei film di maggior rilevanza del moderno cinema americano, costituisce il fulcro di buona parte dell'episodio, che prende il titolo dal ritornello della canzone di chiusura della pellicola. E il regista Thomas Kail (noto per aver diretto a Broadway In the Heights e Hamilton) rievoca con formidabile precisione alcune tra le scene più famose di Cabaret, inclusi numeri musicali quali Mein Herr, nonché l'atmosfera oscura e decadente del film stesso. Liza Minnelli, l'iconica interprete di Sally Bowles, è impersonata da Kelli Barrett, ma la narrazione resta sempre imperniata su Bob e Gwen: che si tratti di far visita a un bordello per ingaggiare delle vere prostitute come comparse o di illustrare l'inquietante significato di una canzone d'amore dedicata a un gorilla, If You Could See Her.
Da Mamma mia! a Moulin Rouge!, la rinascita del musical negli anni 2000
Conclusioni
Nei primi cinquanta minuti di Fosse/Verdon, Sam Rockwell e Michelle Williams iniziano a delineare due personalità complesse ed affascinanti: un duplice ritratto che per ora si limita ad alludere fugacemente agli imminenti conflitti sentimentali della coppia, sottolineando invece la loro profonda sintonia sul piano professionale. Come rilevato in questa recensione di Fosse/Verdon 1x01, l’episodio inaugurale della serie ricostruisce con grande cura una delle fasi principali della parabola artistica di Bob Fosse, fra gustosi aneddoti del dietro le quinte di Sweet Charity e Cabaret e l’omaggio al suo incredibile talento da regista.
Perché ci piace
- Il fascino della rievocazione dell’origine e delle riprese di uno dei massimi capolavori della storia del cinema, Cabaret.
- Le efficaci caratterizzazioni offerte da Sam Rockwell e Michelle Williams di due personaggi traboccanti di carisma.
- Le sfumature, la sobrietà narrativa e la ricchezza di dettagli di questo episodio d’apertura.
Cosa non va
- L’assenza di scene davvero potenti in una première che attende a far esplodere i “fuochi d’artificio”.