Follow Me, la recensione: quando l'escape room diventa social

La recensione di Follow Me: grazie al blu-ray della Midnight Factory abbiamo scoperto l'horror di Will Wernick, che introduce la componente social nell'ormai abusato genere sulle escape room.

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Follow Me: una scena del film

Le uscite homevideo della Midnight Factory sono sempre preziose. Stavolta, grazie all'etichetta horror di Koch Media, abbiamo scoperto un altro film risalente al 2020 ricco di tensione, che seppur non privo di difetti, riesce a farsi vedere senza mai annoiare. Come vedremo nella recensione di Follow Me, il film di Will Wernick torna sul tema ormai parecchio abusato dell'escape room (nel 2017 aveva diretto un film che si ititolava esattamente Escape Room), ma ne cambia la prospettiva introducendo alcune varianti interessanti che nonostante incoerenze, prevedibilità e superficialità, ne fanno un prodotto comunque sufficiente, grazie a un finale che rappresenta comunque un riscatto.

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Follow Me: una scena del film

Il vlogger di successo vola in Russia per un'indimenticabile escape room

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Follow Me: una scena del film

Il protagonista di Follow Me è Cole Turner (Keegan Allen), un vlogger di successo ambizioso e vanesio che riesce ad avere migliaia di follower solo condividendo momenti della sua vita pubblica e privata. Per celebrare i dieci anni della sua attività, accetta di volare a Mosca perché un suo amico ha trovato un contatto prestigioso con Alexei Koslov (Ronen Rubinstein), un uomo ricco e dall'intensa vita mondana, che promette di regalargli un'escape room indimenticabile che farà decollare ulteriormente il successo di Cole, visto che sarà ripresa e trasmessa in diretta.

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Follow Me: una scena del film

Così Cole va in Russia (il film è uscito un paio di anni fa e quindi non c'erano ancora controindicazioni...) assieme alla sua ragazza Erin (Holland Roden) e agli amici Thomas, Dash e Sam. Dopo essersela spassata un po' tra locali e hotel di lusso, i ragazzi iniziano l'escape room ambientata in un campo di prigionia russo che Alexei promette indimenticabile. E in effetti lo sarà per tutti, a partire da Cole.

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L'interessante arma dei social, tra incoerenze, tensione e prevedibilità

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Follow Me: una scena del film

Per riuscire a sorprendere e a scrollarsi di dosso l'amara sensazione del già visto quando si entra nell'abusato tema dell'escape room, bisogna avere delle idee forti. Will Wernick, che torna in pratica sul luogo del delitto avendo già maneggiato la materia, trova per Follow Me un buon spunto iniziale inserendo l'arma dei social, che potrebbe in effetti essere stuzzicante se introdotta in questo ambito. Finisce per pasticciare un po' su incoerenze narrative e script, deraglia su personaggi e dialoghi non certo indimenticabili, ma mantiene uno stato di discreta tensione per tutto il film e pur non evitando una pesante prevedibilità (The Game lo ricordano un po' tutti...), ha un guizzo nel finale che a seconda dei gusti potrà risollevare le sorti del film o affibbiare allo spettatore la mazzata finale.

Qualche passaggio a vuoto, ma anche un guizzo finale piacevolmente cattivo

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Follow Me: una scena del film

Anche se la sensazione è quella di ritrovarsi in piccole differenze rispetto agli ormai innumerevoli film sulle escape room che precipitano in un vortice di violenza e orrore, l'introduzione dell'interessante tema del potere spesso inspiegabile dei social e dei suoi meccanismi insondabili, offre un potenziale interessante al film. Ma come detto è lo svolgimento del tema a non convincenre del tutto: il tasso di adrenalina resta sempre soddisfacente, ma alcune parti, come quelle iniziale appena entrati nell'escape room, hanno dei momenti francamente imbarazzanti.

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Follow Me: una scena del film

Poi, tra buchi narrativi, manciate (moderate) di torture e voyeurismo all'acqua di rose, almeno la suspence resta soddisfacente. La discontinuità non fa bene alla fluidità degli eventi, ma resiste la voglia di sapere come va a finire: non solo per pura curiosità, ma anche per vedere se l'epilogo è proprio come ormai si sospetta da tempo vedendo come si muovono i personaggi. Ed è qui che come detto Follow Me ha un guizzo: potrà piacere o meno, ma almeno un guizzo spiazzante e soprattutto cattivo ce l'ha.

Il blu-ray: una slipcase con booklet, ottimi audio e video

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Come detto Follow Me è arrivato in homevideo anche in alta definizione grazie al blu-ray della Midnight Factory distribuito da Koch Media nella consueta elegante edizione slipcase, che all'interno della confezione ha il solito booklet di 12 pagine. Che purtroppo resta l'unico extra o quasi, visto che sul disco troviamo solamente il trailer. Ottima la parte tecnica. Il video è eccellente nelle scene ben illuminate, con dettaglio incisivo e croma vivido, ma se la cava egregiamente anche in tutte le scene più scure all'interno dell'escape room, nelle quali il quadro resta solido e si riescono a percepire sempre bene i particolari nelle ombre. Coinvolgente l'audio in DTS HD 5.1 sia per l'italiano che l'inglese: l'ambienza è ben catturata da tutti i diffusori con effetti anche sottili dislocati con precisione, ma nei momenti più concitati anche il sub entra con decisione a regalare maggior tensione alla scena.

Conclusioni

Per concludere la recensione di Follow Me, non possiamo che ribadire che lo sforzo di Will Wernick di inserire un elemento di novità nell’abusato tema dell’escape room, introducendo la componente social, è sicuramente encomiabile. Peccato però che alla resa dei conti il risultato non sia del tutto convincente, causa incoerenze nello script, molta prevedibilità e alcuni passaggi francamente discutibili. Il guizzo nel finale, pur in un contesto molto scontato, però non è banale e potrebbe sorprendere più di qualcuno. Tecnicamente ottimo il blu-ray della Midnight Factory, anche se povero di extra.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.4/5

Perché ci piace

  • L’idea di inserire la componente social nel filone delle escape room.
  • La capacità di mantenere sempre un discreto stato di tensione.
  • Il finale ha un guizzo piacevolmente cattivo.

Cosa non va

  • La sensazione di già visto è inevitabile in un genere ormai abusato.
  • Il film sconta una certa prevedibilità.
  • Alcuni passaggi sono francamente imbarazzanti.