FIFA: Tutte le rivelazioni, la recensione: Come il Qatar ha comprato la Coppa del Mondo

La recensione di FIFA: Tutte le rivelazioni. La docuserie, in streaming su Neftlix dal 9 novembre, spiega come sia potuto accadere che i Mondiali del 2022 siano stati assegnati al Qatar e lo fa con un racconto che parte dagli anni Settanta, dal momento in cui la FIFA ha cambiato la sua natura.

FIFA: Tutte le rivelazioni, la recensione: Come il Qatar ha comprato la Coppa del Mondo

Dite la verità: all'annuncio che i mondiali del 2022 si sarebbero giocati in Qatar siete rimasti tutti a bocca aperta. Un mondiale in un paese che non ha tradizioni calcistiche, con gli stadi che, allora, erano tutti da costruire, con condizioni climatiche impossibili (i mondiali si giocano adesso, in autunno) era qualcosa di molto strano. Per non parlare dei diritti umani. C'era qualcosa che non andava.

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FIFA: Tutte le rivelazioni, una scena della docu-serie

Nella recensione di FIFA: Tutte le rivelazioni (Fifa Uncovered), la docuserie in streaming su Neftlix dal 9 novembre, vi consigliamo un'inchiesta che spiega come sia potuto accadere. FIFA: Tutte le rivelazioni lo fa con un racconto che parte da lontano, dagli anni Settanta, cioè dal momento in cui la FIFA, la federazione internazionale delle federazioni calcistiche, ha cambiato la sua natura, per arrivare ai giorni nostri. È una docuserie ben realizzata, molto interessante da vedere. E attuale: i mondiali in Qatar stanno per iniziare. Li guarderete con altri occhi dopo aver visto questa storia, una House Of Cards ambientata nel mondo del calcio.

Joao Havelange: il calcio cambia per sempre

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FIFA: Tutte le rivelazioni, una scena della docu-serie

FIFA: Tutte le rivelazioni parte da lontano e racconta la storia della FIFA, puntando l'attenzione sui momenti di svolta. La FIFA nasce nel 1904, grazie a 7 associazioni calcistiche nazionali. Per anni, come sede, ha un piccolo appartamento in un palazzo di Zurigo. Fino al 1974 il suo presidente è l'inglese Stanley Rous, un ex arbitro che intende il calcio ancora in una vecchia maniera. Tutto cambia quando a sfidarlo per la presidenza, e a vincere, è Joao Havelange, ex sportivo brasiliano diventato imprenditore. Nel 1974 assume la presidenza e cambia per sempre il mondo del calcio: con lui diventa business. E infatti, nel 1976, arriva il primo sponsor, per un progetto di sviluppo: è la Coca Cola. Ma ben presto, nel 1978, l'Adidas diventerà il primo sponsor ufficiale dei Mondiali, quelli controversi giocati in Argentina. Nel 1982, in Spagna, l'Adidas sarà onnipresente. Non finisce qui: Horst Dassler, il numero uno dell'Adidas, si farà concedere dalla FIFA i diritti televisivi dei mondiali per rivenderli alle tivù di tutto il mondo, dando il via a un'enorme operazione di marketing, e a un'altrettanto grande storia di corruzione.

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Sepp Blatter, Jack Warner, Chuck Blazer: quei bravi ragazzi

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FIFA: Tutte le rivelazioni, una scena della docu-serie

Raccontare l'evoluzione della FIFA vuol dire narrare l'ascesa e la caduta di Sepp Blatter, assunto da Havelange per occuparsi del marketing fino a diventare il segretario generale. Avuta la prova della corruzione di Havelange, a causa di un pagamento finito per sbaglio sul conto della FIFA, lo ha gentilmente invitato a farsi da parte. Con il 1998, allora, Sepp Blatter diventa presidente della FIFA. Il momento in cui, da segretario, sfida l'altro candidato alla presidenza FIFA, lo svedese Lennart Johansson, allora presidente UEFA, è un momento degno di House of Cards per la diabolica trama ordita. Una trama degna di un thriller politico in cui compaiono personaggi come Jack Warner, di Trininad e Tobago, presidente della Concacaf (Nord e Centro America) e l'americano, suo sodale, Chuck Blazer. Personaggi degni di un film. Quei bravi ragazzi del calcio.

Nicolas Sarkozy, Michel Platini e quel messaggio subliminale

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FIFA: Tutte le rivelazioni, una scena tratta dalla docu-serie

Il Qatar ha costruito in modo molto breve quello che molti paesi hanno costruito gradualmente. Un Paese che si è arricchito con il gas naturale ha fortemente voluto questo mondiale per affrancarsi dall'Arabia Saudita. I discorsi dei qatarioti sono pieni di buone intenzioni, di orgoglio per il fatto di portare per la prima volta il calcio in Medio Oriente. Ma ci si accorge ben presto che è un progetto dello Stato, non della federazione calcistica, per mettere il Qatar al centro del mondo. Nel 2009, quando è partita la corsa, non c'erano gli stadi, gli hotel per gli ospiti, le città sarebbero dovute essere completamente riorganizzate. Si sarebbe dovuto giocare a giugno e luglio, con temperature impossibili. Così viene stilato un rapporto, che nessuno legge. Figurarsi se qualcuno si sia preoccupato delle condizioni dei lavoratori. C'è chi fa pesanti accuse: un milione e mezzo di dollari sarebbe stato dato a ogni membro del comitato che avrebbe assegnato i mondiali in cambio del suo voto. Il Sunday Times titolerà "Il Qatar ha comprato la Coppa del Mondo". Ma è una storia complicatissima, in cui entrano in scena anche Nicolas Sarkozy, allora presidente francese, Michel Platini e un "messaggio subliminale" arrivato dal presidente all'ex calciatore, in cui faceva capire a Platini che votare per il Qatar sarebbe stato giusto per il bene della Francia. Poco dopo i qatarioti avrebbero comprato il Paris Saint Germain. E diversi Airbus francesi. Ma era tutto regolare...

Sepp Blatter come Wanna Marchi

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FIFA: Tutte le rivelazioni, una scena della docu-serie

FIFA: Tutte le rivelazioni, tra le varie testimonianze, intervista anche Sepp Blatter in persona, usando la sua intervista contro di lui. A stupire è la faccia tosta dello svizzero, che racconta tutto il suo operato, per nulla pentito, anzi. È orgoglioso e assolutamente convinto di essere nel giusto. Chi vi ricorda? Sì, Sepp Blatter è come Wanna Marchi, intervistata nella serie tv Wanna. Entrambi sono figli di una generazione di affaristi saliti alla ribalta tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, una generazione per cui ogni considerazione morale passava in secondo piano. Gli stessi qatarioti, interrogati sul titolo del Sunday Times e sulle accuse di corruzione, sembrano cadere dalle nuvole, ostentando un assoluto candore. Tutti questi volti, che compaiono sullo schermo, danno al documentario un tocco di surreale e, proprio come avveniva in Wanna, dimostrano di che pasta sono fatti gli attori che sono in scena.

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È sempre il gioco più bello del mondo. O no?

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FIFA: Tutte le rivelazioni, una scena della docu-serie

C'è anche l'urlo di Tardelli, quello del goal del 2 a 0 nella finale Italia-Germania del 1982, a un certo punto di Fifa: Tutte le rivelazioni, mentre il racconto scorre velocemente lungo le varie edizioni della Coppa del Mondo organizzate nella FIFA. Ci sono le scene dei calciatori ogni tanto. Che sono soffocate tra le continue immagini di loschi figuri che campeggiano nella storia che ci viene raccontata. Quel montaggio serve a farci capire che non siamo in una storia di Mafia, ma in una storia che ha a che fare con il calcio. E che, in fondo, qui parliamo del gioco più bello del mondo, di quel gioco che ci ha conquistato da bambini per non lasciarci più. Ecco, sapere così chiaramente che quella festa che attendiamo ogni quattro anni sia macchiato da tanta corruzione, e in mano a certe persone, è qualcosa che fa male. Guardatevi FIFA: Tutte le rivelazioni. E vedrete i Mondiali di calcio con occhi diversi.

Conclusioni

Nella recensione di FIFA: Tutte le rivelazioni vi abbiamo parlato di una docuserie ben realizzata, molto interessante da vedere. E attuale: i mondiali in Qatar stanno per iniziare. Li guarderete con altri occhi dopo aver visto questa storia, una House Of Cards ambientata nel mondo del calcio.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • Il tempismo con cui la serie arriva su Netflix, a 10 giorni dai Mondiali di calcio in Qatar.
  • L'accurata e certosina ricostruzione di tutti i fatti e di tutti i personaggi in campo.
  • L'intervista a Sepp Blatter, convinto di essere nel giusto, che dà un tocco surreale alla serie.

Cosa non va

  • Alcuni passaggi sono così complessi che è a tratti è difficile seguire la storia.