Si può amare follemente una serie già dai primi cinque minuti? Se di mezzo ci sono i coniugi Amy Sherman e Daniel Palladino, sì. Caotica, confusionaria, rumorosa, a tutto volume, drammatica, comica: questa è Étoile il titolo con cui la creatrice realizza definitivamente un sogno nel cassetto che aveva da tempo, ora disponibile interamente per un binge watching a ritmo di Čajkovskij su Prime Video.

Avremmo preferito l'appuntamento settimanale di Una mamma per amica e La fantastica signora Maisel? Sicuramente, ma questo non toglie brio e frizzantezza al prodotto, anzi non dovreste assolutamente perderlo se siete fan dello stile unico ed inimitabile della coppia di showrunner.
Étoile: sulle punte, per favore. E poi dall'inizio.
L'arte come sogno che possa portarti lontano è qualcosa di innato e fortemente meta-narrativo se messo in scena tra cinema e tv. Ma cosa succede se si parla anche della fatica, dei debiti, del sudore, delle lacrime senza dimenticare di scherzandoci su e col sorriso sulle labbra? Ne esce l'ennesimo titolo imperdibile firmato dai coniugi Palladino, che si sono sempre distinti finora per la tecnica immediatamente riconoscibile.
Da un lato per i dialoghi fiume - più volte i loro interpreti hanno raccontano gli esercizi di respirazione per poterli affrontare - e per la caratterizzazione immediata e sopra le righe eppure estremamente realistica e vera dei personaggi; dall'altro per il dinamismo e il ritmo che non lascia mai lo spettatore annoiato in poltrona, mescolando sapientemente commedia e dramma. Insomma una dramedy a tutti gli effetti. Questo unito ad una regia, spesso da loro curata, iperdinamica con la macchina da presa che segue i personaggi tra i corridoi, alla sbarra e per le strade di New York rende tutto talmente vivace e vivo, da voler essere catapultati immediatamente dentro la storia insieme ai protagonisti, come se stessimo leggendo un buon libro.
Una serie, e una dedica

Amy Sherman ha sempre avuto una passione innata per la danza classica fin da bambina, anche perché la madre è stata un'importante ballerina di cui aveva provato a seguire le orme per poi mettersi a scrivere. Già con A passo di danza - Bunheads aveva tentato ma lo show era durato solo due mezze stagioni eppure aveva fatto scoprire al mondo il talento di Sutton Foster. Ora con questo serial ha potuto realizzare l'omaggio che aveva sempre voluto alla madre. Il risultato conferma che parlare di balletto non dev'essere necessariamente noioso e poco pop, proprio come aveva già fatto sulla piattaforma Mozart in the Jungle, ma con la musica classica.
The Show Must Dance On

Non è però tutto ora quello che luccica e il difetto principale di Étoile è anche il suo pregio: tantissimi personaggi e storyline a cui stare dietro, forse troppi, per una serie molto più corale che centrata. Eppure è difficile non innamorarsi e affezionarsi ai protagonisti, complici alcuni interpreti che vengono dai precedenti lavori dei Palladino come Luke Kirby e Gideon Glick da Mrs. Maisel e il mitico Yanic Truesdale alias Michel dalle Gilmore Girls. Nonostante nomi altisonanti nel cast come Charlotte Gainsbourg e altri più ricercati come Lou de Laâge oppure David Alvarez del West Side Story di Spielberg, forse mancano quelle calamite per il pubblico disattento e distratto sullo streaming.
Tra performance ed esibizioni, discussioni sul budget, confronti a porte chiuse, uno scambio culturale sui generis, con sullo sfondo una New York che si respira ad ogni inquadratura e una Parigi quasi d'altri tempi, insieme una soundtrack rock che contrasta volutamente con la classicità del balletto, riteniamo davvero difficile non lasciarsi catturare dalla magia di Étoile.
Conclusioni
Étoile ha tutto quello che potevamo aspettarci dalla nuova serie di Amy Sherman e Daniel Palladino: dialoghi chilometrici, stacchi di montaggio continui, un ritmo frenetico proprio come la vita dei suoi protagonisti, una New York affascinante e una Parigi d’epoca. Inoltre un cast affiatato ma forse un po’ confusionario con pochi nomi davvero di grido per il pubblico, per una serie fortemente corale. Un vero e proprio omaggio alla danza classica e alla ballerina che è stata la madre della showrunner, quando da piccola sbirciava da dietro le quinte quel mondo tanto affascinante quanto crudele.
Perché ci piace
- Lo scambio culturale che dà il via alla storia.
- I dialoghi e il ritmo.
- I protagonisti sopra le righe.
- La soundtrack rock che contrasta il balletto classico.
- Il cast…
Cosa non va
- …che però manca di nomi acchiappa-pubblico.
- Tanti personaggi e storyline a cui stare dietro.