Se un cane avesse solo una notte per vivere tutto, cosa sceglierebbe? L'ultima corsa, l'ultimo inseguimento, l'ultimo... amore: Fixed, il lungometraggio R-rated di Genndy Tartakovsky, risponde con un sorriso sporco e un cuore sorprendentemente tenero: è una commedia notturna, sfacciata e sentimentale, che insegue l'idea di felicità con la voracità di un randagio e la magia di un grande classico animato.
Il film è arrivato su Netflix (anche in Italia) il 13 agosto 2025 dopo una trafila produttiva quasi leggendaria e un debutto d'autore ad Annecy: l'occasione perfetta per guardare il ritorno del 2D "puro" nel mainstream con occhi nuovi, e un po'... umidi.
La lunga strada verso Fixed: cronaca di una produzione accidentata
C'è sempre un prima e un dopo nelle storie tormentate del cinema d'animazione. Il "prima" di Fixed - Un'ultima avventura risale a oltre un decennio fa: un'idea di Tartakovsky coltivata fra una stagione di Samurai Jack e Hotel Transylvania, archiviata e riaperta più volte, fino al completamento nel 2023; poi lo scossone: lo stop alla distribuzione cinematografica durante una stagione di tagli a Hollywood, quindi il salvataggio e la nuova vita su Netflix. Il "dopo" è adesso: Fixed esiste, viene mostrato in anteprima ad Annecy ed è pronto a misurarsi con il pubblico globale. Un lieto fine con qualche cicatrice addosso.

La storia, d'altronde, è apparentemente semplice: Bull (voce originale di Adam DeVine), meticcio buono e un po' ingenuo, scopre che l'indomani lo attende l'operazione che gli cambierà la vita per sempre. Gli resta una notte: un tempo compressissimo per inseguire la cagnetta dei sogni (Honey, Kathryn Hahn) e per capire che la libertà non è solo istinto, ma soprattutto consapevolezza.
Intorno, una piccola comunità di animali domestici e randagi vede nel suo viaggio un'occasione di riscatto, di amicizia, di sfrontata rivincita contro il fato e la burocrazia umana. È un one-night odyssey infiammata da gag fisiche, doppi sensi, slanci romantici, con un gusto per il ritmo che è marchio di fabbrica di Tartakovsky fin dai tempi del Dexter's Laboratory e di Samurai Jack. Nelle voci, oltre a DeVine e Hahn, un ensemble comico di peso che include, tra gli altri, Anthony Mackie, Idris Elba, Keke Palmer e Fred Armisen.
Fixed, una trama da commedia romantica... mordace
Per capire l'energia che scorre sotto Fixed bisogna guardare al suo percorso industriale. Il film nasce e cresce in seno a Sony Pictures Animation ed è il primo lungometraggio disegnato a mano nella storia dello studio: una scelta artistica e politica insieme, che lo distingue nel panorama attuale dominato dal 3D e dai workflow ibridi.
Completato nel 2023, ha subìto uno stop quando la distribuzione prevista è stata accantonata durante una fase di ridimensionamento delle uscite; l'annuncio della release su Netflix ha chiuso il cerchio, regalando al film un palcoscenico globale e un contesto potenzialmente più ricettivo per un titolo R-rated animato. L'anteprima al Festival di Annecy 2025 ha sancito il suo status di "caso", non solo commerciale ma anche estetico.

Queste non sono note a margine: sono la chiave con cui leggere l'opera. La filosofia produttiva di Tartakovsky - "sporcarsi le mani" con il disegno, ritrovare la linea viva del bozzetto e dell'inbetween - qui diventa manifesto. Il fatto che il film "sia arrivato a noi" dopo anni di false partenze non lo appesantisce; al contrario, ne alimenta l'urgenza.
Il 2D: finalmente un cane sciolto
Visivamente, Fixed è una dichiarazione d'amore a una certa tradizione del cartoon americano: fondali pittorici, palette notturne calde ma non zuccherose, linee vibranti che ricordano i segni xerografici della Disney anni Sessanta (La carica dei 101) e, insieme, l'eleganza grafica UPA.
L'architettura visiva porta la firma del fido Scott Wills (collaboratore storico di Tartakovsky tra Samurai Jack e Primal), qui in veste di art director/production designer, e restituisce quella fusione tipica del regista fra rigore grafico e dinamica slapstick.
Lo stesso Tartakovsky ha indicato fra le ispirazioni i cani innamorati di Lilli e il Vagabondo e l'anarchia cinetica di Tex Avery: non citazioni pedisseque, ma echi integrati nel suo senso del tempo comico, fatto di accelerazioni, freeze e linee d'azione che quasi si "sentono" sotto la pelle del disegno.

La scelta del 2D disegnato a mano, con l'animazione prodotta da Renegade Animation e Lightstar Studios per conto di Sony, non è nostalgia: è grammatica. Le deformazioni, gli stretch, i rimbalzi e i silenzi funzionano perché la mano li porta al punto esatto in cui il realismo cede alla musicalità. In una stagione in cui il 3D "pittorico" (da Spider-Verse in giù) ha già sfondato barriere, Fixed ricorda che anche la linea piatta - se viva - può dare profondità.
Sul fronte scrittura, è determinante il coinvolgimento di Jon Vitti (curriculum lungo da The Simpsons in avanti), che offre una spina dorsale di commedia di situazione su cui Tartakovsky innesta il suo fraseggio visivo.
Un R-rated col cuore: cosa funziona davvero
La prima metà del film è incentrato sulle dinamiche tra Bull, Honey e il branco di cani. Le voci fanno la differenza: DeVine dà a Bull un tremore di sincerità che equilibra le spacconate; Hahn costruisce una Honey che non è incentrata soltanto sulla banale "controparte romantica", ma è una partner comica a pieno titolo, con un contrappunto vocale caldo e sardonico. Nei cammei e nei comprimari, la squadra brilla: Mackie, Elba, Palmer, Armisen aggiungono colore e tempi, senza rubare la scena.
Soprattutto, Fixed riesce dove molti titoli animati per adulti inciampano: non confonde la volgarità con il coraggio. Sì, ci sono battute ossessivamente a tema "operazione", ma il film si ricorda che la risata più efficace è quella che parte da un sentimento riconoscibile - l'ansia della perdita, il brivido dell'ultima occasione, il bisogno di essere visti.
Dove scricchiola: ripetizioni, target, un terzo atto meno agile
Gli scivoloni arrivano quando il film indulge nel repertorio più "facile": alcune gag reiterano il medesimo spunto anatomico e, dopo l'ennesima variazione, perdono mordente. Il terzo atto concentra conflitto ed emozione in una progressione più prevedibile, meno ardita del prologo; lo si attraversa con piacere, ma senza la stessa euforia della prima ora.
Inoltre, chi si aspetta la densità viscerale e senza limiti di Primal potrebbe avvertire una distanza: Fixed è - dichiaratamente - una rom-com scollacciata con cani, non una meditazione primitiva sul destino. È un limite? Dipende dal patto. Se lo accetti, il film ti dà esattamente quel che promette: ritmo, humor, guaiti e cartoni animati da adulti.
Perché conta (e perché, nonostante tutto, affascina)
In un'epoca in cui l'animazione "adulta" è spesso sinonimo di cinismo o di culto del riferimento, Fixed sceglie la via più rischiosa: essere ingenuo e indecente insieme. Non cerca la raffinatezza filosofica, non s'illude di reinventare la ruota; prova, più semplicemente, a restituire la gioia fisica del cartone in una cornice da commedia romantica R-rated.

È un film "minore" nel migliore dei sensi: leggero, istintivo, pieno di scarti affettuosi. La grandezza, qui, non è nell'ambizione del tema, ma nella consistenza del gesto. E se la corsa non è sempre fluida, la calligrafia del 2D ti trattiene comunque sulla linea: vuoi vedere dove la matita va a finire.
L'importanza industriale non è secondaria. Per Sony Pictures Animation, che ha rivoluzionato il 3D "pittorico" con Spider-Verse, firmare il primo lungometraggio interamente 2D disegnato a mano significa piantare una bandierina in un territorio che pareva perso. È un atto di fiducia nell'elasticità della forma, e anche un richiamo alla memoria cinefila: ricordarci che l'animazione non è una tecnologia, ma un linguaggio. Adatto a tutto. Anche ai cani.
Conclusioni
Fixed non è un capolavoro, ma è un film necessario: generoso, sensuale, a tratti sguaiato, con una grazia di fondo che tiene insieme i pezzi. Se cercate l'epica di Primal resterete a digiuno; se volete la precisione coreografica di Samurai Jack, ne ritroverete appena l'eco; se invece desiderate un cartone adulto che non abbia paura di essere sincero e sfrontato, allora la notte di Bull e Honey vi ripagherà. E quando, all'alba, la città cambierà colore, vi accorgerete che la cosa più preziosa di Fixed non è la battuta che ricorderete domani, ma la texture del 2D che, finalmente, è tornato a correre sul grande (e piccolo) schermo. Senza guinzagli.
Perché ci piace
- L'arte dell'animazione in 2D è libera, scatenata e appagante, come un cane che si rotola nel fango.
- È semplice e anche un po' sciocchino nella trama.
- Non amiamo il cane della zia anche per questo?
Cosa non va
- Ci è voluto troppo tempo per vederlo pubblicato, ci si domanda cosa sarebbe stato se fosse uscito nel 2021, quando eravamo anche noi tutti in gabbia.
- Nella parte finale, la storia diventa più "favola" che un film animato per adulti. Va bene che è una storia che parla di incroci, però...