Dopo tanti colleghi, anche Micaela Ramazzotti ha fatto il grande passo: l'attrice è al debutto come regista con il film Felicità, in sala dal 21 settembre. Un esordio che si è fatto notare: presentato nella sezione Orizzonti Extra, la pellicola ha vinto il Premio degli Spettatori a Venezia 80.
Da lei anche scritto e interpretato, Felicità è la storia di Desirè Mazzoni, parrucchiera che lavora nel cinema. La donna ha una relazione con un uomo più grande, Bruno, un professore, interpretato da Sergio Rubini, che però la tratta come una "sciocchina". Non va meglio con i genitori, Floriana e Max (Anna Galiena e Max Tortora), che da lei vogliono solo soldi. L'unico a volerle sinceramente bene è il fratello minore Claudio (Matteo Olivetti), che però tenta il suicidio.
Abbiamo incontrato la regista Micaela Ramazzotti e i suoi attori proprio al Lido di Venezia, dove ci hanno raccontato come in realtà quella raccontata in Felicità sia una storia di emancipazione.
Felicità: intervista a Micaela Ramazzotti e Matteo Olivetti
È inutile negarlo: ogni volta che vediamo un attore cimentarsi con la regia siamo tutti lì a giudicarlo con il doppio della severità. Invece il film di Micaela Rammazzotti è molto più bello dei nostri pregiudizi. Lo abbiamo quindi chiesto proprio a lei: come si vive con i pregiudizi? Per l'autrice: "Io non sono una che ha pregiudizi. Quindi se ci sono nei miei confronti neanche li vedo. Nel caso del mio personaggio mi piaceva che fosse debole, squinternato, che avesse delle peculiarità mentali. Mi piaceva l'idea di raccontare un'emancipazione: l'emancipazione è difficile da raggiungere. Spesso non si raggiunge mai. C'è chi invece riesce a emanciparsi molto presto. Sicuramente dalla famiglia, e in particolare dalla famiglia italiana, è molto complicato. La nostra storia ci porta a questo. Da sempre. Rispetto ad altri paesi del nord Europa. Volevo proprio raccontare una famiglia italiana e portarla all'estremo. Anche se credo che ci sia anche peggio della famiglia che ho raccontato".
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Felicità: intervista a Max Tortora, Anna Galiena, Sergio Rubini
I genitori della protagonista sono terribili: il padre pensa soltanto alla sua carriera mai decollata nel mondo dello spettacolo, la madre, che non ha mai potuto fare ciò che voleva, si sfoga sulla figlia. Entrambi non vedono, o fanno finta di non vedere, le cose terribili che accadono, e sono accadute, ai figli. Si parla tanto di riformare le nuove generazioni partendo dalla famiglia, come si fa se anche le famiglie sono fallate?
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Per l'attrice Anna Galiena: "A me questi sembrano proprio i prodotti di una società che si è sfaldata perché ha solo pensato a consumare. Una società che, a forza di consumare, è quello che è. Chi non ha avuto le guide in tempo e consuma soltanto, produce soltanto altri esseri non guidati e consumati. E così si va avanti verso il niente. Così un giovane infelice può solo rendere ancora più infelici gli altri".