Per Pasquale Scimeca il cinema è indagine minuziosa della realtà in ogni sua sfaccettatura. Autore di numerosi documentari, noto al grande pubblico per Placido Rizzotto, presentato con un buon riscontro alla Mostra di Venezia del 2000, Scimeca è tornato dietro alla macchina da presa per Biagio, presentato al Festival Internazionale del Film di Roma nella sezione Cinema D'oggi.
Il film, interpretato da Marcello Mazzarella, racconta la storia di Biagio Conte, noto a Palermo come Fra Biagio, un missionario laico che nella sua città natale ha creato la "Missione di Speranza e Carità", una risposta alle continue richieste di attenzione da parte degli strati più poveri della popolazione.
"Questo film non solo vuole raccontare l'esperienza di Biagio, ma cerca di essere un tentativo di capire la crisi profonda, culturale e economica, che ci sta colpendo -ha spiegato Scimeca -. Biagio è il paradigma del nostro tempo. Egli rinuncia a tutto e inizia il suo percorso da pellegrino; vive nei boschi da solo e quando ritorna nella civiltà lo da uomo libero, dimostrandoci che si può essere sereni dedicando la propria esperienza agli altri. Mi ha insegnato che nella vita bisogna avere il coraggio di fare scelte drastiche e al termine del film posso dire di aver recuperato anche io dei valori nuovi".
La rivoluzione della povertà
Biagio Conte, figlio di un industriale benestante, lascia gli agi e la comodità della casa paterna per intraprendere un percorso alla ricerca di sé stesso e trasforma l'inquietudine in un viaggio spirituale pieno di pericoli, ma anche di bellezza. Dopo aver vissuto per diverso tempo da solo nei boschi vicino a Corleone, decide di raggiungere Assisi per far suo il messaggio di San Francesco. Poi, il ritorno a casa e la fondazione della missione che aiuta poveri e senza tetto. "Biagio è un rivoluzionario vero, non a parole - ha aggiunto il regista -, forse è uno dei pochi che conosco. E lo è perché si è messo in discussione sul serio. Noi abbiamo espulso la spiritualità dalla nostra vita, puntando tutto sul possesso delle cose, sulla ricchezza. La spiritualità, invece, è un bisogno profondo, così come la ricerca della religiosità e a questo bisogno noi uomini del terzo millennio dobbiamo guardare con occhi nuovi. La fede è un dono ed è anche conquista".
Una ricerca continua
Pasquale Scimeca non parla di sé come di una persona religiosa, ma, al termine di questo progetto così intimo e personale, sente di essere in un territorio in continua esplorazione. "Dobbiamo cercare Dio non attraverso paure e imposizioni, ma attraverso la libertà. Sono in questa fase di conquista della libertà, quella che poi potrà permettermi di cercare Dio".
Sostenuto da Sicilia Film Commission e Banca del Nisseno, il film è stato prodotto con un budget di circa seicentomila euro. "Non è possibile protestare in eterno, è certamente utile ma bisogna lavorare e rimboccarsi le maniche. Il film è stato arricchito dall'entusiasmo di tutti i partecipanti, che sono stati straordinari anche nei momenti di difficoltà, di sconforto".
Biagio, un esempio da seguire
Quando Scimeca parla di Fra Biagio, anche il tono di voce si addolcisce. "Lui si definisce umile fraticello. Avrebbe voluto solo fare l'eremita, ma si è reso conto di doversi mettere al servizio degli altri. Pur avendo sofferto indicibilmente, ha sempre conservato la serenità, i suoi occhi non mentono. Si è messo la croce sulle spalle, camminando per Palermo, un gesto straordinario che non ha fatto per esibizionismo. E' una delle figure più belle del mio tempo".
Toccante la testimonianza di Marcello Mazzarella che di Fra Biagio è l'alter ego artistico. "L'ho conosciuto anni fa durante una trasmissione televisiva in cui si raccoglievano fondi di beneficenza per la sua missione - ha raccontato l'attore -, quando lo vidi fui scosso nell'anima. Sentivo l'esigenza di raccontare dei siciliani che ci fanno onore, per andare oltre gli stereotipi stupidi. Nella mia vita ho conosciuto la vera indigenza, prima di essere scelto da Ruiz per interpretare il film su Proust, sono stato povero, ho vissuto per strada. In Biagio quindi mi sono rivisto. Ricordo molto bene le carezze delle persone che provavano a farmi stare meglio. Oggi voi vedete un attore, ma ho dormito per strada, senza neanche un po' di latte da bere".