Alla seconda edizione del Filming Italy Sardegna Festival ideato e diretto da Tiziana Rocca, Eva Longoria riceve l'Humanitarian award per il suo impegno nel sociale attraverso la fondazione che porta il suo nome, la Eva Longoria Foundation che ha come mission quella di liberare il potenziale delle "latinas", bambine, ragazze e donne appartenenti alla comunità latina all'interno degli Stati Uniti che purtroppo spesso lasciano gli studi e non si realizzano al meglio.
Il ruolo di attivista dell'attrice divenuta celebre per il ruolo di Gabrielle Solis nella serie Desperate Housewives - I segreti di Wisteria Lane, non si limita al mondo delle latine ma coinvolge tutte le donne. La Longoria è infatti co-fondatrice del movimento Time's up e portatrice di una mission ben più ampia ad Hollywood ed oltre.
Già cosi sembrerebbe impegnata su più fronti inconciliabili con altre attività ma Eva Longoria si dimostra instancabile e oltre ad essere neo mamma (ha un bimbo, Santiago, di quasi un anno), si sta dedicando anima e corpo nell'attività di produttrice e in quella di regista con un lungometraggio in cantiere dal titolo 24-7. A porre la ciliegina sulla torta un film in uscita, l'attesissimo live action che si ispira alle avventure di Dora l'esploratrice: Dora e la città perduta, in uscita prossimamente con 20th Century Fox Italia.
Dora e la città perduta: l'icona ispanica amata da tutti
In Dora e la città perduta interpreti Elena, sua madre. Conoscevi già le avventure di questa giovane eroina?
Sì, sono cresciuta con Dora, è un'icona per noi latini e non sapevo che fosse così popolare e conosciuta globalmente, invece amici da Londra e dall'Italia mi hanno chiamato felicissimi quando hanno saputo che avrei interpretato la mamma di Dora e preso parte al live action. Per me interpretare sua madre è stato stato un onore, il film è così bello, è un'avventura che coinvolge tutta la famiglia, è una versione teen di Tomb Raider. Il pubblico amerà questo film e si divertirà molto.
È stato ancora più importante per te interpretare questo ruolo ora che sei diventata mamma?
È stato il primo ruolo da mamma che ho interpretato dopo aver avuto mio figlio e mi sono resa conto che il mio istinto è cambiato totalmente, come mi approccio al mio lavoro di attrice, al ruolo, all'essere mamma in un film. Mi sono anche chiesta delle volte durante le riprese: "aspetta, non potrei mai far fare a Dora questo o quell'altro!", poi mi sono detta che qui si parlava di Dora e che lei poteva fare tutto. Ad ogni modo, avere un figlio e diventare mamma ha cambiato totalmente il mio approccio anche nella recitazione.
DA DESPERATE HOUSEWIVES AD OGGI: LE DONNE AL CINEMA
Da Desperate Housewives ad oggi, com'è cambiata la situazione delle donne nell'industria?
Credo che ci stiamo dirigendo nella direzione giusta anche se ci sono ancora tanti passi in avanti da fare poiché le donne sono ancora sottorappresentate non solo all'interno dell'industria cinematografica ma in tutti gli altri settori. Ci sono ancora poche registe donne se guardiamo ai numeri ma con il Time's up le cose stanno cambiando. Ho visto dei cambiamenti positivi già durante la pilot season dove molti nuovi progetti di serie TV sono diretti e proposti da donne.
A proposito di donne, Desperate Housewives è stata innovativa in questo senso, cosa ti ha lasciato?
Desperate Housewives ha preso 10 anni della mia vita, l'ho fatto per tanto tempo ed è stato divertente interpretare Gabrielle Solis che era l'opposto di come sono io, molto diversa da me come persona. Questa serie televisiva ha dimostrato che quattro donne protagoniste possono fare il successo di uno show in tutto il mondo ed anni fa, era raro che uno show del genere potesse viaggiare al di fuori degli Stati Uniti.
Il debutto alla regia con Kerry Washington
Oltre all'attività di produttrice, sappiamo che stai per debuttare alla regia, cosa ci puoi raccontare?
Si, il film si intitola 24-7, tra le protagoniste c'è Kerry Washington. È una commedia ambientata sul posto di lavoro che ritrae tre donne. Volevamo esplorare la situazione lavorativa delle donne nel dopo Time's Up. È divertente perché un sacco di cose non sono cambiate all'interno degli ambienti lavorativi ed è proprio per questo che è una commedia.
Perché hai deciso di spostarti dietro la macchina da presa?
Mi piaceva l'idea di essere in controllo del prodotto finale, prima sentivo che il mio potenziale non si esprimesse a pieno. Quando ero solo attrice non potevo decidere delle riprese, della musica, di come mi pettinavo e mi vestivo ed invece io ero molto interessata invece al making of di un film. Ho capito di avere un talento per questo e che ho fatto la regista per 10 anni anche se il mio debutto alla regia vero e proprio lo faccio con questo film.
Il tocco femminile e i risultati del Time's Up
Quali sono i primi risultati raggiunti dal Time's Up?
Credo che con il Times's Up abbiamo aumentato la consapevolezza rispetto alle molestie sessuali presenti nell'ambiente lavorativo per cui ora tutti ne sono a conoscenza. Abbiamo trasformato il dolore in potere. E adesso che ne stiamo parlando siamo in grado anche di operare il cambiamento, per esempio una delle cose che abbiamo fatto è il Legal Defense Fund, il Fondo per la difesa legale, e ora stiamo lavorando per favorire anche le donne nella critica cinematografica e il punto di vista femminile.
Esiste veramente secondo te il tocco femminile al cinema?
Penso proprio di sì, penso che ci sia un tocco femminile, un approccio diverso che distingue le donne dagli uomini. Anche le scene romantiche possono cambiare se a dirigerle c'è una donna. Le emozioni che vengono sottolineate sono diverse e questo riguarda anche le recensioni di film.