Fear Street Parte 2: 1978, la recensione: Il secondo capitolo del divertente slasher Netflix in salsa teen

La recensione di Fear Street Parte 2: 1978, il secondo capitolo della saga tratta dai romanzi di R.L. Stine disponibile su Netflix.

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Fear Street Parte 2: 1978, una sequenza del film

Apriamo questa recensione di Fear Street Parte 2: 1978 con un necessario Dove eravamo rimasti: il secondo capitolo della trilogia di film tratta dai popolari romanzi per adolescenti di R.L. Stine (autore qui da noi decisamente più famoso per i suoi Piccoli Brividi) disponibile su Netflix comincia subito dopo la conclusione del primo film, ossia dopo che Deena e suo fratello Josh sono riusciti ad immobilizzare Sam (Olivia Welch), posseduta dallo spirito di Sarah Fier, la strega che ha maledetto la cittadina di Shadyside. Deena e Josh sono gli unici due ad essere sopravvissuti (insieme a Sam, ovviamente, ma la sua situazione è decisamente più complessa) nel loro gruppo di amici all'ondata di follia prodotta, ancora una volta, dalla magia della strega. Per sopravvivere bisogna però guardare al passato, a quello della cittadina in cui vivono i nostri protagonisti e dove si sono consumati (a partire dalla fine del Seicento, quando Sarah Fier è stata uccisa e ha lanciato la sua maledizione) innumerevoli omicidi.

Uno dei casi più eclatanti, citati più e più volte durante Fear Street Parte 1: 1994, è quello del campeggio Nightwing, in cui uno dei ragazzi è impazzito e ha deciso di massacrare decine di suoi coetanei (un killer incappucciato e armato di ascia che abbiamo già avuto il piacere di incontrare): è proprio da qui che riparte la nostra storia, Deena e Josh decidono infatti di incontrare C. Berman (Gillian Jacobs), sopravvissuta ai fatti del 1978 e che, seppur controvoglia perché ancora profondamente segnata da quanto accaduto, decide di raccontargli la sua storia.

Il massacro del campeggio Nightwing

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Fear Street Parte 2: 1978, una scena del film

Al centro di Fear Street Parte 2: 1978 troviamo due sorelle, Ziggy (Sadie Sink) e Cindy Berman (Emily Rudd), che non vanno molto d'accordo e sono l'una l'opposto dell'altra. La prima odia le regole e le imposizioni, l'altra sogna una vita lontana da Shadyside e fa di tutto per raggiungere il suo obiettivo. Entrambe si trovano per l'estate al campeggio Nightwing: Cindy, insieme al suo ragazzo Tommy (McCabe Slye) è una delle capogruppo, Ziggy, invece, fatica ad integrarsi e a farsi degli amici. L'unico che sembra averla presa in simpatia è Nick Goode (Ted Sutherland), personaggio che abbiamo già incontrato - da adulto - nel primo film, si tratta infatti del capo della polizia (Ashley Zukerman). Le cose prendono all'improvviso una piega davvero inquietante quando l'infermiera Mary (madre di quella Ruby Lane che abbiamo già conosciuto, armata di rasoio e assetata di sangue) aggredisce Tommy dopo avergli rivelato che avrebbe fatto la stessa fine della figlia. E le cose vanno proprio così: quella notte stessa, infatti, la follia scatenata dalla maledizione della strega sembra colpire proprio il ragazzo, che decide di sfogare sui malcapitati campeggiatori la sua furia omicida. Non è detto, però, che non ci sia un modo per sconfiggere Sarah Fiers, cancellando la sua nefasta influenza su Shadyside: nel diario dell'infermiera Mary Lane potrebbe esserci la chiave per cambiare le cose una volta per tutte.

Fear Street Parte 1: 1994, la recensione: il primo film della trilogia tratta dai romanzi horror per teenager

Un ritmo più serrato

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Fear Street Parte 2: 1978, una foto dal set

In questo secondo film della trilogia il ritmo si fa più serrato ed aumenta anche il coinvolgimento dello spettatore nelle vicende narrate: nel seguire la storia di due sorelle dal destino in parte segnato (una di loro, come ci viene rivelato nella Parte 1, non sopravviverà a quella terribile notte del 1978) quanto accade ci colpisce decisamente di più rispetto ai fatti del primo film. Il mistero che ruota attorno alla maledizione di Sarah Fier, inoltre, viene approfondito nel corso della pellicola (preannunciando grandi rivelazione nel terzo film, che sarà ambientato nel 1666) e rende il tutto decisamente più intrigante: ancora una volta seguiamo i protagonisti mentre sfuggono all'assassino che è sulle loro tracce ma, con loro, ci ritroviamo a risolvere un mistero che risulta ancor più complesso di quel che inizialmente poteva sembrare.

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Fear Street Parte 2: 1978, Sadie Sink, Emily Rudd in un'immagine

Inoltre la caratterizzazione dei personaggi è maggiormente curata: tra tutti spiccano le sorelle Berman che, nella loro diversità, risultano complementari e a loro modo particolarmente affascinanti. Sadie Sink, giovane attrice che ricordiamo per il suo ruolo in Stranger Things, dimostra anche in questo caso grande carisma ed è assolutamente perfetta nella parte della giovane ribelle dal cuore d'oro; Emily Rudd, invece, è capace di infondere grande spessore al suo personaggio, rendendo le scene di cui è protagonista tra le meglio riuscite e toccanti del film. Anche ad alcuni dei comprimari viene dato spazio ed importanza - ovviamente per quanto possibile in un film di nemmeno due ore -, e ci ha particolarmente colpito come in parte non seguano quelli che tendenzialmente sono i modelli di personaggi (onni)presenti in slasher di questo tipo, rendendo il film ancor più particolare e godibile.

Un destino diverso

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Fear Street Parte 2: 1978, una foto sul set

Anche in questo caso la storia è perfetta per il pubblico a cui è destinata, in particolare per le tematiche attorno a cui ruota, come l'importanza di essere sempre se stessi e di non perdere mai la speranza che il futuro che ci attende che - se lo vogliamo - sarà migliore di quello di chi è venuto prima di noi. Proprio sul discorso delle differenze di classe nei sobborghi americani - che si esprime principalmente nella radicata rivalità tra Shadyside e Sunnyvale - ci si sofferma ancora di più che nel primo film, ammantando il tutto di un grande senso di fatalismo e predestinazione. I ragazzi di Shadyside sono perseguitati da una maledizione che li condanna - oltre ad essere periodicamente le vittime di crudeli serial killer - alla miseria e alla mancanza di prospettive. I nostri personaggi, che cercano per sopravvivere ai folli sanguinari di turno, lottano anche per emanciparsi dalla triste realtà in cui sono nati, ma purtroppo il destino è un nemico particolarmente difficile da sconfiggere. O invece no? Forse c'è una soluzione e la maledizione può essere spezzata. E se c'è speranza per i ragazzi di Shadyside, ce n'è anche per i tanti giovani che - nel mondo reale - temono di non poter vivere una vita diversa e migliore.

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Fear Street Parte 2: 1978, un momento sul set

Dopo aver visto Fear Street Parte 2: 1978, che ça va sans dire si ispira ad un classico del cinema horror come Venerdì 13, non vediamo l'ora di proseguire (e terminare) quest'avventura con il terzo film della saga. Come preannuncia l'epilogo di questo secondo film torneremo ancor più indietro nel passato, più precisamente alla fine del Seicento, quando Sarah Fier lanciò la sua maledizione. Il mistero si infittisce e siamo sicuri che Fear Street Parte 3: 1666 ci riserverà grandi sorprese.

Conclusioni

Concludiamo la recensione di Fear Street Parte 2: 1978 sottolineando come il secondo capitolo di questa trilogia sia ancor più godibile e divertente del suo predecessore. Un film perfetto per il target a cui è destinato che non disdegna però una buona dose di gore. Apprezzabile quindi tanto dai giovani per cui è pensato quanto da un pubblico più adulto.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.7/5

Perché ci piace

  • La trama, interessante ed intrigante.
  • Il buon cast, soprattutto le due protagoniste, ma anche i personaggi secondari.
  • Le tematiche che tratta, perfette per il target a cui è destinato.

Cosa non va

  • Il (poco) tempo a disposizione rende la sceneggiatura un po' affrettata in certi passaggi.