Diventa complicato proporre una recensione di Extravergine senza cadere nel pericolo degli spoiler: parliamo della nuova serie targata Fox e diretta da Roberta Torre che andrà in onda dal 9 ottobre sui canali FoxLife e Fox. Dopo Romolo + Giuly, La guerra mondiale italiana è tempo per una nuova produzione originale tutta italiana, una comedy d'autore al femminile molto sofisticata e allo stesso tempo ricca di toni surreali che dominano i primi tre episodi della serie tv che abbiamo potuto vedere in anteprima.
Ambientata nella Milano dei nostri giorni, la storia vede protagonista la ventinovenne Dafne (interpretata da Lodovica Comello), ancora vergine e che si trova a vivere tutti i giorni in un mondo ipersessualizzato. In questa recensione dei primi episodi di Extravergine sarà possibile capire in cosa consista questo nuovo progetto televisivo e perché sia così originale.
Trent'anni vergine
Il fattore che distingue la protagonista dagli altri personaggi femminili presenti nella serie è la sua vita sessuale: la ragazza, infatti, alla soglia dei trent'anni è ancora vergine. La sua non è tanto una volontà di mantenersi casta, ma è più una questione di non voler uscire dalla sua confort zone e dal suo microcosmo, un po' come Bridget Jones ci aveva già fatto vedere qualche anno fa se proprio si volesse fare un paragone. Redattrice per una rivista intitolata Audrey, Dafne si troverà a dover rivalutare la sua vita e il suo approccio verso il sesso quando viene accidentalmente scambiata per un'altra persona come protagonista di un video hot. Un universo femminile in cui, attorno alla protagonista, gravitano anche la sua coinquilina e migliore amica Ginevra e le colleghe Violante e Samira.
Un progetto televisivo di forte impronta autoriale
Ciò che salta subito all'occhio durante la visione di Extravergine è la marcata percezione dell'impronta autoriale di Roberta Torre, che dal mondo del cinema è momentaneamente passata a quello seriale e televisivo. La regista, conosciuta per aver diretto Tano da morire, I baci mai dati e Riccardo va all'inferno, continua a mantenere il suo stile registico: anche nel caso di Extravergine il reale viene letto in maniera completamente straniata, una dimensione allucinata e pop, figlia di sovrapposizioni di immagini e suoni, di periodi passati e di presente. Abile a viaggiare su un confine che si divide tra il volgare e l'imbarazzante, la Torre rimane fedele alle sue tecniche di ripresa e al suo legame con la musicalità: oltre alla presenza di slow e fast motion, intensi primi e primissimi piani e sguardi in macchina, la musica (con composizione dell'emergente Federico Novelli) aiuta a suggellare il legame tra la vera realtà e quella surreale.
20 film per ragazze da vedere su Netflix
Lodovica Comello e un cast giovane e libero di creare
Tra i vari fattori che rendono Extravergine una serie innovativa e originale sotto diversi punti di vista, vi è anche il fatto che sia un prodotto in cui i personaggi sono liberi e non messi alle strette dalla sceneggiatura. Ciò si deduce dalle atmosfere di ampio respiro, dai personaggi che espandono le proprie sfaccettature, le condividono con lo spettatore: in particolare, questo riguarda la protagonista che si rivolge più volte al pubblico come se lo spettatore facesse parte della sua vita, del suo circolo di amicizie intime e care.
Definita come "Alice nel paese delle sexymeraviglie", Dafne è naif e curiosa, un personaggio in continuo divenire e interpretato da una bravissima e graziosa Lodovica Comello. Oltre a lei, sono presenti nel cast della serie attori più o meno conosciuti e più o meno già visti come Melissa Anna Bartolini, Pilar Fogliati, Stella Pecollo, Stefano Rossi Giordani, Giulio Corso, Irene Ferri, Mario Acampa, Valentina Banci e Massimo Poggio.
Conclusioni
Nel concludere la recensione di Extravergine, è opportuno segnalare come questi primi episodi dimostrino la capacità tutta italiana di poter dare vita ad un prodotto audiovisivo ricco di sfaccettature e contrasti, in grado di ottenere una comedy d'impronta autoriale, mai banale e/o volgare, in un perfetto equilibrio tra realtà e surrealtà.
Perché ci piace
- È una serie comedy fresca ed innovativa che non rinuncia a un'impronta autoriale.
- Dati i temi trattati, la serie non cade nell'imbarazzo e/o nella volgarità.
- Il cast è giovane, preparato e ben amalgamato.
Cosa non va
- Il fatto che il personaggi e il contesto siano così estremizzati e tendenti alla surrealtà non permette una profonda forma di empatia.