Fargo: La quiete dopo la tempesta nel finale della seconda stagione

La serie ispirata al film dei fratelli Coen chiude il suo secondo ciclo di episodi in modo spiazzante ma altamente riuscito.

Momenti umani

C'è qualcosa di perverso, nonché tipicamente coeniano, nella decisione presa da Noah Hawley per chiudere la seconda stagione di Fargo. Chi infatti conosce la serialità americana (o anche solo la prima stagione di questa serie, dove i vari cattivi venivano puniti proprio nell'episodio di commiato) probabilmente si sarà aspettato che la seconda annata si concludesse con il cosiddetto "massacro di Sioux Falls", che invece è divenuto l'elemento chiave del nono episodio, il pre-finale, impostato peraltro con una cornice narrativa documentaristica (e la trovata squisitamente autoreferenziale di farlo narrare da Martin Freeman, alias Lester Nygaard). La decima puntata è quindi una letterale quiete dopo la tempesta, dove i sopravvissuti si ritrovano e parlano. Un lungo epilogo contemplativo, che ci regala momenti di grande intensità e bellezza tra Lou Solverson, sua moglie e Hank Larsson, ma anche il destino ironico dei pochi cattivi scampati alla carneficina.

Fargo: Ted Danson e Patrick Wilson in una scena della première
Fargo: Ted Danson e Patrick Wilson in una scena della première

Questa scelta è calzante anche considerato il titolo del finale, Palindrome: laddove la prima stagione era iniziata con maggiore calma per poi chiudersi nel sangue, la seconda è partita più o meno "col botto" per arrivare ad una conclusione più intima e personale. Così facendo Hawley è anche riuscito a chiudere una sorta di arco narrativo che, nonostante il format antologico, ha attraversato le prime due stagioni, esplorando la relazione tra lavoro e vita privata all'interno della famiglia Solverson, un parallelismo esplicitato in Palindrome dove la moglie di Lou ha una visione del futuro, occasione ghiotta per far tornare Allison Tolman, Keith Carradine e Colin Hanks. Si chiude così, con il ricambio generazionale, una saga famigliare travestita da due miniserie separate, con un'ulteriore allusione al futuro/passato tramite il personaggio di Hanzee Dent, il killer indiano che, stando ad una conversazione con un altro criminale, diverrà Moses Tripoli, il gangster ucciso da Lorne Malvo nel 2006. Come dire: il mondo è piccolo, soprattutto in questa comunità tranquilla occasionalmente turbata da atti brutali...

Fargo: Allison Tolman e Bob Odenkirk nell'episodio Morton's Fork
Fargo: Allison Tolman e Bob Odenkirk nell'episodio Morton's Fork

Inversione dei ruoli

Fargo, stagione 2: Kirsten Dunst e Jesse Plemons
Fargo, stagione 2: Kirsten Dunst e Jesse Plemons

Se nella prima stagione la parte del leone, malgrado la strepitosa doppietta Malvo-Nygaard, fosse stata affidata alla Tolman nei panni di Molly, per questo secondo ciclo la parte puramente eroica è stata condivisa, in ottica interamente al maschile, da Patrick Wilson e Ted Danson, duo tragicomico che, eventuali flashback permettendo, non ci dispiacerebbe ritrovare nella terza annata (che sarà ambientata nel 2010). Detto ciò, le donne hanno avuto una presenza di non poco conto, in particolare Kirsten Dunst che grazie al ruolo di Peggy Blumquist ha dato alla sua carriera una bella spinta sul piano qualitativo. Per quanto concerne gli ospiti speciali, impossibile non menzionare Bruce Campbell, che non ha deluso le aspettative nella parte di Ronald Reagan, presenza minore ma a suo modo fondamentale, fin dalla premiere della stagione.

Il futuro

Fargo: Kirsten Dunst e Jesse Plemons in Palindrome
Fargo: Kirsten Dunst e Jesse Plemons in Palindrome

Come già detto, la terza stagione, prevista per il 2017 (!), sarà ambientata alcuni anni dopo la prima. Difficile fare supposizioni sul contenuto, ma è probabile che la famiglia Solverson, vista la completezza dell'arco narrativo ad oggi, abbia un ruolo ridotto, forse addirittura marginale, per poter esplorare altri aspetti di queste "storie vere" ambientate nel Minnesota e dintorni. E per quanto ci dispiaccia essere orfani di Fargo per un anno intero, il maggiore tempo a disposizione dovrebbe consentire a Hawley di realizzare una visione capace di soddisfare sia le sue aspettative personali che quelle del pubblico, evitando così una situazione simile a quella della seconda annata di True Detective. Appuntamento, quindi, all'autunno - presumibilmente - del 2017...

Movieplayer.it

5.0/5