Far East 2008: cosa ci aspetta

Oltre sessanta pellicole provenienti dall'Estremo Oriente sono state selezionate per coronare l'importante traguardo dei primi dieci anni di vita di questa amatissima manifestazione.

A pochi giorni dalla serata di apertura è stato finalmente annunciato il programma del Far East Film Festival: oltre sessanta pellicole provenienti dall'Estremo Oriente sono state selezionate per coronare l'importante traguardo dei primi dieci anni di vita di questa amatissima manifestazione.
Il lavoro svolto in questo decennio dal Centro Espressioni Cinematografiche ha in più occasioni permesso la diffusione in occidente di un universo cinematografico foltissimo ed abbagliante, facendo della ricerca costante di giovani talenti e dell'esplorazione di cinematografie quasi sconosciute e troppo spesso dimenticate dai circuiti maggiori, ma anche dello sguardo sempre puntato al passato e alla storia del cinema asiatico, il proprio motto e il denominatore di un successo indiscutibile. Se oggi, com'è tendenza ormai consolidata da qualche anno a questa parte, tutte le più importanti manifestazioni cinematografiche corteggiano ed omaggiano i grandi nomi delle cinematografie d'Oriente lo si deve senza dubbio anche al Far East e la selezione di questo decennale si presenta, speriamo non solo sulla carta, come una sintesi perfetta dell'impegno di questi anni, per il ritorno a Udine di alcune delle personalità più amate dal pubblico del festival, il folto numero di esordienti in cartellone e per l'ennesima, indispensabile retrospettiva.

La kermesse si aprirà con la proiezione di L: change the World firmato da Hideo Nakata, lungometraggio dedicato al passato del detective L già protagonista degli altri due live-action della serie di Death Note e titolo particolarmente atteso dagli appassionati dell'omonimo manga che ha spopolato anche in occidente. Il maestro del J-Horror, a cui dobbiamo pellicole come Ringu e Dark Water, sarà anche padrino dell'Horror Day, una delle giornate simbolo del Festival, con Kaidan. La vetrina sul Giappone prosegue ricca di nomi e con un programma molto più stimolante rispetto a quello dell'anno passato: immancabile Takashi Miike per soffiare sulle dieci candeline del festival, che oltre a presentare l'attesissimo Crows - Episode 0 omaggerà il pubblico del Teatro Nuovo con uno speciale video realizzato per l'occasione.

Un anno di importanti ritorni dicevamo, riflettori puntanti quindi anche su Always - Sunset On Third Street 2 del bravo Takashi Yamazaki di cui avevamo già apprezzato l'omaggio nostalgico che il regista aveva rivolto alla Tokyo anni Cinquanta nel lavoro precedente. Spostandoci invece ad Hong Kong particolare attenzione sarà rivolta alle visioni di An Empress and The Warriors, ritorno alla regia di Ching Siu-tung, noto coreografo della trilogia di Zhang Yimou e di Shaolin Soccer, e di Trivial Matter di Pang Ho-cheung, autore quest'anno anche del trailer del festival. Ma soprattutto si freme per l'arrivo a Udine di Johnny To e dell'allegra banda Milkyway: per chiudere questa edizione del Far East verranno presentati Mad Detective, già amato a Venezia, la commedia - dicono musicale quindi la curiosità è ragionevolmente alta - Sparrow e Tactical Unit - The Code, il pilot in pellicola di una serie televisiva ispirata al capolavoro PTU, con ospiti d'eccezione come Wai Ka Fai e una coppia di straordinari attori, Lam Suet e Kelly Lin.

Tra le novità più interessanti sicuramente l'inedita presenza di Vietnam e Indonesia rispettivamente con l'action The Rebel e la sexy-comedy Quickie Express e i due focus on dedicati ai bizzarri accostamenti di generi del giapponese Satoshi Miki e di Mamat Khalid dalla Malesia. Altri due giovani protagonisti saranno Yosuke Fujita, autore di Fine, Totally Fine al FEFF dopo il successo riscosso alla Nippon Connection di Francoforte e Jung Kil-young col suo Our Town, senza dubbio due dei titoli più stuzzicanti del cartellone di quest'anno. Una conferma definitiva arriva invece dalla sezione tailandese con Love of Siam, il nuovo lavoro del regista di 13-Beloved Chookiat Sakweerakul, ma in particolar modo coi brividi che pare promettere il terzetto horror composto da: Body, The Screen at Kamchanod e l'ultrasplatter Sick Nurses.
Prosegue in tinte dark anche la rappresentanza della Corea del Sud con The Guard Post di Kong Su-chang e l'horror in costume Shadows In The Palace; ma soprattutto la Corea sarà protagonista grazie la straordinaria retrospettiva dedicata a Shin Sang-ok, regista dalla vita avventurosa e quasi incredibile che ha avuto un ruolo determinate nella nascita della cinematografia coreana.