La famiglia Albright non potrebbe chiedere di più alla vita. Kay e Greg, sposati da oltre vent'anni, sono genitori degli adolescenti Jim e Nick, abitano in una splendida casa monofamiliare e hanno un reddito medio-elevato. Tutto cambia improvvisamente un giorno quando l'uomo viene licenziato dal suo ruolo di manager dopo tanti anni di lavoro e si mette alla ricerca di un nuovo impiego, scontrandosi contro le logiche di un sistema per le quali è già troppo anziano per ambire a posizioni di rilievo. Una situazione che si riflette anche nella situazione coniugale e che rischia di compromettere la stabilità di quello che sembrava un matrimonio intoccabile. Come vi raccontiamo nella recensione di First Love, nel frattempo Jim incontra per caso in una biblioteca la bella Ann: un vero e proprio di fulmine per lui, che affrontando la propria timidezza le chiede di uscire. I due ragazzi iniziano una relazione ma le incertezze di lei e il prossimo trasferimento a New York per proseguire gli studi sembrano porre ostacoli al loro legame...
L'amore che non muore
A dispetto di un titolo e di una copertina che vorrebbero suggerire l'ennesima love-story di stampo contemporaneo, con due protagonisti di diversa etnia ed estrazione sociale pronti a sfidare le sfide del destino, First Love si rivela in realtà essere un film dallo sguardo più ampio, che ci trascina nel dramma privato di una famiglia messa a dura prova da diversi scossoni. La perdita di un lavoro sicuro, la scomparsa di una persona cara, la crisi in un rapporto che sembrava consolidato: ci troviamo di fronte alla fine del sogno americano, qui deturpato di tutti i suoi gratuiti orpelli e consumato dalla crisi economica che nel 2008 non ha risparmiato niente e nessuno. Fattore scatenante che mette in moto gli eventi, il cui impatto avrà luogo anche negli anni a venire nella gestione dei protagonisti.
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Sentito ma timido
Ecco così che la love-story del titolo diventa non elemento secondario ma fondamentale collante fra i vari passaggi temporali, con lo stesso amore tra Jim e Ann che si trova alle prese con situazioni più o meno impreviste: una giovane età la loro che li mette al centro di sbagli e ripensamenti, prima di scoprire quali siano i veri sentimenti che provano l'uno per l'altra. Il romanticismo è sì privo di retorica ma anche parzialmente piatto e la scarsa alchimia tra gli interpreti - Sidney Park migliore di Hero Fiennes Tiffin - non aiuta molto a immedesimarsi nei relativi alter-ego. Sempre brava e credibile Diane Kruger, anche produttrice, nei panni della madre. Il regista nonché autore della sceneggiatura A.J. Edwards ha avuto il merito di non perdersi in inutili frivolezze e di restare ancorato al cuore sofferto di una storia verosimile, capace di rispecchiare in più occasioni situazioni accadute anche nella realtà, ma non ha trovato altrettanto energia in una messa in scena tanto sobria quanto canonica.
Conclusioni
Come vi raccontiamo nella recensione di First Love, ci troviamo davanti ad un dramma familiare dove la storia d'amore del titolo è un elemento che fa da collante ai vari step-temporali. Il cuore del racconto si sofferma invece sul percorso di caduta e rinascita che coinvolge il nucleo principale di personaggi, mettendo a nudo su schermo quell'american dream che la crisi economica del 2008 ha definitivamente esposto in tutta la sua, illudente, utopia.
Perché ci piace
- Diane Kruger in una performance da incorniciare.
- Il dramma al centro del racconto è tristemente verosimile.
Cosa non va
- Poco emozionante nelle dinamiche prettamente romantiche.