"Da dove partiamo? Da un'edizione straordinaria. La Festa è divetta un luogo ambito dove si va non per promuovere un film ma perché si sceglie di andare, perché è un bel posto".
In una parola la dodicesima edizione della Festa del Cinema di Roma (in programma dal 25 ottobre al 5 novembre) sarà soprattutto "bella" e di qualità.
Non ha dubbi il direttore artistico Antonio Monda, riconfermato anche per i prossimi tre anni, pronto a sciorinare davanti alla stampa le cifre - tutte in crescita - e i titoli di uno dei migliori programmi delle ultime edizioni, nato all'insegna della "selezione e non dell'allargamento perché bisogna scegliere il meglio e prendere solo film di cui si è assolutamente convinti".
La linea dettata da Monda ha portato la kermesse capitolina a ritrovare un'identità a lungo invocata, inseguita e alla fine ritrovata, e scopre un cartellone variegato, un melting pot di genere e autorialità aperto anche ad altri linguaggi dell'arte.
Leggi anche: Roma 2017: Stronger di David Gordon Green, la star Jake Gyllenhaal incontrerà il pubblico
Tra musica e sport
Musica e sport saranno i fil rouge di questa edizione, come dimostrano due degli ospiti protagonisti degli incontri con il pubblico: uno con il regista, compositore, pianista e direttore d'orchestra di "innegabile finezza", Michael Nyman, l'altro con l'allenatore che ha avuto più trionfi nella storia del basket americano, Phil Jackson.
E poi ci sono ovviamente i film: dai documentari su Maria Callas (Maria by Callas: In Her Own Words), Bob Dylan (Trouble no more), Nick Bollettieri (Love means Zero) e sulla scuderia Ferrari (Ferrari: Un mito immortale) all'atteso Borg McEnroe (che sarà l'occasione per una festa in compagnia dei più grandi tennisti del panorama mondiale), passando per I, Tonya, ritratto della pattinatrice Tonya Harding, e Une prière avant l'aube, la storia vera di Billy Moore, giovane pugile inglese rimasto rinchiuso per tre anni in una prigione della Thailandia.
Ma la musica torna anche nella rassegna Film della nostra vita, dove ogni selezionatore sceglie l'opera preferita di un particolare genere, che per quest'anno sarà il musical.
Leggi anche: Non solo Dunkirk: da Borg/McEnroe a Lady Gaga, a Toronto le passioni accendono il festival
Varietà e selezione
Una vocazione sempre più internazionale che quest'anno con 14 anteprime mondiali, 10 internazionali e 10 prime europee, ha coinvolto ben 31 differenti paesi: "Siamo voluti uscire dalla gabbia del cinema hollywoodiano o solo italiano", precisa Monda.
Ad aprire la selezione ufficiale, come anticipato nei mesi scorsi, sarà Hostiles di Scott Cooper, "un film fordiano di natura, un classico", seguiranno poi il già annunciato Stronger di David Gordon Green con Jake Gyllenhaal, protagonista di uno degli incontri con il pubblico; Detroit, il film del Premio Oscar Kathryn Bigelow sulle sanguinose rivolte che sconvolsero Detroit nel 1967; C'est la vie - Prendila come viene che riporta sullo schermo la coppia di registi di Quasi amici, Éric Toledano e Olivier Nakache con una commedia che in Francia è già un caso.
Molti dei titoli come da copione arrivano direttamente da Toronto, ma c'è spazio anche per qualche sorpesa: Monda riesce a strappare infatti anche Last Flag Flying di Richard Linklater, "uno dei più grandi registi contemporanei", e Logan Lucky di Steven Soderbergh.
Leggi anche: Linklater, Fishburne e Bryan Cranston su Last Flag Flying: l'orrore della guerra visto dai sopravvissuti
Che fine ha fatto il cinema italiano?
E' il grande assente dalla vetrina della selezione ufficiale, eccezion fatta per Una questione privata dei fratelli Taviani, che questa volta si avventurano nell'adattamento del romanzo di Beppe Fenoglio. Per il resto il cinema italiano farà capolino in preapertura con quattro titoli (La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi, Moravia Off di Luca Lancise, Terapia di coppia per amanti di Alessio Maria Federici e The Italian Jobs: Paramount Pictures e l'italia di Marco Spagnoli) e tra gli eventi speciali, con il film di chiusura The Place di Paolo Genovese, e con l'animazione Nysferatu - Symphony Of A Century di Andrea Mastrovito, che ha ridisegnato a mano il Nosferatu il vampiro di F.W. Murnau riambientandolo nella New York contemporanea.
E sulla risicata presenza di film italiani Monda va dritto al punto e spiega senza remore: "Creare una riserva indiana per i film italiani solo perché debbano fare quota è un danno per i film stessi. La catastrofe dei film italiani al box office di questi giorni del resto è un dato di fatto; prendere dei titoli solo perché ci siano non aiuta, per questo abbiamo deciso di puntare soltanto su film di cui eravamo assolutamente convinti".
Leggi anche: Terapia di coppia per amanti: abbiamo fatto una seduta con Ambra Angiolini e Pietro Sermonti
Le star
I red carpet? "Ci saranno - rassicura Monda - ve ne regaleremo almeno uno importante ogni sera". A partire da quello del film d'apertura con Rosamund Pike; confermati quasi tutti i registi, in dubbio ancora la Bigelow, e gli ospiti degli Incontri Ravvicinati da Xavier Dolan a Ian McKellen, Fiorello, Nanni Moretti, Vanessa Redgrave, David Lynch, Jake Gyllenhaal, Chuck Palahniuk, mentre con la sezione autonoma di Alice nella Città sfileranno anche Orlando Bloom e Dakota Fanning.
Insomma, tappeto rosso sì, ma a patto che al primo posto ci siano i film: "Sì, amiamo il red carpet e, certo, amiamo le star, che ci saranno. - aggiunge il presidente Piera Detassis - Ma le stelle talvolta sono comete e noi oggi abbiamo più che mai bisogno di pianeti pieni di senso".